La compagnia ravennate Fanny & Alexander festeggia quest’anno i trent’anni di carriera, e torna all’Arena del Sole a Bologna con uno spettacolo liberamente tratto da Sylvie e Bruno di Lewis Carrol, con la traduzione della stessa Chiara Lagani per Einaudi. Molti anni di collaborazione con Ravenna Teatro e il longevo Teatro delle Albe emergono in ogni aspetto dello spettacolo, dall’impianto scenico, alla tipologia di riscrittura all’approccio distaccato alla recitazione.
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SYLVIE E BRUNO: atmosfera onirica all’Arena del Sole

Si viene subito colpiti da un denso fumo e da un’atmosfera onirica data dai lenti e delicati movimenti degli attori e da un impianto scenografico semplice ma molto efficace. Bellissime le luci che mutano in modo diretto ma mai didascalico per accompagnarci tra i due mondi, quello del sogno e quello della realtà, che spesso tendono a confondersi.
Si gioca sullo stato parzialmente vigile e di semi-abbandono che permetterebbe allo spettatore di spostarsi da un mondo all’altro, da quello magico dei piccoli Sylvie e Bruno e del colpo di stato, a quello reale dei viaggiatori in treno e di una misteriosa febbre.
SYLVIE E BRUNO: scenografia d’impatto
Gli attori dovrebbero essere le “radici sensibili di un processo che, attraverso molti ruoli, permettono al pubblico di restare attaccato alla dimensione concreta della rappresentazione”, o così dice il foglio di sala. Il foglio di sala in questo caso è purtroppo l’unico salvagente nel mare di neon, fumo e recitazione onirica e ovattata.
L’impianto scenico pressoché impeccabile forse soffoca gli attori in scena, che sembrano quasi intimiditi dagli archetti che devono indossare per farsi sentire sopra le esplosioni del colpo di stato (senza successo).
Andrea Argentieri e Chiara Lagani in SYLVIE E BRUNO, teneri ma mai stucchevoli

Andrea Argentieri e Chiara Lagani sono due Sylvie e Bruno teneri e indifesi ma mai stucchevoli, perfettamente in linea con i due bambini che danno loro la voce in scena. Argentieri si perde un po’ quando torna ad essere un giovane dottore. Marco Cavalcoli è un uomo di potere assolutamente convincente, codardo e incapace di comprendere il mondo reale, proprio come Roberto Magnani, che sembra tuttavia meno deciso rispetto ai suoi colleghi. Elisa Pol convince in ogni sua apparizione, dalla cameriera alla dama, dai ruoli più quotidiani a quelli più macchiettistici.
L’entrata in scena di Emanuele Wiltsch Barberio che canta la canzone del giardiniere ci trasporta da un torpore sofferto ad un’alienazione da cui quasi non vorremmo più uscire.
SYLVIE E BRUNO: quando la regia prevale sul testo
Insomma, un ensemble tutto sommato omogeneo ma in cui le idee registiche e sceniche prevalgono sull’interpretazione degli attori e rischiano di far perdere il filo al pubblico. Nei ruoli più caratterizzati si vede una scintilla, un’anima, ma nei momenti di narrazione gli attori faticano a valorizzare il testo, che essendo semplice e fumoso avrebbe forse necessitato di maggiore presenza.
Visto il 23/03/22




Fanny & Alexander / Lewis Carrol
Una produzione Ravenna Festival, E Production / Fanny & Alexander, in collaborazione con Ravenna Teatro
SYLIVE E BRUNO
Ideazione: Chiara Lagani e Luigi De Angelis
Drammaturgia: Chiara Lagani
Regia, scene e luci: Luigi De Angelis
Finalista Premi UBU 2021 Migliore nuovo testo italiano o scrittura drammaturgica