Dal 14 al 23 ottobre in Sala Bibiena va in scena al Teatro Comunale di Bologna, l’Andrea Chènier, opera di Umberto Giordano diretta da Oksana Lyniv e firmata da Pier Francesco Maestrini. L’opera di Giordano affonda le radici nell’epoca del Terrore e della rivoluzione francese paragonabile a ciò che sta succedendo attualmente nel mondo, un libretto coinvolgente che fa innamorare e riflettere.
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al teatro comunale: brusio ed applausi
La prima del teatro comunale di Bologna è sempre un momento di giovialità, ma questa volta il chiacchiericcio è più pungolante del solito, c’è molto pubblico, c’è molta aspettativa e tanta foga di vedere gli attori in scena e i musicisti in azione. Il suono della campanella richiama i discepoli, che sorridenti si siedono sulle poltrone del Teatro per godere dello spettacolo. Il pubblico è in visibilio già dall’apparizione della direttrice d’orchestra, Oksana Lyniv, direttrice d’orchestra ucraina che si esibisce per la prima volta nel capoluogo emiliano.
Immediatamente si capisce la portata dell’opera: scenograficamente lascia a bocca aperta, è un museo sul palco, la cura dei dettagli è spaventosa, l’audacia delle scelte aumenta di stupore ad ogni quadro.
È una scenografia troppo ambiziosa oppure è soddisfacente? Forse la prodezza dell’apporto scenografico metterà in secondo piano la storia e gli attori? Assolutamente no. I cantanti ci regalano un canto pulito e pieno d’emozione, tanto da “costringere” il pubblico a fare spesso applausi a scena aperta. Tra fragorosi applausi e i numerosi “bravo”, “brava” gridati di tanto in tanto, direi che nessuno ha prevalso sull’altro, anzi è uno dei casi nel quale attore e scenografia collaborano per avvalorarsi a vicenda.

Gregory Kunde (Andrea Chènier) ed Erika Grimaldi (Maddalena di Coigny) sono una coppia perfetta, hanno un’alchimia musicale rovente, focosa, il loro canto scioglie i cuori degli ansanti già nei primi quadri e raggiunge il picco nella scena finale, due amanti che, all’alba, vanno verso la morte insieme. C’è stato il contributo anche degli allievi della scuola di danza Arabesque di Bologna e, come di consuetudine, l’aiuto degli allievi attori della scuola di teatro Alessandra Galante Garrone, in scena i due mondi collido e chiudono il quadro impeccabile che è quest’opera.
Con l’apparato orchestrale, Giordano riesce a restituire immagini realistiche della nostra storia europea, usando personaggi storici, motivi dell’epoca precisa come il minuetto, la gavotte, la marsigliese e la carmagnole, è una macchina del tempo nella quale lo spettatore entra e non esce mai più perché dopo la fine di questo spettacolo sicuramente una parte di storia ci rimane attaccata addosso.

L’andrea chÈnier: la fortuna di Umberto GIORDANO
L’Andrea Chènier è l’opera più famosa di Umberto Giordano, la più fortunata e la più applaudita. La riceve da Alberto Franchetti, che l’aveva comprata da Luigi Illica, e grazie all’amicizia con Mascagni, Giordano mette in scena l’Andrea Chènier alla Scala di Milano.
L’opera affronta il secolo parigino del terrore e della rivoluzione francese, è meraviglioso che sia diretto da una donna perché questo è il secolo nel quale i movimenti di ribellione femministi si iniziavano a formare, la voce delle donne iniziava ad esserci. Olympe de Gouges, scrisse dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina(1791) in risposta a dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, che i rivoluzionari avevano compilato senza citare minimamente le donne nel progetto di uguaglianza. La libertà femminile che guida il popolo è solamente una fiaccola allegorica, purtroppo le donne erano ancora viste marginalmente ed era strano che si occupassero di “cose da uomini”. Ma una frase di Olympe de Gouges si fa breccia nel buio del Terrore:
”Se la donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve avere ugualmente il diritto di salire sulla tribuna”.
Olympe de Gouges
ANDREA CHÈNIER, luigi illica, FULIGINE, STORIA E JAMBES

L’incubo e la confusione, il trambusto di quegli anni è rappresentato alla perfezione dai movimenti di scena e anche dalle varie scenografie che rappresentano distruzione e poteri consumati. In contrasto alla regalità, come nel primo quadro, vediamo in proscenio, ai lati, cataste di distruzione nere, fuliginose che come un virus sarebbero arrivate presto a devastare tutta la città. Il moto di rivoluzione è graffiante, il palco diventa una piazza messa a ferro e fuoco, un tribunale ordinato e pulito ed una galera buia, stretta ed asfissiante dove il povero Andrea Chènier sta scrivendo il suo ultimo jambe.
C’è da dire che il librettista, Luigi Illica, che è un fine conoscitore dell’opera e del personaggio, ha dato al testo, specialmente con le sue didascalie così ricche di particolari, qualcosa che si possa davvero specchiare con il vero personaggio storico di Chènier.

Jambes di Andrea Chènier:
“Come un ultimo raggio, come un ultimo zefiro animano la fine di un bel giorno. Ai piedi del patibolo tento ancora la lira. Forse il mio turno verrà presto. Forse prima che l’ora, muovendosi in cerchio, abbia poggiato sul lucido smalto, nei sessanta passi in cui è confinato il suo cammino, il piede vigile e sonoro, il sonno del sepolcro graverà sulle mie palpebre”
Andrea Chènier
Quarto quadro, Luigi Illica:

“Come un bel dì di maggio che con bacio di vento e carezza di raggio si spegne in firmamento, col bacio io d’una rima, carezza di poesia, salgo l’estrema cima de l’esistenza mia. La sfera che cammina, per ogni umana sorte ecco già mi avvicina all’ora della morte, e forse prima che l’ultima mia strofa sia finita, m’annuncerà il carnefice la fine della vita”
Ultima romanza dell’Andrea Chènier
Andrea Chènier è infatti un personaggio interessantissimo, dal punto di vista storico, un semplice poeta, con una produzione nemmeno tanto vasta, non ha lasciato nemmeno un’opera completa (ma quanto bastava per ispirare Victor Hugo, che si nutriva di tutto), che scriveva degli Jambes, delle poesie quindi tutt’altro che precise, ma il fatto che si sia lanciato a capofitto nell’avventura della storia, l’ha reso un gemma preziosa, è diventato come uno di quei dei greci dei quali leggeva nei libri.
Note di regia di Pier Francesco Maestrini
La correlazione tra guerra in Ucraina e rivoluzione francese mi gela, quel che avevo in mente era rendere evidente come un periodo di radiale cambiamento così determinate per lo sviluppo del genere umano si sisa trasformato in devastazione e terrore, anhe se nato dal pensiero di gente illuminata. Volevamo detriti e rovini che dominassero la scena fagocitando alcuni elementi simbolo, tipo un cembalo o una scultura, che richiamassero l’arte e la bellezza, tra atti di sciacallaggio e bassezze dell’animo umano, a ricordarci come per una cosa buona che siamo in grado di creare ne produciamo altre cento nefaste. Volevamo ricordare le conseguenze a cui porta l’indifferenza, oggi come allora.
ANDREA CHèNIER TEATRO COMUNALE
Andrea Chénier
Dramma di ambiente storico in quattro quadri
Musica di Umberto Giordano
Libretto di Luigi Illica
Direttrice Oksana Lyniv
Regia Pier Francesco Maestrini
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Coreografia/Assistente alla regia Silvia Giordano
Scene e videoNicolás Boni
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Daniele Naldi
Personaggi e interpreti
Andrea Chénier Gregory Kunde (14, 18, 21, 23 ottobre) / Luciano Ganci (15, 19, 22 ottobre)
Carlo Gérard Roberto Frontali (14, 18, 21, 23 ottobre) / Stefano Meo (15, 19, 22 ottobre)
Maddalena di Coigny Erika Grimaldi (14, 18, 21, 23 ottobre) / Mariapia Piscitelli (15, 19, 22 ottobre)
Bersi Cristina Melis
La contessa di Coigny Federica Giansanti
Madelon Manuela Custer
Roucher Vittorio Vitelli
Fouquier-Tinville Nicolò Ceriani
Pietro Fléville Stefano Marchisio
Mathieu detto “Populus” Alessio Verna
Un Incredibile Bruno Lazzaretti
L’Abate, poeta Orlando Polidoro
Schmidt e maestro di casa Luca Gallo
Dumas Luciano Leoni
Filandro Fiorinelli, musico Antonio Ostuni
In collaborazione con la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e con la Scuola di Danza Arabesque Bologna
Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna
Nuova Produzione del Teatro Comunale di Bologna
Date
Venerdì 14 ottobre, Turno Prime, ore 20.00
Sabato 15 ottobre, Turno Opera nuova, ore 20.00
Martedì 18 ottobre, Turno Serate all’Opera, ore 20.00
Mercoledì 19 ottobre, Turno Pomeriggi all’Opera 1, ore 18.00
Venerdì 21 ottobre, Turno Passione Opera, ore 20.00
Sabato 22 ottobre, Turno Pomeriggi all’Opera 2, ore 18.00
Domenica 23 ottobre, Turno Domeniche all’Opera, ore 16.00