In scena dal 30 novembre al 4 dicembre all’Arena del sole, La Tempesta di William Shakespeare con la regia di Alessandro Serra, una grandissima opera di teatro moderno, un inno al teatro e una realtà vacillante, ma magica che i personaggi vivono e forse anche gli spettatori.
Contenuti
arena del sole: tempeste di applausi
All’Arena del sole, ritorna il regista Alessandro Serra, già autore di regie grandiose (ricordiamo il Macbettu) e il pubblico sembra esserne entusiasta: sentiamo nel foyer delle grandi aspettative bisbigliate e trattenute tra i denti, che ci arrivano come il rumore bianco del mare, e passiamo ai tempestosi e fragorosi applausi finali: il teatro ha vinto, Serra ha stupito ancora.

Shakespeare: la tempesta
Ciò che accade, quando si va ad affrontare Shakespeare, è di non rendergli giustizia. Si vedono una serie di spettacoli tutti uguali con più o meno impegno che però non riescono a permeare la memoria ma finiscono nella gola della dimenticanza. I testi del bardo sono la materia più viva del teatro ed è facile attingere per la creazione di uno spettacolo, perché dentro c’è una rosa e un ventaglio di sentimenti tutti diversi che quasi ci si perde. Shakespeare a teatro è così: stimolante e pericoloso.
Il lavoro di Serra non vuole rendere più fluido il testo, più attuale, più fruibile alle orecchie del pigro spettatore teatrale, il suo lavoro punta alla memoria, ed è proprio il punto su cui Serra vince sempre.
Alessandro Serra: foto d’autore

In sala succedono e vengono dette delle cose bizzarre. Se si presta attenzione, si riesce a percepire non solo lo spettacolo ma anche i piccoli commenti della platea. Verso la fine dello spettacolo queste parole suonano nell’aria: “Eh la fotografia è molto bella“. Queste sei parole sembrano scontate se si sta al cinema, ma strane se dette a teatro, eppure no.
Eppure no, queste sono le parole che descrivono perfettamente l’opera di Serra: “Eh la fotografia è molto bella”, sì perché ogni scena, ogni istante è una fotografia perfetta. Sono foto in movimento che si susseguono per tutto il corso dello spettacolo, è una foto che ci allarga le pupille quando la percepiamo, un pezzo museale. Ed è qui che Alessandro Serra riesce a vincere il tempo, riesce a penetrare nella memoria dello spettatore, a disegnare con il pennarello indelebile un’immagine nel cervello di chi guarda. Quante volte ci è capitato di andare a teatro e poi dopo un po’ le immagini ce le dimentichiamo? Tante. Con Serra questo non succede.

La Tempesta: lo spettacolo
È chiaro che La Tempesta non è uno spettacolo perfetto, ma il modo in cui viene affrontato è perfetto, in cui vengono rappresentati i fatti è perfetto, forse questa è l’unica locomotiva da seguire per fare in modo che testi con questo peso storico possano risultare interessanti sia agli assidui del teatro che ai profani.
Shakespeare non è ucciso, dilaniato, tagliato, strappato, fatto naufragare, ma è materia viva è cera, alabastro, è il marmo con cui Serra scolpisce il suo David.
Scenograficamente è privo di fronzoli e orpelli, è quasi uno spazio vuoto dentro il quale succede la scena. È pacato e dolce come nelle scene tra Ferdinando (Marcello Spinetta) e Miranda (Maria Irene Minelli) dirompente e frenetico grazie al capacissimo ed inaspettato Jared McNeill nel ruolo di Caliban; ma è anche comico ed ironico grazie al duo Massimiliano Poli (Trinculo) e Vincenzo del Prete (Stefano); ma è anche preciso, calcolatore, senza spazio per confusione e movimenti a caso.
Sembra poi essere musicato: gli attori si muovono sulla scena perfettamente e le battute che vengono fuori sono sinfonie prestabilite, musicate in un’orchestra di voci che suona l’opera del bardo. Gli attori suonano, sanno già cosa fare, ma non sono meccanici, non sono ‘burattinosi’, ma pieni ed intensi.
In conclusione La tempesta è uno spettacolo di teatro moderno che tutti dovrebbero vedere, la tradizione va a braccetto con l’innovazione scenica.
Dati artistici
di William Shakespeare
traduzione e adattamentoAlessandro Serra
con (in o. a.)Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Salvo Drago, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Marcello Spinetta, Bruno Stori
regia, scene, luci, suoni, costumiAlessandro Serra
collaborazione alle luciStefano Bardelli
collaborazione ai suoniAlessandro Saviozzi
collaborazione ai costumiFrancesca Novati
maschereTiziano Fario
produzioneTeatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale / Sardegna Teatro / Festival d’Avignon / MA scène nationale – Pays de Montbéliard
in collaborazioneFondazione I Teatri Reggio Emilia / Compagnia Teatropersona
foto di Alessandro Serra