La BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE è un omaggio al supremo piacere della stravaganza e della singolarità che, partendo dalla filosofia del dandy, attraversa l’opera e la vita di Oscar Wilde. Dal 15 AL 27 novembre al Teatro Lo Spazio. Scritto da Valeria Moretti, è uno spettacolo musicale diretto e interpretato da Gianni De Feo.
Ad accoglierci nel foyer del teatro, alcuni libretti con i brani e le fotografie dei personaggi e dei protagonisti che rappresentano e completano l'affresco di stravaganza ed eccesso di moda di fine ottocento che sta per essere messo in scena. Lo stile dell'operina musicale si inizia a pregustare e l'idea di portarsi a casa un pezzo dello spettacolo ci sembra un piccolo grande regalo. Un omaggio ad Oscar Wilde, una figura umana e letteraria d’eccezione, ma anche un omaggio di Oscar Wilde (e dell'autrice) al suo pubblico.
Lo spettacolo ruota intorno alla figura del noto scrittore e drammaturgo irlandese. A raccontarcelo è Velluto, un personaggio inventato dall'autrice, un "umile" ma ambizioso (velluto è sinonimo di grande lusso) e fedele amico che, ispirato dalla vita di Oscar Wilde, lo accompagnerà durante l'adolescenza, l'università, il matrimonio con Lady Costance, il suo amore per "Bosie", Lord Alfred Douglas, l'arresto per accusa di sodomia e la decadenza dello scrittore: un viaggio nel supremo piacere della stravaganza e della singolarità ma anche in una vita tutt'altro che affascinante e volta all'estetica.
"Chi era veramente Oscar Wilde? Un'enorme matrona o uno scolaretto?"
In questo testo Valeria Moretti vuole rappresentare anche l'altro lato dell'esteta, mostrando e svelando le tre maschere che il poeta/scrittore ha indossato nella sua vita: il dandy, il criminale, il fantasma. La ballata del carcere di Reading (in inglese The Ballad of Reading Gaol), è il celebre componimento poetico di Oscar Wilde scritto dopo la sua scarcerazione il 19 maggio 1897 dalla prigione di Reading e rappresenta un cambio di rotta nella sua vita, ovvero, il processo e la condanna a due anni di prigione per «gross indecency», come era definita l'omosessualità dalla legge penale in un’Inghilterra vittoriana dai severi costumi sociali (ma i riferimenti alle opere di Wilde sono comunque numerose: vengono citate il Principe felice, il ritratto di Dorian Gray, Salomè). Era stato incriminato per sodomia, accusato di omosessualità, "l'amore che non osa pronunciare il suo nome". La sua profonda fede nella vita come un'opera d'arte (life as a work of art), che fino a quegli anni rappresentò la pura espressione dell'estetismo mondiale, divenne negli anni tremendamente pessimistica, e continuò a logorarlo fino alla sua morte.
Lo spettacolo seduce con le parole, con la voce, con i costumi e con l'ambiente che richiama un'antica e ricca Babilonia, ma ci appare anche un virtuosismo di De Feo. Ottime le sue doti canore e la sua presenza scenica, una prima donna che interpreta il lungo monologo accompagnato solo da musica e voce off. Testo, musica e canzoni si alternano e si intrecciano, nello stile di un’operina musicale e i musicisti Giovanni Monti (alle tastiere) e Piero Fortezza (alle percussioni) accompagnano la scena con un repertorio ricco e variegato, passando dai madrigali spagnoli del Seicento alle canzonette ambigue del varietà francese inizio 900, da John Dowland a Juliette Gréco, da Giuni Russo a Pergolesi. La partecipazione in voce nei ruoli di Sarah Bernhardt e di Salomè è, invece, di Pamela Villoresi, che apre e chiude la scena con la sua voce piena di vitalità e follia.
La scenografia è calda e accogliente ed è chiaro il richiamo alla Babilonia che, oltre ad essere espresso nei vestiti, lo è nel ricercato gusto dell'arredamento: un divano/letto, una seduta per la toeletta, il continuo riferimento al "circolo culturale" frequentato dagli eccentrici personaggi dell'epoca, tra Piccadilly Circus, teatri e boulevards parigini. Sullo sfondo una rosa-arazzo completa il suo significato simbolico con le (quasi ultime) parole di Wilde: "Vorrei annusare una rosa prima di morire".
Se "Ognuno uccide la cosa che ama" scrive Wilde nella sua Ballata, anche Velluto alla fine ucciderà il suo "amore" per Wilde, sostituendolo con quello per l’ultimo dandy: Vladimir Majakovskij. In sostanza, fa come fanno gli uomini ne "il Principe felice", quando ormai il suo mantello è spoglio dell'oro, senza ornamenti preziosi, viene gettato via, fuso, e sostituito con un altra statua degna della bellezza di un principe. Ovvero, stravagante e singolare.
Info
BALLATA NOTTURNA PER OSCAR WILDE
Teatro Lo Spazio dal 15 al 27 novembre
di Gianni De Feo
Atto unico di Valeria Moretti
Diretto e interpretato da Gianni De Feo
Tastiere Giovanni Monti
Percussioni Piero Fortezza
Voce di Pamela Villoresi nei ruoli di Sarah Bernhardt e di Salomè