È al Teatro EuropAuditorium, nuova momentanea sede del Teatro Comunale di Bologna, che va in scena una delle opere più importanti, se non la più importante di Giuseppe Verdi: La Traviata, un’opera di una bellezza indescrivibile che riesce ad emozionare ancora dopo quasi 170 anni dalla prima rappresentazione.
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Teatro Comunale di Bologna all’EuropAuditorium

Ormai non è più una news fresca: il Teatro Comunale di Bologna cambia sede, anzi sedi, momentaneamente. Nomadi, si andrà di teatro in teatro fino a circa febbraio 2023, mese nel quale verrà allestito un padiglione nuovo in Piazza della Costituzione per il teatro dell’opera che potrà tornare nella sua vecchia casa tra un bel po’ di tempo. Ma non disperiamo, dopotutto non è la prima volta che ci si trasferisce (PalaDozza, 2020 ad esempio) si confida che si riesca ad apprezzare anche un luogo così svizzero, grigio e senza una vera anima teatrale come l’EuropAuditorium.
Sono partiti tutti con buoni pronostici ma non è andato come previsto: Bologna era un campo di battaglia che sembrava bloccare tutte le strade, uno sciame di persone annullava il corretto funzionamento di strade e bus, sono stati due giorni di blocco il 16 ed i 17 dicembre, giorni che forse non ricorderemo noi ma sicuramente che hanno segato il lavoro del teatro Comunale. Si tratta di sfortuna, di fato avverso, beccare uno sciopero dei mezzi ed una manifestazione di raver due giorni consecutivi è molto difficile, ma nel capoluogo emiliano non ci stupiamo di niente. Ma ecco che finalmente inizia l’opera, finalmente i 1700 posti dell’EuropAuditorium sono pieni, inizia l’orchestra, l’opera di Verdi, brindiamo! Anzi “Libiamo nei lieti calici”.
Giuseppe Verdi: La traviata

Difficile parlare di un’opera così grande, maestosa e musicalmente magistrale. Alla regia questa volta abbiamo Alessandro Talevi, il direttore Riccardo Frizza riesce a riportare in vita Verdi e il suo spirito salterino, gioioso ma anche profondamente drammatico. Per quanto riguarda la regia, l’idea che sta dietro forse non è stato centrato il punto focale che si voleva indagare. Si opta per un’ambientazione moderna, ma che fosse anche senza tempo, non connessa ad un periodo storico, magari proprio questo punto di partenza ha penalizzato il risultato finale.
La Traviata è un’opera che si colloca e si deve collocare solo nel suo periodo storico per poter essere esaltata e fatta vivere al meglio, non nego tuttavia che ci possano essere in futuro delle regie che, stravolgendo l’opera, la rendano più vicina ai giorni nostri, modernizzandola, ma è un’operazione sicuramente ostica e non facile da fare. Sicuramente questa regia è un tentativo maldestro di modernizzare qualcosa di sacro, ma non è tutto da buttare.
EuropAuditorium – La traviata: regia

La regia è compromessa da diversi fattori: la difficoltà dell’opera di essere portata alla modernità, l’ibrido che si è scelto (perché seppur moderna, nei costumi ad esempio, elementi pesanti dell’opera classica erano persistenti) e ahimè anche la freddezza dell’EuropAuditorium, che seppur una bella struttura non riesce a restituire quella sacralità e bellezza che faceva la Sala Bibiena in Piazza Verdi. Ma l’apporto scenografico e la modulazione dell’opera non è tutta da buttare, anzi ci sono delle immagini e delle installazioni molto efficaci che trasportano lo spettatore in qualcosa di strano, magari mai visto prima se parliamo del pubblico tipo che frequenta l’opera. Ad esempio tocca parlare dell’immagine finale, durante il commuovente monologo di Violetta, sullo sfondo appare in video il coro mascherato, un’immagine che può essere vista solo di cattivo gusto eppure riesce a trasmettere un’inquietudine e una misticità che non è da poco.
È un’opera che va vista, qualunque sia la regia, perché si può trovare dell’oro negli atti maldestri che poi sono gli stessi atti che cambiano il mondo e chissà se un giorno non vedremo una vera rielaborazione dell’opera Verdiana, una che faccia esplodere le fondamenta dell’opera lirica alle quali ci appoggiamo, chissà se un giorno riusciremo a vedere una Violetta diversa, chissà se riusciremo a vedere un’opera lirica con un futuro più spensierato e meno legato alle tradizioni classiche, l’importante è osare sempre.
LA TRAVIATA
Melodramma in tre atti
Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Francesco Maria Piave
dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio
Direttore Riccardo Frizza
Regia e scene Alessandro Talevi
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Daniele Naldi
Videomaker Marco Grassivaro
Movimenti coreografici / Assistente alla regia Anna Maria Bruzzese
Assistente alle scene Manuela Gasperoni
Personaggi e interpreti
Violetta Valéry Zuzana Marková (16, 18 dicembre) / Julia Muzychenko (17, 19 dicembre)
Flora Bervoix Laura Cherici
Annina Melissa D’Ottavi
Alfredo Germont Rame Lahaj (16, 18 dicembre) / Matteo Falcier (17, 19 dicembre)
Giorgio Germont, suo padre Roberto Frontali (16, 18 dicembre) / Dario Solari (17, 19 dicembre)
Gastone, visconte de Letorières Paolo Antognetti
Barone Douphol Dario Giorgelè
Marchese d’Obigny Paolo Orecchia
Dottor Grenvil Adriano Gramigni
Giuseppe, servo di Violetta Enrico Picinni Leopardi
Domestico di Flora Andrea Paolucci
Un commissionario Sandro Pucci
In collaborazione con la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone”
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna