Nei giorni dall’8 al 9 dicembre è andato in scena, al Teatrodante Carlo Monni di Campi lo spettacolo teatrale Bruno lo Zozzo, dai racconti per bambini di Simone Frasca, di cui Andrea Bruni ha curato l’allestimento scenico. Bruno è anche uscito dal palcoscenico per incontrare direttamente, attraverso divertenti laboratori teatrali il giovanissimo pubblico di lettori affezionati alle sue avventure di scapestrato ragazzino in eterna lotta con i richiami all’ordine e all’igiene da parte degli adulti, supportato da amici immaginari meravigliosi, grazie ai quali riesce ad accettare il difficile compito di crescere, conservando però nel cuore uno sguardo bambino sul mondo. La storia, divertente e commovente al tempo stesso, risulta impreziosita dai disegni di Simone Frasca, illustratore oltre che autore dello strampalato mondo di Bruno, proiettati come fondali scenici e dalle musiche originali, appositamente scritte per l’occasione da Massimo Iuliani. Gli originali costumi portano, invece la firma di Sabrina Vanni. Il cast di attori, oltre che gli stessi Andrea Bruni e Alessia de Rosa, nelle vesti di Bruno, ha visto anche la partecipazione dell’attrice Gaia Nanni, Chiara Meriggi e Alessandro Bindi. Abbiamo incontrato per Gufetto i protagonisti di questa originale collaborazione a più mani e li abbiamo intervistati.
A Simone Frasca, autore del libro per ragazzi abbiamo chiesto:
Sandra Balsimelli: Da cosa nasce l’ispirazione per le storie di Bruno lo Zozzo?
Simone Frasca: Come racconto sempre ai bambini durante gli incontri, Bruno lo zozzo sono io. Bruno lo zozzo racconta, con i toni esagerati delle storie comiche, la mia infanzia in campagna, quando pensavo che da grande avrei fatto il contadino ma anche il paleontologo, l’archeologo e il fumettista e intanto mi arrampicavo sugli alberi, cercavo nascondigli segreti e giocavo con i burattini. E forse è per questo che il libro è riuscito bene. L’idea è arrivata mentre stavo illustrando La casa dei mostri di Maria Vago: disegnare mostri mi ha riportato alla memoria le notti in camera, asserragliato nel mio letto e battendo i denti dalla paura, specialmente quando i miei genitori una volta la settimana si prendevano la serata libera e io e i mie fratelli restavamo soli sino al loro ritorno. Difficilmente mi addormentavo e con l’unico conforto della luce accesa nel corridoio, aspettavo di sentire il tranquillizzante rumore delle chiavi nella toppa per chiudere gli occhi. Del resto come diceva Sherlock Holmes , senza la fantasia la paura non esiste e io la fantasia la nutrivo parecchio con fumetti, cartoni animati, libri e le storie di mitologia che mi raccontava mia madre prima di addormentarmi.
SB: Cosa si prova a vedere rivivere sul palco i propri personaggi?
SF: Non ho voluto vedere le prove dello spettacolo ma non ero preoccupato: so bene che una cosa è un testo , altra la sua trasposizione teatrale. E poi Andrea e Alessia mi hanno coinvolto sin dall’inizio. Ho partecipato alla scrittura teatrale e ho visto la loro passione e la loro intelligenza e questo mi ha dato fiducia nel risultato.
La sera della prima, alla fine dello spettacolo, mi sono ritrovato con le lacrime agli occhi . Vedere le proprie storie, e le proprie illustrazioni nel mio caso, prendere vita sul palco è un’emozione fortissima. La scelta di partire da Bruno adulto, trasformato dalle pressioni dei genitori in un maniaco del pulito, aggiunge un altro elemento che nella mia storia non c’era capace di catturare anche gli spettatori adulti che vedono come sia facile ma non senza conseguenze, dimenticare il proprio lato bambino.I costumi di Sabrina Vanni e le musiche di Massimo Iuliani sono la ciliegina sulla torta: semplicemente perfetti.
Ad Andrea Bruni, che ha sceneggiato e curato la regia dell’allestimento teatrale abbiamo chiesto, invece, qualcosa su questa esperienza di creatività e ispirazione condivisa:
SB: Come si trasporta un testo per ragazzi in teatro e qual è stato il filo conduttore che ha ispirato la regia di questo spettacolo?
Andrea Bruni: La prima parola che viene in mente è “ rispetto” , dei personaggi del mondo creato da Simone, delle sue radici. Il mio lavoro è stato soprattutto al servizio di una visione, che sentivo di poter rendere fruibile anche al pubblico teatrale. Da autore è quello che credo giusto fare, provare di entrare in un immaginario. Magari spostando la prospettiva, i colori, ma sempre con la giusta cura di cercare significato e profondità in qualcosa che è stato partorito da altri. Conoscevo i libri di “Bruno lo zozzo” perché sono stati tra le letture preferite dei miei figli. Da sempre ne avevo apprezzato la dolce irriverenza dei personaggi, che si ribellano alle convenzioni ma sempre con la voglia di giocare, buttarsi nelle pozze di fango ed agire il proprio essere diversi, nonostante che il mondo cerchi di “redimerli”, riportarli a convenzioni di buona educazione. Ho cercato di capire come dare valore alla necessità di crescere e abbandonare le proprie paure, integrandole, senza necessariamente strappare o agire per opposizione. Da qui l’idea di inserire una possibile evoluzione adulta di Bruno, immaginando quale percorso portare in scena per ricongiungere bambino ed adulto. Dal punto di vista drammaturgico ho cercato di mantenere i caratteri dei personaggi, cercando di dargli parole nuove, che esprimessero quello che li illustrazioni di Simone facevano in maniera molto efficace. Le proiezioni, dal punto di vista registro, vogliono rappresentare il mondo interiore del bambino. La realtà che diventa più colorata, larga e capace di vedere oltre i confini delle percezioni. Il ponte con la mia poetica è stato il racconto di quei piccoli traumi che subiamo da bambini, che diventano giganti, che possono bloccare desideri e sogni inespressi.
Il progetto di collaborazione a più mani, che coinvolgesse anche le scuole del territorio è stato fortemente voluto dall’Associazione Zera, di cui abbiamo intervistato la presidente Alessia De Rosa:
SB: Come è nata l’ispirazione per il progetto “Bruno lo zozzo? E come è stato incrociare artisti e competenze diverse?
Alessia De Rosa: Sono madre di due figli. Durante i loro anni trascorsi alla scuola dell’infanzia e scuola primaria, sono stata coinvolta come regista nella messa in scena di spettacoli per bambini. Quella prima esperienza è stata per me l’embrione di ciò che poi è diventato questo nuovo progetto di “Bruno lo Zozzo”. Ho toccato con mano quanto sia stimolante e affascinante per i bambini andare a teatro con la scuola, essendo per molti di loro l’unica occasione di conoscere questa realtà; dall’altra parte mi sono resa conto della carenza sul territorio di spettacoli adatti all’infanzia. Ho incontrato Simone Frasca proprio durante uno di quelli spettacoli, e da lì è nata l’idea di mettere in scena, o meglio in vita, qualcuno dei suoi personaggi. Fin da subito lo spettacolo è stato pensato come il risultato di una collaborazione tra più artisti .l lavoro di squadra è una modalità che mi appartiene: credo che la condivisione permetta un arricchimento del proprio lavoro, potenziando così il risultato finale. Oltre allo spettacolo, il progetto legato a “Bruno lo Zozzo” si compone anche di laboratori per le scuole. Ci siamo resi conto che molte persone, fin da bambini, vedono il teatro come un luogo lontano, un palco distante dalla propria vita: si va a teatro come fruitori passivi. La nostra concezione invece è proprio l’opposto: il teatro, così come ogni espressione creativa ed artistica, è uno strumento fondamentale di crescita personale e consapevolezza di se stessi. Durante gli incontri del Laboratorio “Immagina con Bruno” si vuole accompagnare i bambini nel processo creativo che parte dal proprio mondo immaginario per arrivare all’espressione grafica, narrativa e corporea di una propria originale idea. Rendendo consapevole il giovane pubblico di questo processo creativo, lo spettacolo teatrale viene vissuto come una possibile, ma non unica, interpretazione di una storia. All’interno dello spettacolo abbiamo utilizzato come proiezione alcuni disegni realizzati durante i laboratori dai giovanissimi artisti, facendoli così sentire parte integrante dell’evento teatrale. Adesso che lo spettacolo ha debuttato nel nostro territorio, e visto la risposta entusiasta del pubblico dell’infanzia così come di quello adulto, siamo pronti per replicare e far viaggiare questo progetto ovunque ci siano bambini… e quindi davvero ovunque!
Infine abbiamo chiesto a Massimo Iuliani, che ha lavorato alle musiche, qual è la canzone che assomiglia di più al “tuo” Bruno?
Massimo Iuliani: Il mio Bruno è sicuramente sull’isola di Toto Patato, un’isola in cui posso giocare senza giudicarmi, posso acquisire radici sane e, una volta cresciuto, posso ancora respirare il bambino dentro di me. Ad ogni replica di Bruno Lo Zozzo mi convinco sempre di più che in Toto Patato ci sia un momento di congiunzione, in cui tutti possiamo, per un istante esser connessi, senza età.
SB: E Da dove nascono le note delle musiche dello spettacolo?
MI: In una parola? Dalla sinergia. Con più parole? Dall’incontro di emozioni che dialogano. Scrivere le canzoni è un processo strano. Non ci sono regole, ognuno ha un suo modo. Nel mio caso è un flusso. Un flusso che inizia quando Andrea Bruni e Alessia De Rosa entrano in studio e mi raccontano di Bruno. Tra le parole e i gesti, il corpo percepisce qualcosa, la notte lo elabora…e poi l’ispirazione arriva quando meno te la aspetti: mi ritrovo in macchina e comincio a canticchiare. Attivo subito il registratore del cellulare per cogliere la prima idea che contiene sempre l’essenza dell’emozione, una magia non replicabile, per la qualei rischio volentieri un tamponamento.Per Bruno mi sento di dire che le canzoni sono semplicemente il risultato di tre bambini che si concedono di giocare insieme, come se fossero uno.
Si chiude così (o dovremmo dire si apre?) una bella esperienza di collaborazioni artistiche, con il sapore del divertimento autentico e l’intento, quanto mai attuale nel nostro mondo, di recuperare lo sguardo bambino sulle cose, quello che ci fa urlare in coro con Bruno “Zozzi! Puzzonici!”
BRUNO LO ZOZZO
di Simone Frasca
Adattamento e regia Andrea Bruni
Musiche originali Massimo Iuliani
Disegni originali Simone Frasca
Costumi Sabrina Vanni
Con Gaia Nanni, Alessia De Rosa, Andrea Bruni, Chiara Meriggi, Alessandro Bindi
TeatroDante Carlo Monni
8 dicembre 2018