Al teatro Comunale di Bologna, in scena dal 13 al 20 novembre Lohengrin di Wagner, un’opera simbolica, onirica, storica e apprezzatissima per gli amanti del genere. Il teatro Comunale si veste di natura, si sentono scintillii di spade e ruggiti di belve, con Asher Fisch come direttore il teatro ci trasporta in un altro regno, un altro luogo. Wagner è un mito, Lohengrin è un colosso, sarà riuscita la produzione a rendere giustizia all’opera?
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Lohengrin: quando Wagner era a Bologna
Lohengrin è stata la prima opera di Wagner mai rappresentata in Italia e ha debuttato proprio a Bologna, al Teatro Comunale. Wagner divenne cittadino onorario e ha lasciato alla città una lettera per l’occasione, ovviamente l’evento ha cambiato per sempre la storia della musica italiana. Il fatto che Lohengrin venga rappresentata di nuovo nel nostro anno ce la fa vedere con uno sguardo sognante ed unico.

Lohengrin: un successo?
Lohengrin, opera di Wagner tanto lunga e storica quanto onirica, affrontata dal capacissimo direttore Asher Fisch, già di casa al Teatro Comunale di Bologna, è un’occasione persa, perché?
Wagner ha iniziato a scrivere quest’opera durante una visione che lui ha avuto in un bosco con sottomano i miti di Lohengrin, che immaginava uscissero dalle pagine e si trasformassero in musica ed azioni. Si parla di storia, di dei, di spade spezzate, di fratricidi, di rumori strani all’interno di un bosco tetro annebbiato, dell’ultimo canto del mutaforme cigno, insomma l’opera wagneriana è vastissima e ricchissima di simboli.
I simboli in Wagner sono prismatici, un fascio di luci fa capolino su un prisma che disperde arcobaleni e magie. Ebbene tutte queste magie non ci sono nello spettacolo, la scenografia è totalmente assente, ad eccezione di timidi tentativi di ricreare in qualche modo un mondo. La metafora del cigno, elemento fondamentale per l’opera e visivamente impattante, viene rimpiazzato con un piccolo cigno che, se malauguratamente si finisce in balconata, non si vede nemmeno se non si strizza un po’ l’occhio. È vuoto, tutto, ed è un vero peccato perché la scenografia è una delle cose che aiutano lo spettatore moderno a restare concentrato su un opera che ha bisogno della sua attenzione.
La regia è affidata a Luigi De Angelis (Fanny & Alexander) che, seppur con buoni propositi ed un’idea sull’opera, ha perso un’occasione per rappresentare il bellissimo mondo di Wagner.
Asher Fisch: Teatro Comunale di Bologna
Il ritorno del direttore d’orchestra Asher Fisch conferma la sua dote. Musicalmente, infatti, si riesce a raggiungere la nota wagneriana, seppur con dei difetti e dei cali di tono, ma il dionisiaco che si voleva creare è senza dubbio arrivato. Asher dirige con potenza, incide un solco potente nell’ascoltatore i famosi Letimotive. Si passa dalla tonalità del fa diesis minore, quello della magia nera, relativa minore del la maggiore, la tonalità di Lohengrin che è celeste, stellare e scintillante ed armonica tanto quanto il Tema del Graal.
L’orchestra è concentrata, il coro e la folla sono in sintonia, Wagner urla nelle orecchie della platea, ma si sgola, però un po’ resta, anche quando si torna nel foyer per la pausa tra un atto e l’altro.
Wagner pigro ed attori plastici

Sebbene musicalmente Wagner sia emerso, con i suoi difetti, non c’era una vera e propria organicità. Gli attori erano plastici, si muovevano poco e non naturalmente, erano buffi nei movimenti di dramma, erano goffi nelle corse o nelle camminate, insomma era poco veritiero il loro corpo, tuttavia la gran abilità canora ed emozionale fa trascurare quest’aspetto che sicuramente è arrivato solamente agli occhi più vigili ed attenti. Menzione speciale per Daniel Kirch ,che interpreta Lohengrin (15, 17, 19), lui è riuscito ad entrare nel ruolo, seppur peccando di regalità.
Che dire di Elsa (Anna-Louise Cole; 15,17,19) che sul finale abbraccia la platea che sta applaudendo fragorosamente, lei ha avuto tantissimi alti picchi che hanno svoltato lo spettacolo, per certi versi.
Nel complesso era un Wagner non totalmente compiuto, qualcosa strideva, qualcosa era pigra, non era una macchina totalmente organica, era un Wagner a metà.





Dati artistici
LOHENGRIN
Opera romantica in tre atti
Poema e musica di Richard Wagner
Direttore Asher Fisch
Regia, scene, luci, video Luigi De Angelis (Fanny & Alexander)
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Drammaturgia e costumi Chiara Lagani
Aiuto regia Andrea Argentieri
Assistente alla regia Gabriele Galleggiante
Preparazione musicale alla regia Greta Benini
Assistente alle scene Giulia Rienzi
Assistente alle scene e luci Mirto Baliani
Assistente ai costumi Sofia Vannini
Maestro del Coro del Teatro Accademico Nazionale dell’Opera e balletto ucraino “Taras Shevchenko” Bogdan Plish
Personaggi e interpreti
Enrico l’Uccellatore Albert Dohmen
Lohengrin Vincent Wolfsteiner (13, 16, 20) / Daniel Kirch (15, 17, 19)
Elsa di Brabante Martina Welschenbach (13, 16, 20) / Anna-Louise Cole (15, 17, 19)
Telramund Lucio Gallo (13, 15, 17, 20) / Ólafur Sigurdarson (16, 19)
Ortrud Ricarda Merbeth (13, 16, 20) / Anna Maria Chiuri (15, 17, 19)
Araldo Lukas Zeman
Primo cavaliere Manuel Pierattelli
Secondo cavaliere Pietro Picone
Terzo cavaliere Simon Schnorr
Quarto cavaliere Victor Shevchenko
Primo paggio Francesca Micarelli
Secondo paggio Maria Cristina Bellantuono
Terzo paggio Eleonora Filipponi
Quarto paggio Alena Sautier
Nel ruolo di Richard Wagner Andrea Argentieri
Nel ruolo di Gottfried Federico Simone Cetera / Alessandro Antonino
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna
Date
Domenica 13 novembre ore 18, Turno Prime, Opera yoU30
Martedì 15 novembre ore 18, Turno Pomeriggi all’Opera 1
Mercoledì 16 novembre ore 18, Turno Passione Opera
Giovedì 17 novembre ore 18, Turno Serate all’Opera
Sabato 19 novembre ore 18, Turno Pomeriggi all’Opera 2
Domenica 20 novembre ore 16, Turno Domeniche all’Opera