IL TANGO DELLE CAPINERE @Arena del Sole: ballando tutti i giorni, per tutta la vita

L’Arena del Sole si trasforma in un album fotografico grazie alla danza dei ricordi di Emma Dante in “Tango delle Capinere”, e gli ansanti, commossi restano a guardare. Di Emma Dante abbiamo recensito Pupo di zucchero, Misericordia.

L’Arena del Sole ospita Emma Dante

È lunga la fila, alla biglietteria dell’Arena del Sole. Il pubblico bolognese, che ormai attende con trepidazione ogni appuntamento con Emma Dante, è accorso numeroso per assistere a Il Tango delle Capinere, ultimo lavoro della regista siciliana. Il chiacchiericcio prosegue nella Sala Leo de Berardinis, che si riempie velocemente: dalle poltroncine verdi, il pubblico si racconta, si confronta, parla del proprio rapporto con gli spettacoli della Dante (onnipresente, in ogni discorso, Misericordia, altro grande successo dell’artista), ma la flebile, intima musica di un carillon invita al silenzio. E quando le luci si spengono, per far accendere le stelle sul palco, Emma Dante ci ha già presi per mano, e noi stiamo danzando con lei.

Capinere, tango della quotidianità

TANGO DELLE CAPINERE - EMMA DANTE - ARENA DEL SOLE
TANGO DELLE CAPINERE – EMMA DANTE – ARENA DEL SOLE – PH. ROSELLINA GARBO

È un cielo stellato, che illumina l’intera vicenda. Un cielo stellato finto, fatto di tante, piccole lampadine appese in aria, ma poco importa: già si riesce ad intravedere il cielo. Sotto questo, due bauli, che tagliano il palco in una diagonale: una vecchietta (Manuela Losicco), seduta su uno di questi, suona un carillon. Lo fa velocemente, con affanno, quella musica la consola. Ed ecco che, su queste note, un altro vecchietto (Sabino Civilleri) compare, stavolta, da dentro un baule. Lui e Lei, volti senza nome, eppure perfettamente riconoscibili, si trovano, sul palco, s’incontrano, festeggiano insieme l’ultima notte dell’anno.

La danza della quotidianità di Emma Dante

Piccoli e precisi movimenti li fanno diventare vivi, e proprio da lì inizia la danza della quotidianità: soffiarsi il naso, tossire, prendere pastiglie, coreografia di “tutti i giorni”, con cui si attraversano le epoche. Dopo che i due vecchietti si scambiano un goffo, appassionato bacio, le voci di Rita Pavone, Edoardo Vianello e Milva li fanno ringiovanire: ed è così che diventano due signori di mezza età, che non smettono di amarsi pur contendendosi il telecomando (finestra sull’attualità e sulla possibilità, inconsapevole, di scegliere quale visione sul mondo avere), subito dopo sono una giovane coppia sposata, alle prese col loro primo figlio, finendo poi col diventare due giovani, due ragazzini, al momento del loro primo bacio. 

Vediamo la vita, di questi Lui e Lei, volti senza nome eppure così familiari, e ci commuoviamo, perché, dentro di loro, ci siamo pure noi. Ci siamo pure noi, in quelle incertezze, in quelle piccole azioni, in quell’emotività caotica, piena di sorrisi e sopravvivenza. Ci siamo pure noi, sul palco.

Losicco e Civilleri in TANGO DELLE CAPINERE: noi di tutte le epoche

LOSICCO E CIVILLERI NE “IL TANGO DELLE CAPINERE”

Manuela Losicco (già vincitrice di un Premio Ubu come miglior attrice in un altro spettacolo della Dante, Misericordia) e Sabino Civilleri, co-fondatori della Compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante, sono i due protagonisti dello spettacolo. Attorno a loro, attorno ai loro movimenti, ai loro sguardi, al loro dialetto siciliano si costruisce l’intera azione scenica. E non c’è niente di più bello che starli a guardare: i loro corpi rispondono alle musiche, allo spazio, all’energia del pubblico con delicata ma pronta intuizione, ed il dialetto in cui si esprimono, sebbene estraniante, diventa un grammelot chiarissimo, nel quale riusciamo ad identificarci tutti. Losicco, parlando dello spettacolo, pieno di ricordi che sono propri sia degli attori che della regista, dice che “Portare in scena questi ricordi, che sono nostri e suoi, è come cercar di non far mai finire una festa, cercare di portar fuori i colori, anche quando uno non ce la fa più”. Ed è forse, allora, la fatica nel trovare un nuovo sorriso, un nuovo colore, la fatica che compiamo tutti, che ce li fa amare e ci fa credere, convintamente, che loro sappiano di noi, più di quanto noi sappiamo.

Emma Dante scrive, su pagine eternamente bianche, i movimenti della vita

“So che un amore

può diventare bianco

come quando si vede un’alba

che si credeva perduta”

Alda Merini


Emma Dante la mette tra le note di regia, questa poesia di Alda Merini. Ed è quello che, poi, metterà sul palco: un amore bianco, un amore da scriversi ogni giorno, un amore da scoprire, volta per volta, con le difficoltà (e i piccoli piaceri) che si scoprono durante il percorso. Dante riprende la tematica di Ballarini, spettacolo nel quale Losicco e Civilleri interpretavano due amanti, decidendo di soffermarsi su di loro, di farci entrare nella loro casa. Lo fa in una maniera onesta, sincera, poetica e vera, nella sua grande intimità. Vediamo, su quel palco, momenti che sono propri ad ognuno di noi.

TANGO DELLE CAPINERE: le musiche di MIlva, Pavone e Vianello

Le voci di Milva, Rita Pavone, Edoardo Vianello e di altre grande stelle della musica leggera italiana, su cui magistralmente danzano i due interpreti, fanno parte della nostra storia, della nostra cultura, e quindi non possiamo fare nulla di sentirci pure noi su quel palco, a cantare, a ballare, a ripetere il paraponziponzipò dei Watussi. I colori sgargianti degli abiti dei personaggi, in contrasto con le luci delicate perché li illuminano, ce li rendono davvero ricordi, ce li rendono davvero qualcosa che, anche per un attimo, compare in un flusso di pensieri nebbiosi, in maniera, però, estremamente dettagliata. Usciamo dalla sala commossi, convinti di aver visto non solo spettacolo, ma anche (e soprattutto) la storia di due vecchi amici, se non addirittura la nostra.

E allora, come a due vecchi amici, diciamo: ciao Lei, ciao Lui. Emma Dante ci ha permesso di vedervi, vedervi e non conoscervi, lasciando trasparire, dai vostri movimenti, quell’alone necessario di mistero affinché la magia del teatro si compia, ma, nel vedervi, ci ha ricordato quanto possa avere, di tenero, la nostra vita. Quanta speranza possiamo avere, quanto si può, ancora, credere che i giorni si possano affrontare danzando, in due o anche da soli, non smettendo mai di ascoltare la musica che ci suona dentro. Mai smettere di danzare, finché la musica suona. Quando smette, smette per sempre: e, a quel punto, bisogna aspettare il buio sul palco, per capire cosa ci aspetta dopo.

TANGO DELLE CAPINERE, info e cast

regia   Emma Dante

con      Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

luci      Cristian Zucaro

assistente alla regia Daniela Mangiacavallo

organizzazione Daniela Gusmano

produzione Atto Unico

in coproduzione con Teatro Biondo Palermo / Emilia Romagna Teatro ERT – Teatro Nazionale / Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Carnezzeria / Théâtre des 13 vents, Centre dramatique national Montpellier / MA scène nationale – Pays de Montbéliard

in collaborazione con Sud Costa Occidentale

coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma

foto di copertina Carmine Maringola

foto di scena Rosellina Garbo

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