THE CHILDREN @ Teatro Duse: un teatro da spioncino

18 – 20, tre repliche al Teatro Duse per lo spettacolo The Children opera della talentuosissima Lucy Kirkwood che affronta tematiche scabrose, complesse, ma altrettanto urgenti ed attuali. The Children è uno spettacolo unico che ti trasporta nella quotidiana rilassatezza di due ex fisici nucleari e ti lascia pensoso, il sipario si chiude e inizi a riflettere sulle domande che ti eri fatto durante lo spettacolo.

Teatro Duse: Nessun dorma

Ormai è chiaro che il pubblico del Duse è sempre in trepidante attesa per gli spettacoli della stagione di prosa che propone il teatro, infatti durante la prima di The Children la platea è pressoché riempita, c’è molto vociare e chiacchierio, tutto tace quando il sipario si apre, il pubblico sempre esigente rimane in silenzio.
C’è da dire, che uno spettacolo può piacere o meno ma è sempre buon costume evitare di cadere nelle braccia di Morfeo a metà spettacolo, non sono gradevoli gli sbadigli e addirittura il russare. Osservando ed udendo la platea si può dire che questo spettacolo sia noioso, prolisso, inutilmente verboso, e invece no si tratta, mi auguro, di casi isolati.
Lo spettacolo è sicuramente un prodotto valido, seppur poco sconvolgente e travolgente a livello emotivo, questo si può dire, ma non si può dire che sia uno spettacolo noioso. È il testo della Kirkwood interpretato dai bravissimi attori Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa e Francesca Ciocchetti che prende vita ed è di una bellezza ed originalità nella composizione drammaturgica che anche solo ascoltando ciò che dicono i personaggi, senza vedere, si resta affascinati.

Se si può parlare di difetti bisogna dire che forse era troppo quotidiano, dunque è facile cadere in un’energia medio bassa, quindi si potrebbe far fatica ad ascoltare, e tutto questo per giustificare gli sbadigli e i ronfamenti in platea. Ricordiamo che non è carino venire a teatro a dormire, soprattutto sotto il naso degli attori, insomma questo per dire che a volte è bene prendere il caffè dopocena.

The Children ED IL NUCLEARE

Lo spettacolo è, come detto, un buon prodotto, ma qual è il nocciolo del discorso attorno al quale gira questo testo?

Sulla costa della Gran Bretagna vivono Hazel e Robin, fisici in pensione. Il mondo attorno a loro è sconvolto da un disastro: uno tsunami ha provocato un incidente ad una centrale nucleare, dove i due coniugi lavoravano. Un giorno, i due, ricevono una visita: è Rose, una loro vecchia amica che credevano morta, il suo arrivo li pone di fronte a scelte radicali. Gli fa una proposta che metterebbe a repentaglio le proprie vite ma ne salverebbe altre. Accetteranno i due la proposta di Rose?
C’è poco da fare, seppur scherzando, ironizzando e prendendo trasversalmente il discorso, The Children parla di nucleare, e cosa c’è di più attuale? Parla di nucleare senza essere retorico, è il nocciolo attorno al quale si sviluppano i contrasti ed i legami tra i tre. Sembra che l’obiettivo, che il tema sia un altro, ma non è così lo si vede nell’ultima mezz’ora quando la scelta dei due deve arrivare ad una conclusione.

The Children: Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa, Francesca Ciocchetti

I tre attori sono molto bravi a descrivere una quotidianità, in Elisabetta Pozzi (Hazel) e in Giovanni Crippa (Robin) questo è l’aspetto principale: l’essere quotidiano. Sembra di vedere realmente una vecchia coppia, per un attimo si torna al concetto di ”teatro di spioncino”, ovvero quel teatro dell’ottocento nel quale gli spettatori vedevano degli spettacoli ed era come spirare da uno spioncino le vite degli altri, è esattamente così. Purtroppo Francesca Ciocchetti non è sulla loro stessa linea d’onda, risulta molto spesso falsa, con delle risatine irritanti che fanno perdere l’illusione che gli altri due costruiscono benissimo.
L’orchestrazione è molto bella, i personaggi, seppur pascolando a volte, si trovano sempre in posizioni perfette, per aggiustare gli equilibri di palco, questi spostamenti, a volte coreografati, sono però una parte importante per mantenere l’attenzione e per i cambi di sentimenti dei personaggi.

The Children di Lucy Kirkwood

The Children è un testo del 2016 di Lucy Kirkwood, un testo molto attuale che parte dal nucleare per sviscerare anche altre tematiche. Il testo oscilla sempre tra il riso ed il dramma. La tensione superficiale che non giunge mai all’apice ma viene spezzata, tiene pian piano il pubblico attaccato alla storie di questi tre e si chiede perplesso e preoccupato: “Ma ora, che succede?”.
Fondamentale nei testi della Kirkwood questo approccio che ricorda molto il buon vecchio Pinter, genio del teatro.
Abilissima nei legami, nelle relazioni, lascia quel ricordo nello spettatore, quel “qualcosa che non c’è più” e “qualcosa che deve venire che noi non vedremo”. Questa è l’ultima chiave dello spettacolo ovvero rinunciare a qualcosa di nostro per dare un futuro migliore a chi verrà. Come dice il proverbio: “Una società cresce e diventa grande quando gli anziani piantano alberi sapendo che non siederanno mai sotto la loro ombra”.

THE CHILTREN – INFO E CONTATTI

CENTRO TEATRALE BRESCIANO, LA CONTRADA TEATRO STABILE DI TRIESTE

Elisabetta Pozzi

di LUCY KIRKWOOD

traduzione MONICA CAPUANI

regia ANDREA CHIODI

con GIOVANNI CRIPPA, FRANCESCA CIOCCHETTI

scene ALESSANDRO CHITI

costumi ILARIA ARIEMME

luci CESARE AGONI

musiche DANIELE D’ANGELO

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