La compagnia Teatro la Ribalta, ha portato in scena dal 13 al 14 maggio 2022 all’Arena del sole, PARADISO PERDUTO, una riscrittura del Frankenstein originale, accurata e molto molto vicina al pubblico. Un esperimento di infrangimento delle regole teatrali, che nell’ottica di un teatro sociale risulta un bel lavoro ma non sempre pienamente efficace. Vediamo perchè.
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PARADISO PERDUTO ALL’ARENA DEL SOLE: IL RIBALTAMENTO DEL PALCO
Lo spettacolo è molto coerente con il secolo che stiamo vivendo, amabile da un punto di vista emotivo, ma strano da un punto di vista teatrale. Con la platea vuota, subito capiamo di vivere un’esperienza diversa e infatti il pubblico non sarà a distanza, non guarderà lo spettacolo dalla platea, ma direttamente dal palco. Il palco dell’Arena del sole questa volta ospita anche chi di solito guarda solamente.

È ovvio che, in una dimensione teatrale e con una regia così particolare questa mossa sia solo un’idea, qualcosa di pretestuoso per infrangere le regole teatrali, poco utile alla scena che risulta piena di vita ma poco vera. L’illusione teatrale si perde, si spezza e tutto muore a causa di questa vicinanza. Le immagini create vengono ‘perdute’ (un po’ come il paradiso) perché le vediamo a cinque centimetri dalla faccia. Insomma, a dispetto di quella che è l’idea della messa in scena, la voglia di creare “una scatola teatrale dove attori e spettatori stanno a stretto contatto”, questo spettacolo avrebbe retto benissimo anche se il pubblico fosse stato in platea, anzi forse alcune delle cose fatte sarebbero state più forti.
BENE O MALE / PARADISO O INFERNO: LE RIFLESSIONI SUL FRANKESTEIN DI MILTON
L’intreccio tra la storia di Frankenstein e del poema di Milton è particolare ed apre a molti punti di vista e riflessioni diverse tra il pubblico; nonostante del ‘Paradiso perduto’ resti solo il titolo, ne rimane forse l’anima, la sublime creazione del poeta che conscio della sua illusione la trasporta su carta. Il mostro, dunque quello che appare nel romanzo di Mary Shelly è la creazione, anzi la ri-creazione (perché il corpo viene riportato in vita) di un corpo anomalo, che sembra perfetto ma nella sua imperfezione arriva alla sua umanità.

L’umano è geometricamente perfetto, come diceva Leonardo da Vinci e umanamente imperfetto, e si può ben capire che queste due cose possono invertirsi. Nel complesso e nell’ottica di un teatro sociale è un bel lavoro, magari non propriamente efficace su alcuni punti ma registicamente ben fatto.
LA COMPAGNIA TEATRO LA RIBALTA
Si tratta di una comunità di danzatori e attori-di-versi fondata nel 2011 a Bolzano composta da 15 persone di cui 10 attori permanenti e 5 persone nel settore artistico, organizzativo e amministrativo.
La Compagnia è costituita in maggioranza da attori e da attrici in situazione di “disagio psichico”.
Diretta da diretta da Antonio Viganò, regista-autore e scenografo, la compagnia Teatro la Ribalta si occupa di un tipo di teatro rappresentativo e sociale, è una comunità di “danzatori e attori-di-versi”, il loro fare teatro è questi un atto politico.
Sono reduci da premi Ubu (Premio UBU 2018 – progetto speciale) e anche vincitori del premio Hystrio “per aver reso la pratica teatrale strumento di inclusione sociale a 360 gradi”.
Scopri le prossime date della Compagnia!

Änderungen vorbehalten!
pARADISO PERDUTO
di Antonio Viganò
tratto da Frankenstein di Mary Shelley
testo e regia Antonio Viganò
assistente alla drammaturgia e disegno sonoro Paola Guerrascene
costumi Roberto Banciluci, Andrea Berselli
trucco Giulia De Biasi
distribuzione Claudio Ponzana
organizzazione Martina Zambelli
con Paolo Grossi, Rocco Ventura, Michael Untertrifaller, Jason De Majo, Maria Magdolna Johannes, Mirenia Lonardi, Sara Menestrina, Stefania Mazzilli Muratori, Rodrigo ScaggianteproduzioneTeatro la Ribalta – Kunst der Vielfalt
foto di Luca Del Pia