CANE, LEAR e ERACLE @Il Respiro del Pubblico Festival 22: identità e doppio degli eroi

La seconda edizione del festival Il Respiro del Pubblico si è aperta il 19 novembre con la messa in scena di CANE, presso il Garage P Studio, basato sul libro Cuore di cane di Bulgakov, con l’adattamento di Cantiere Obraz per la regia di Alessandra Comanducci. Ha fatto seguito il 25 novembre LEI LEAR, presso il Teatro di Cestello, con Chiara Fenizi, Julieta Marocco e la regia di André Casaca; lo spettacolo, che prende spunto dalla tragedia shakespeariana Re Lear, vincitore nel 2021 del premio PimOff per il teatro contemporaneo e del Festival Inventaria. Il Teatro dei Borgia ha portato nella sede di Progetto Arcobaleno il terzo capitolo della “Trilogia dei miti”: ERACLE, L’INVISIBILE con Christian Di Domenico.

Di Emma Bani, Scuola di Critica Teatrale Ciuchi Mannari, Cantiere Obraz

CANE: la coabitazione di due sentimenti ambivalenti

una scena di CANE di Cantiere Obraz

CANE, nell’adattamento teatrale di Cantiere Obraz del romando di Bulgakov, narra la trasformazione del cane Pallino in un essere “umano” che finirà con l’ereditare i peggiori difetti di entrambe le sue nature. Dietro a questa storia surreale si nasconde una critica al sistema scientifico e al suo spingersi oltre i limiti della natura, oltre a una parodia del regime sovietico degli anni venti. L’utilizzo dell’ironia grottesca e dell’interazione giocosa con il pubblico comporta la coabitazione di due sentimenti opposti: il bisogno di ridere e il disagio provocato dalla rottura di una norma sociale. Coabitazione che può essere paragonata a quella di Pallino, costretto a bilanciare l’identità di cane e di uomo. Lo scontro tra due nature completamente diverse è suggerito anche dal ritmo delle scene che cambia continuamente: gli attori passano da dialoghi ricchi di botta e risposta a monologhi evanescenti. CANE è stato proposto al Garage P Studio, una sala priva di palco, sipario e poltrone, contribuendo alla rottura delle dinamiche di una performance tradizionale. Lo spazio di Garage P che ospita senza separazione attori e spettatori è trasformato nella “Casa Kalabukhov”, con elementi semplici e quotidiani: un telefono, sedie, un tappeto. E’ però ad un secondo sguardo che gli oggetti assumono particolarità narrative: il tappeto è l’insieme di diversi tappeti ciascuno diverso l’uno dall’altro mentre la lavagna al centro dello spazio trasmette un’aria di serietà accademica. Anche la luce è usata per creare diverse atmosfere divergenti in base ai momenti della narrazione. CANE instaura un rapporto con il pubblico in continuo cambiamento, alternando una visione tradizionale ad un coinvolgimento attivo, fino ad incarnare l’impotenza di mutare la sorte di Pallino. Rimane tuttavia una questione in sospeso, su cui CANE ci costringe a riflettere: Chi siamo? Chi vogliamo essere?

LEI LEAR: un dialogo mancato

Chiara Fenizi e Julieta Marocco in LEI LEAR

LEI LEAR è ispirato alla tragedia Re Lear di Shakespeare, dove il Re di Britannia decide di abdicare al trono e dividere il proprio regno tra le sue tre figlie, Goneril, Regan e Cordelia in proporzione all’amore che gli avrebbero dimostrato. Chiara Fenizi e Julieta Marocco portano in scena le figlie maggiori del re, Goneril e Regan. Ma le identità dell’una e dell’altra restano un mistero: le due sorelle sono infatti come un’unica entità, parlano e si muovono all’unisono, hanno la stessa acconciatura e sono vestite allo stesso modo. Gli spettatori assistono a un dialogo in continuo fallimento. La perenne ricerca di metodi per comunicare nonostante la visibile incapacità di parlare a se stesse e la conseguente impossibilità di arrivare a una conclusione, va a creare delle gag esilaranti, un costante gioco scenico basato su tecniche clownesche, disegnando una caricatura dei personaggi. L’interazione con il pubblico è un elemento fondamentale della messa in scena. Dal primo momento le due sorelle si rivolgono direttamente a ciascuno spettatore: pongono delle domande e incitano continuamente all’azione, dando al pubblico la possibilità di annullare la passività della platea, che consciamente può decidere se eseguire le assurde richieste proposte dal duo o rimanere nella sua poltrona e godersi beatamente lo spettacolo. Gli elementi scenografici sono assenti – palco vuoto a sipario aperto – sostituiti dall’uso di luci e musiche che creano atmosfere uniche: il cono di luce viene utilizzato come un personaggio in sé andando a rappresentare il Re che comunica con le figlie. Nasce, così, un gioco con un terzo personaggio con un’identità propria, nonostante non sia fisicamente presente. LEI LEAR rappresenta la sensazione di restare intrappolati davanti a uno specchio, l’incapacità di staccarsi dal riflesso davanti a noi, che si voglia o meno. Le sorelle hanno un legame impossibile da dipanare, come anche con il padre e con lo spettatore a cui si rivolgono per tutta la performance.

ERACLE, L’INVISIBILE: un supereroe mancato

Christian di Domenico è andato in scena con lo spettacolo ERACLE, L’INVISIBILE presso l’Associazione Progetto Arcobaleno, che, con Medea per strada e Filottete dimenticato, fa parte della trilogia La città dei miti, progetto di Gianpiero Alighiero Borgia e Elena Coturno, che trasforma in chiave moderna i miti greci. L’antica tragedia narra di Eracle, figlio di Zeus e di Alcmena, e delle sue dodici imprese eroiche, che è stato costretto ad affrontare per espiare la colpa della morte della sua famiglia. Nell’adattamento contemporaneo Eracle è un padre separato, costretto in un vortice che lo conduce alla rovina, a partire dal suo inconsapevole tentativo di adeguarsi agli schemi di una società incentrata sull’apparenza e sul valore economico, fino ad assumere il ruolo di pedina della società stessa, che lo vuole ai margini. Il Teatro dei Borgia, porta in scena il risultato di una ricerca sul campo: nelle case di accoglienza, nei dormitori per senzatetto, nelle mense per i poveri delle Caritas e nelle unità di strada per la consegna dei pasti. L’effetto di questo incontro è una performance cruda, emotiva e rappresentativa della vita reale. L’allestimento di ERACLE infatti è senza artifici: una stanza fredda, spoglia, con il brusio della radio in sottofondo, senza fari teatrali, una mensa per poveri con un forno in cui si cuoce il pane. La cottura del pane rappresenta perfettamente l’equilibrio fragile della società di oggi: troppo poco tempo o troppo tempo nel forno ed il pane è crudo o bruciato e tutto va in fumo. L’ambiente favorisce l’interazione con il pubblico, una comunicazione diretta senza fronzoli, dove Christian di Domenico usa l’improvvisazione per poter coinvolgere gli spettatori. ERACLE è un padre a cui è chiesto incessantemente di essere forte, di superare delle prove, di essere un supereroe indistruttibile, che continua faticosamente ad andare avanti ma che alla fine si dimostra semplicemente umano.

Il Respiro del Pubblico Festival 22: gli spettacoli

CANE

di Cantiere Obraz
da “Cuore di Cane” di Bulgakovadattamento e regia di Alessandra Comanducci
con Alessandro J. Bianchi, Paolo Ciotti, Michela Cioni, Thomas Harris, Mario Raz
scenografia Thomas Harris
aiuto regia Antonella Longhitano
luci Diego Cinelli
ufficio stampa Camilla Pieri
Spettacolo selezionato per la seconda fase di In-Box 2022 – Rete di sostegno del teatro emergente in italiano
19-20 novembre 2022, Garage P, Firenze

LEI LEAR

una coproduzione tra Muchas Gracias e Teatro C’Art §
di e con Chiara Fenizi e Julieta Marocco
regia André Casaca, Chiara Fenizi e Julieta Marocco
Lei Lear è supportato da PimOFF e da Murate Art District
Vincitore del Premio PimOFF per il teatro contemporaneo 2021, del Festival Inventaria 2021 ed è tra i 10 semifinalisti di In-Box 2022 con menzione speciale
25 novembre 2022, Teatro di Cestello, Firenze

ERACLE, l’invisibile

produzione Teatro dei Borgia
progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia
con Christian Di Domenico
parole di  Fabrizio Sinisi e Christian Di Domenico
consulenza sociologica Domenico Bizzarro
allestimento spazio scenico Filippo Sarcinelli
costumi Giuseppe Avallone e Elena Cotugno
progetto e regia Gianpiero Alighiero Borgia
in co-produzione con  CTB  e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Teatro dei Borgia ha vinto il Premio Rete Critica 2022, per il progetto “La città dei miti” e il Premio ANCT 2022
prima fiorentina
2-3 dicembre 2022, Progetto Arcobaleno, Firenze

Scuola di critica teatrale

L’articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Scuola di critica teatrale Ciuchi Mannari all’interno della seconda edizione de Il Respiro del Pubblico Festival 22 di Cantiere Obraz, con la direzione artistica di Alessandra Comanducci e Paolo Ciotti, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.

I partecipanti al Gruppo di visione Ciuchi Mannari sono stati (in ordine alfabetico): Ayaman Abouelkhir, Renato Bacci, Emma Bani, Gaetano Barni, Patricia Bettini, Viola Caliendo, Lorenzo Cervini, Yana Chimienti, Angel Grace Corales, Elena Faggioli, Medard Lekli, Alessandra Mancarella, Marika Sani, Livia Tacchi.

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