In occasione dell'ottantesimo anniversario della nascita di Giorgio Gaber, l' EcoTeatro di Milano ha presentato lo spettacolo GRAZIE, GABER! con Walter Di Gemma. Una serata evento voluta dagli organizzatori del Teatro e dallo stesso Di Gemma, grande estimatore di Gaber.
Giorgio GaberšÄik in arte Gaber, milanese di nascita, non ha fatto fatica ad emergere nell'ambito artistico grazie al suo incommensurabile talento. Già popolare negli anni 50 nei locali milanesi come musicista e cantautore, le sue prime esibizioni televisive nei primi anni 60 lo consacrano definitivamente a livello nazionale grazie anche al brano "Una fetta di limone" in coppia con l'indimenticabile Enzo Jannacci. I suoi spigolosi tratti somatici creano un'irresistibile maschera comica che buca lo schermo diventando uno dei volti più popolari del cabaret italiano. Tanti i nomi che influenzeranno il percorso artistico di Gaber; da Franco Cerri a Jacques Brel a Dario Fo. Nel 1970 porta sul palco un nuovo genere teatrale: il teatro-canzone. Un genere nato dalla fusione fra musica e testi teatrali collaborando con lo scrittore e paroliere Sandro Luporini.
Proprio su questa forma teatrale si base lo spettacolo-evento presentato all' EcoTeatro di Milano. Per un'ora e mezza Walter Di Gemma, in scena con la sua inseparabile chitarra e una sedia, diventa mattatore e testimone di una serata unica. La struttura dello spettacolo è molto semplice: un susseguirsi di canzoni alternate a monolghi divisi in due tempi che spaziano nella vasta produzione di Gaber dai primi anni 70 fino ai più recenti anni 2000 saltando da un decennio all'altro senza seguire la rigida cronologia. Di Gemma ha riproposto quei brani che riteneva più rappresentativi e forse che sentiva più vicini alla sua cifra stilistica, senza tralasciare gli evergreen che ancora oggi sono impressi nella memoria di ognuno di noi.
La prima parte del recital si apre con il classico "Io mi chiamo G" per poi continuare con una serie di monologhi e brani musicali fra i quali ricordiamo "Far finta di essere sani", "L'odore", "Io sto bene" fino alla più recente "La parola Io". Una prima parte sottotono rispetto a quello a cui siamo abituati nelle performance di Di Gemma. Il ritmo e l'energia fanno fatica a prendere forma, probabilmente dovuto alla comprensibile preoccupazione e responsabilità di dover rappresentare un mito del teatro e del cabaret.
Nella seconda parte complice l'idea di riproporre gli intamontabili "Torpedo Blu" e un medley suonato dal vivo fra i quali citiamo "Shampoo", "Il Riccardo" e "Barbera e Champagne", lo spettacolo diventa decisamente più scorrevole e brioso. Di Gemma riesce a lasciarsi andare, inizia a divertirsi e a instaurare un rapporto con il pubblico riprendendo così padronanza del palco.
Le canzoni sono eseguite su base musicale e non con la sua inseparabile chitarra; probabilmente questa scelta ha influito sulla riuscita dell'esecuzione di alcuni brani che non ha permesso a Di Gemma di interpretare al meglio i testi tirando fuori la sua verve e il suo spirito giocoso utilizzando la tecnica dell'improvvisazione.
Walter Di gemma è forse l'uinco artista che porta avanti il genere teatro-canzone milanese. Un performer che riempie i teatri grazie alla sua formazione eclettica, al suo talento e alla sua bravura. Lo stesso Gaber è stato suo maestro e forse l'amore e la dedizione verso questo artista non hanno permesso a Di Gemma di comprendere fino in fondo alcuni testi impegnativi e profondi con quella leggerezza che solo Gaber forse sapeva trasmettere.