MINE VAGANTI @ Teatro Duse:

Il 16, 17 e 18 dicembre 2022 è andato in scena al Teatro Duse di Bologna “Mine Vaganti” di Ferzan Ozpetek; commedia brillante e dolceamara tratta dall’omonimo film del 2010.

A cura di Altea Bonatesta

Ozpetek al Teatro Duse: un cast d’oro

Ozpetek sceglie un cast d’eccezione per ricalcare le orme del film: nome in cartellone Francesco Pannofino nei panni del padre di famiglia interpretato dodici anni fa da Ennio Fantastichini; come fare, ci si chiede, a recitare lo stesso ruolo già magistralmente interpretato da un grande attore? Con un attore altrettanto valido che porti in scena i suoi punti forti: il padre di Pannofino tocca corde più ironiche e leggere, facendo partire non pochi applausi. Anche Iaia Forte regge il paragone con Lunetta Savino, in una madre schietta, ironica e senza peli sulla lingua. Edoardo Purgatori, nel protagonista Tommaso, ci guida all’interno dello spettacolo, in un susseguirsi di scene che spuntano come ricordi. Francesco Maggi (in arte la drag Morgana Beckham) e Jacopo Sorbini creano un’esilarante coppia comica; o sarebbe meglio dire trio comico, insieme alla cameriera interpretata da Mimma Lovoi, ottima caratterista. Continuando a parlare di caratteriste Sarah Falanga interpreta la zia svampita e gattamorta, reggendo anch’essa il paragone con Elena Sofia Ricci. Luca Pantini è Marco, il compagno segreto di Tommaso, interpretato nel film da Carmine Recano che vediamo sul palco nei panni del fratello del protagonista.
Roberta Astuti nel ruolo di Alba emerge, forse per scelte registiche, più di secondo piano rispetto al film. Ultima ma non meno importante, colei da cui nasce la storia, la mina vagante: la nonna. In ricordo di Ilaria Occhini, Simona Marchini porta in scena leggerezza, imprevedibilità e saggezza, facendo commuovere.

Cinema e teatro: mine vaganti

La pièce teatrale ricalca in modo abbastanza fedele l’omonimo film: molti dialoghi e monologhi sono riportati sul palco così come li vediamo sullo schermo; alcune immagini, un esempio su tutti la nonna che mangia i dolci davanti allo specchio, si sovrappongono ai fotogrammi del film. Alcune sostanziali differenze portano un brio inaspettato a uno spettacolo già ben costruito e divertente di per sé: al posto della famosa scena del balletto al mare, la famiglia di Tommaso insieme a tutto il teatro sono coinvolti, con sfondamento totale della quarta parete, in un’esibizione drag del trio Maggi-Sorbini-Lovoi; stupiscono, per bravura e interpretazione, con molti intermezzi comici mai scontati o eccessivi. Il pubblico più volte è interpellato, visto dalla famiglia del protagonista come “la gente”, “le voci della piazza”: “Chissà cosa penseranno di noi? Che abbiamo forse un figlio gay?”. Alcuni personaggi, per economia di spettacolo, sono giustamente sacrificati; non sentiamo per esempio la mancanza della sorella dei due protagonisti, di suo marito o del quarto amico di Tommaso. Inoltre è Napoli, al posto del Salento, la terra dove i nostri protagonisti vivono. Nonostante avendo visto il film si possano capire meglio alcuni passaggi, anche per un pubblico alla prima visione risulta uno spettacolo più che seguibile e godibile.

una storia d’amore

Ciò di cui Mine Vaganti sembra voler parlare è di amore: amore tra due uomini, amore di un uomo per il proprio mestiere, amore di una madre per i figli, amore per la propria libertà d’espressione, amore del padre per la reputazione della famiglia, un amore lontano in gioventù per due uomini insieme, amore fraterno, amore non corrisposto, amore per i vizi, amore impossibile, amore ricercato nella leggerezza e mai trovato.

Scenografia: un balsamo per gli occhi

Scenografia povera ed essenziale: tendaggi color crema creano e delimitano lo spazio, un sipario di velluto blu apre e chiude i ricordi, luci soffuse, colori tenui ma precisi, poco mobilio, giusto una poltrona, qualche sedia bistro bianca da giardino, un carrellino per caffè e liquori e un mobile da toeletta: per gli occhi è una dolce vista, cullati dal candore cromatico e dall’estetica della scena. Anche gli abiti si adeguano a questo candore, a volte in sintonia a volte in contrasto, dicendoci qualcosa in più di ogni personaggio.
Leggerezza è la parola chiave: leggerezza nella scenografia, leggerezza nel trattare temi ben poco leggeri e leggerezza negli attori. Spettacolo molto consigliato.

dati artistici

MINE VAGANTI
NUOVO TEATRO DIRETTA DA MARCO BALSAMO IN COPRODUZIONE CON FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA

Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano

uno spettacolo di FERZAN OZPETEK

e con SIMONA MARCHINI

ROBERTA ASTUTI, SARAH FALANGA, MIMMA LOVOI, FRANCESCO MAGGI, LUCA PANTINI, JACOPO SORBINI

scene LUIGI FERRIGNO

costumi ALESSANDRO LAI

luci PASQUALE MARI

fotografie ROMOLO EUCALITTO

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF