BANANE@Teatro dell'Orologio: un'esistenza in 40 scatti

Con il sottofondo della voce dell'altoparlante alla stazione dei treni, in completa oscurità si apre lo spettacolo "BANANE" al Teatro dell'Orologio, secondo atto del trittico della Compagnia del Teatrodilina, in scena al Teatro dell'Orologio con questo lavoro fino all'8 novembre. Il prossimo appuntamento è con lo spettacolo: “Gli uccelli migratori” (dal 12 al 15 novembre) sempre al Teatro dell’ Orologio.

Appena si accende la luce, lo spettatore si trova davanti una semplice scenografia con il pavimento a scacchi giallo e nero e delle cassette di plastica verdi, quelle dove si tiene la frutta al mercato, per intenderci.
Questo espediente registico di gioco luce/oscurità e la scarna scenografia (ma molto d'effetto) saranno le caratteristiche di tutta la narrazione: le luci si spengono per alcuni secondi e, quando si riaccendono, i personaggi sono cambiati, oppure sono disposti in altre posizioni. Brevi scene, dunque, con le quali si racconta la storia di Palma e Pino, lei appena arrivata a Roma dalla Puglia per andare a trovare lui, suo cugino di secondo grado, che è probabilmente uno studente fuori sede.
In seguito si aggiunge Elio, amico di Pino, anche lui fuori sede. Entrambi i personaggi maschili si innamorano di Palma, nonostante i legami di parentela di uno di loro. Passa un anno e i due decidono di andarla a trovare, sebbene lei non si sia più fatta sentire. Partono, ma a destinazione scoprono che Palma si è sposata con Max, personaggio di cui ci è dato un assaggio in una sequenza di poco precedente. Ci è presentato mentre dà da mangiare alla sua cagnetta Pigna, una tenera attrice a quattro zampe, che però apparirà soltanto in questo breve frangente. Max è un personaggio fastidioso, provinciale, cinico e un po’ tonto; ha i capelli lunghi, spesso arruffati, ma ha anche un principio di calvizie per cui i capelli lunghi stonano e contribuiscono a contrassegnare il personaggio come buffo. Fa l'operaio e si occupa di scaricare e controllare cassette di banane.
Questo frutto, che dà il titolo allo spettacolo, ricorre sovente nella scena e gli attori ne mangiano durante la rappresentazione. C'è anche una cassetta piena di banane (un po’ verdi) all'ingresso della sala. Tra i tre personaggi maschili si instaura subito un rapporto di gelosia e la rivalità è ben inscenata in una partita a un famoso gioco di società, nella quale Pino ed Elio si dimostrano culturalmente superiori e Max non accetta la sconfitta, accusando infantilmente i due di barare (perché secondo lui chi gioca da tanto tempo a quel quiz può aver imparato a memoria le carte, e quindi non è detto che sia più bravo dell'avversario).
In realtà Elio, a un certo punto, prova a dimostrare in tutti i modi che questo non è vero, ma l'autore del testo è bravo a metterci la pulce nell'orecchio: proprio perché il personaggio risponde a delle domande del gioco e lo fa anche prima che l'avversario finisca di esporla completamente non è poi detto che Max abbia davvero torto. Questo atteggiamento di Max, infantile e un po’ sulla scia della storia della volpe e l'uva, fa vergognare Palma e acuisce una soggiacente crisi coniugale che porta quest'ultima a fuggire con i due ospiti.
Le scene finali vedono i quattro personaggi rincontrarsi casualmente in spiaggia, dove Pino, Elio e Palma si sono accampati per la notte, e Max che telefona alla moglie per annunciarle la morte di Pigna, la quale nel frattempo era stata presentata come malata, immobilizzata in una cassetta bianca con una croce rossa disegnata sopra.
L'autore ci fa intendere che sia stato proprio lui ad ucciderla, in una sorta di eutanasia mossa dal dolore per la perdita (di possesso) della moglie e che forse possa averla usata come strategia per riavvicinarsi a lei. Queste scene rendono efficacemente il senso di solitudine che i personaggi provano al termine della nostra storia: c'è chi continuerà da solo il viaggio e chi resterà a corto di soldi, ma, nonostante la richiesta di aiuto, non ne riceverà.

Lo spettacolo è molto gradevole, alcune trovate sono davvero simpatiche ed originali. Gli attori dimostrano tutti professionalità e stile, soprattutto Mariano Pirrello che caratterizza in modo efficace il personaggio di Max. L'espediente delle 40 scene rapide intervallate dallo spegnimento delle luci è molto interessante: si vede che il regista, Francesco Lagi, proviene dalla cinematografia.

BANANE

(un quasi road movie per quattro attori, un cane e alcune casse sparpagliate)
con Francesco Colella, Leonardo Maddalena, Aurora Peres, Mariano Pirrello 
Compagnia Teatrodilina
di Francesco Lagi

regia Francesco Lagi
suono Giuseppe D’Amato
scenografia Salvo Ingala
mlg Regina Piperno
regia Francesco Lagi

 

SALA MORETTI

dal 3 all’8 novembre 2015

dal martedì al sabato ore 21:30 | domenica ore 18:30

 

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