All’Arena del sole, Daniel Veronese dirige gli attori Lino Musella e Paolo Mazzarelli con Brevi interviste con uomini schifosi, noto testo dello statunitense David Foster Wallace. Il testo è molto potente, e i due attori riescono benissimo a riportare quella comicità, ma allo stesso tempo brutalità e violenza che c’è nel testo. Un lavoro davvero ottimo, di una durata splendidamente coerente e per niente noiosa.
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Brevi interviste con uomini schifosi: una regia essenziale

Per quanto riguarda la regia, la scenografia e la resa scenica non c’è nulla di più essenziale che un paio di sedie e un tavolo bianco. L’essenzialità è un punto di forza, non distrae da tutto il resto. I due attori sono portati a monologare spesso, sono padroni, a turno, di una scena e quando quest’ultima si esaurisce allora uno dei due preme un campanello che suona, c’è un buio ed un’altra scena. Niente di più semplice, quasi elementare, eppure di una grande efficacia, perché il testo di Wallace si muove comunque secondo questo modo di fare, come rendere a teatro delle “brevi interviste”? Come rappresentare a teatro tanti monologhi? Daniele Veronese ce lo dice, ci suggerisce che si può fare così, in un mondo di complessità a volte è meglio tornare alle radici, alla semplicità.
David Foster Wallace: uno scrittore visionario
David Foster Wallace, è uno dei maggiori scrittori americani del nostro secolo. Un visionario, folle che ha partorito capolavori già da ragazzino che riflettevano il cataclisma dell’animo che aveva l’uomo postmoderno. Autore di capolavori come La scopa del sistema, suo primo romanzo e anche Infinite Jest, mattone di mille pagine che molti considerano come il suo Ulisse di Joyce. Nella raccolta di racconti Brevi interviste con uomini schifosi si parla proprio della crisi dell’uomo post moderno, un libro molto nichilista che suscita nel lettore quella sensazione che non si può fare niente per cambiare il mondo nel quale si vive, cambiare le mentalità di alcune persone laide e poco gradevoli con una concezione tutta loro che si basa sulla violenza, anche non fisica.
La messa in scena vede, come scritto, due attori che si alternano e appare il non poco fraintendimento e l’incapacità di comprensione tra i due sessi. Brevi interviste con uomini schifosi parla proprio dell’uomo postmoderno che, incapace di interagire amorevolmente con l’altro sesso, riesce a farlo solo usando violenza e cinismo, facendo l’esperto, vantandosi, imbrogliando e facendo il prepotente. Una parabola di uomini storti, venuti male, egocentrici che purtroppo ancora popolano le nostre strade e i posti di potere.

LINO MUSELLA, PAOLO MAZZARELLI
I due attori sono stati formidabili, nulla da dire. Hanno capito e raggiunto un’intensità tale che se il pubblico doveva essere serio, era serio se doveva ridere, rideva, se sorridere sorrideva, credo che non ci sia nient’altro di meglio che passare le proprie intenzioni al pubblico. Paolo Mazzarelli è un buonissimo attore che pur gigoneggiando non lascia che il filo del discorso e la concentrazione vengano spezzati, l’utilizzo di controtempi in contrasto con le intense pause di Lino Musella, è un’arma vincente.
Tutto sommato non è uno spettacolo grandioso, inarrivabile, ma un ottimo spettacolo una visione gradevole recitata e messa in scena come si deve, una cosa abbastanza complessa da trovare di questi tempi nei quali i teatri sono pieni di “Uomini schifosi”.
Brevi interviste con uomini schifosi: dati artistici
di David Foster Wallace
regia e drammaturgia Daniel Veronese
traduzione Aldo Miguel Grompone e Gaia Silvestrini
con Lino Musella e Paolo Mazzarelli
disegno luci Marciano Rizzo
direzione tecnica Marciano Rizzo, Gianluca Tomasella
fonica e video Marcello Abucci
responsabile di produzione Gaia Silvestrini
assistente alla produzione Gianluca Bonagura
produzioneTeatro di Napoli – Teatro Nazionale, Marche Teatro, TPE Teatro Piemonte Europa, FOG Triennale Milano Performing Arts, Carnezzeria
con il sostegno di Timbre 4, Buenos Aires e Teatro di Roma – Teatro Nazionale