Seconda Anteprima di Stagione per la Direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna Oksana Lyniv, che per questo avvio di anno sceglie simbolicamente di affrontare una pagina piena di gioia, leggerezza e vita come Mirandolina, opera comica in tre atti del compositore ceco Bohuslav Martinů, su libretto in italiano dello stesso autore tratto da La locandiera di Carlo Goldoni. Il titolo – che si ascolta a Bologna per la prima volta – è proposto in forma semiscenica sabato 14 gennaio alle 20.00 e in replica domenica 15 gennaio alle 16.00 all’Auditorium Manzoni, con la mise en éspace del giovane regista Gianmaria Aliverta.
Mirandolina per l’Auditorium Manzoni
Molto promettente quest’opera di nicchia portata nel territorio bolognese, l’auditorium è gremito di gente. Possiamo affermare che nonostante il cambio di sedi, obbligato, del Teatro Comunale, questo si sta difendendo bene mantenendo non solo il solito pubblico di affezionati ma conquistando anche una cerchia di giovani interessati ad entrare nel mondo dell’opera. La Mirandolina infatti sembra essere un tentativo maldestro di regia moderna e appunto indirizzata ai giovani. La regia nasce, si sviluppa e muore immediatamente, è già vecchia, una cosa passata, non c’è nulla di innovativo e per i giovani.
Gianmaria Aliverta regia
La regia è un disastro, una rappresentazione pacchiana di quella che è l’opera in sé, disgraziatamente datata ed offensiva per certi versi. I personaggi sono macchiette, stereotipi, fenomeni da commediucola, i vestiti e i movimenti hanno l’assurda pretesa della comicità, ma non riescono a strappare una risata nemmeno con un paio di pinze.
In questa regia c’è quello che si chiama L’effetto Vanzina, ovvero delle armi banali che si usano per far ridere, caratteristiche dei film dei fratelli Vanzina, ma che nemmeno a quei tempi risultavano comiche, dunque perché usarle? Il romanaccio, ad esempio, è il bollino di fabbrica.
Orchestra e musica
Nonostante gli orrori registici, l’opera in sé è molto gradevole, suonata egregiamente e cantata in modo eccelso, una scoperta piacevole agli amatori dell’opera, bisognerebbe portare a teatro sì grandi classici ma anche visitare mondi lontani con opere più sconosciute, così come si fa nella prosa.