È stata presentata il 30 e 31 marzo all’Arena del Sole l’ultima creazione del regista e drammaturgo Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza: Beatitudo, spettacolo-celebrazione del trentennale della compagnia teatrale del carcere di massima sicurezza di Volterra ed esito del progetto triennale #30annidifortezza. La Compagnia e Punzo, che dalle origini producono in media uno spettacolo all’anno, presentato in carcere all’interno del Festival VolterraTeatro e poi in tournee nei più grandi teatri d’Italia, perseguono l’ambizioso obiettivo di realizzare, proprio a Volterra, il primo Teatro Stabile in Carcere al mondo.
L’esperienza di teatro-carcere della Fortezza nasce nel 1988, quando Armando Punzo approda al carcere di Volterra con l’intento di “reinventare” il teatro nell’incontro con l’altrove penitenziario, a sua volta trasformato da Istituto di Pena a Istituto di Cultura; un altrove che proprio il teatro mira a scardinare, per ricongiungere la “comunità del fuori” con quell’”alterità del dentro” che è, in realtà, nient’altro che una parte di sé. Pluripremiata nel circuito teatrale e riconosciuta a livello internazionale, l’esperienza della Fortezza persegue un’altissima qualità artistica come obiettivo primario del suo essere, scardinando lo stereotipo che riconosce un ruolo unicamente riabilitativo-trattamentale alle esperienze di teatro in carcere; ma anche luogo, Volterra, dove l’arte ha, dalla sua, trasformato un carcere di massima sicurezza tra i più duri d’Italia in un vero e proprio “istituto modello”.
Beatitudo, preceduto dallo studio Le parole lievi – Cerco il volto che avevo prima che il mondo fosse creato (2017), è in realtà la seconda tappa di un progetto a lungo termine di esplorazione della natura umana, iniziato con il precedente Dopo la tempesta. L’opera segreta di Shakespeare (2016) e il suo studio, Shakespeare. Know Well (2015). “Spettacolo sulla felicità”, nelle parole di Punzo, Beatituto dell’uomo vuole indagare le sue infinite possibilità di essere, al di fuori del tempo e dello spazio e nella possibilità di riscrivere il tempo come modo per riscrivere l’essere (“La forma del tempo è circolare, tutto il passato ritorna come un’onda e queste antiche cose sono qui adesso”). Beatitudine nell’affrancarsi da un reale già dato che fissa e cristallizza ogni sfumatura del possibile. “Non ho ancora finito di nascere”, dice a un certo punto l’Uomo di Beatitudo: felicità, dunque, come possibilità, libertà nella mutevolezza.
L’indagine si compie nell’incontro con la già destrutturazione del reale nell’opera dello scrittore Jorge Luis Borges, rappresentante del realismo magico, ma senza alcuna logica o intento narrativo o rappresentativo: dai suoi testi, la compagnia coglie immagini, suggestioni, personaggi, che diventano figure dell’evocazione, quadri dal sapore dell’apparizione, mistica o onirica, in cui il senso del testo è plasmato in suono, immagine e azione, alla ricerca di un ritmo che sappia catturare l’attenzione dello spettatore, condurlo nella sua trama. L’ambiente scenico è costruito intorno al movimento e all’agire delle figure umane, che emergono dal fumo sfondando la quarta parete, in un tripudio di bianco, rosso e oggetti-simbolo onirici che abitano nel qui e ora delle possibilità umane riscrivibili nel tempo, rappresentate dal simbolo dell’infinito, che ricorre e “si rincorre” in scena, e contrapposte alla costruzione in progress di una Babele di libri dove, invece, tutto è fissato. Meritatissimo il Premio Ubu 2018 per le musiche ad Andrea Salvadori. Protagonista dello spettacolo al pari dell’immagine, incarnata da musicisti-attori totalmente integrati nell’agire scenico, la musica è una vera e propria altra voce tra le voci, altra figura dell’apparizione, mai di sfondo ma pulsante architettura di suoni, viva al pari della popolazione delle figure umane.
“Voglio sognare un uomo, voglio sognarlo con minuziosa interezza e imporlo alla realtà”, ci dice la voce di Punzo mentre un bambino avanza in scena sorreggendo un globo-mondo, in una resa estremamente poetica del possibile. Questo il desiderio, il proposito e il messaggio lasciato allo spettatore-testimone di questo altrove di infinite possibilità dell’essere; un altrove, il teatro, che è proprio il luogo per eccellenza dove abitano trasformazione e possibilità, in cui in cui ogni cosa data può essere rinominata, la parola che cristallizza reinventata. Un luogo dove l’umanità può riscrivere se stessa, la propria storia e la propria vita nell’istante reale e intrattenibile della finzione autentica.
INFO:
BEATITUDO
liberamente ispirato all’opera di Jorge Luis Borges
Compagnia della Fortezza
regia e drammaturgia di Armando Punzo
musiche originali e sound design Andrea Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
coreografie Pascale Piscina
aiuto regia Laura Cleri
assistente alla regia Alice Toccacieli
aiuto scenografo Yuri Punzo
decorazioni e arredi Silvia Bertoni
collaborazione drammaturgica Alice Toccacieli, Francesca Tisano, Salvatore Altieri, Fabio Valentino,
Elisa Betti
in scena Armando Punzo, Sebastiano Amodei, Mohammad Arshad, Elisa Betti, Nikolin Bishkashi, Placido Calogero, Rosario Campana, Vincenzo Carandente Giarrusso, Gillo Conti Bernini, Elis Dedei, Nicola Esposito, Giulia Guastalegname, Ibrahima Kandji, Kujtim Kodra, Massimo Marigliano,
Francesco Nappi, Giacomo Silvano, Gaetano Spera, Lucian Tarara, Francesca Tisano,
Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto
e il giovanissimo Marco Piras
ensemble di percussioni Quartiere Tamburi / Marzio Del Testa, Iago Bruchi, Riccardo Chiti, Lucio Passeroni, Andrea Taddeus Punzo de Felice
canto Isabella Brogi
collaborazione artistica Adriana Follieri, Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Marco Mario Gino, Eugenio Marzi, Marta Panciera, Luisa Raimondi, Eleonora Risso, Elena Turchi, Luca Dal Pozzo, Francesca Lateana, Manuel Marrese, Alessandra Pirisi, Eva Pistocchi, Eva Cherici, Valeria Bertini, Tommaso Vaja
Carte Blanche e Tieffe Teatro
con il sostegno di MiBAC – Ministero per i beni e le attività culturali, Regione Toscana, Comune di Volterra, Comune di Pomarance, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, ACRI – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio spa, Ministero della Giustizia – Casa di Reclusione di Volterra
direzione organizzativa e cura dei progetti Cinzia de Felice
organizzazione generale e coordinamento attività Centro Nazionale Teatro e Carcere Domenico Netti
amministrazione generale Isabella Brogi
segreteria e contabilità Giulia Bigazzi
responsabile attività formative Marzia Lulleri
progettazione grafica Studio Funambulo
documentazione fotografica e foto di scena Stefano Vaja
documentazione video Nico Rossi, Francesco Zollo / VaiOltre!
direzione tecnica Carlo Gattai
light designer Andrea Berselli
sound Alessio Lombardi
social media partner Simone Pacini / fattiditeatro
ufficio stampa Pepitapuntocom
Teatro Arena del Sole – Sala Leo de Berardinis
sabato 30 marzo e domenica 31 marzo 2019
durata 100 minuti