E' andato in scena il 20 Maggio 2017, all'interno del Festival teatrale Urgenze 2017, rassegna/concorso a cura di Francesca Romana Miceli Picardi, Lara Panizzi e Marianna Stoico, presso il teatro Tordinona di Roma, lo spettacolo "Avemmaria" di e con Emilio Nigro, che racconta con intensità la storia di un uomo senza nome e della sua terra, attraverso un monologo, tratto da una storia vera, ma che può diventare universale. La Rassegna è in corso, fino al 4 giugno!
Le luci in sala si spengono, è completamente buio anche sul palco e, nel buio, veniamo accolti per qualche minuto dalle toccanti note dell' Avemaria di Schubert. Quando le luci, deboli, si riaccendono, uno sgabello per pianoforte, unico oggetto di scena, è illuminato e, su di esso, è seduto Emilio Nigro, protagonista del soliloquio, personaggio senza nome che potrebbe essere chiunque, in qualunque luogo.
Vestito con una semplice tuta scura, a piedi scalzi, l'attore si contorce sullo sgabello e racconta una storia che è la storia della sua terra, la Calabria, terra del Sud che potrebbe essere la terra di tutti, è la storia di un ragazzo particolare, logorato dalle imposizioni familiari che ingabbiano, da amicizie sbagliate, da errori fortuiti, dalle questioni di "onore", dalla malavita. E' un ragazzo che usa l'immaginazione per rinchiudersi in se stesso e cercare rifugio.
Il luogo della pièce è un non luogo; forse un ospedale psichiatrico o un carcere o ancora un confessionale. E' una stanza immersa nella penombra, un luogo indefinito nel quale l'unico interlocutore del protagonista è rappresentato, oltre che dai ricordi, dalla luce che viene dall'alto, a bagnare il viso dell'attore, nel buio circostante. La luce rappresenta la Madonna, una Madonna- Madre, a cui l'attore rivolge i suoi pensieri più intimi.
Avemmaria è uno spettacolo intenso, la bravura di Emilio Nigro risiede nel sostenere il monologo attraverso una gestualità curata ma spontanea che rende gli spettatori vicini alla sofferenza dell'attore; contorce le dita delle mani, dondola il corpo sullo sgabello e incrina la voce ai ricordi più duri; la parola spesso interrotta, quasi a balbettare.
Tutto ciò rende l'idea che il protagonista sia come stritolato dai suoi stessi ricordi: pestaggi davanti al mare, le cattive compagnie, gli ingabbiamenti sociali, le anziane bizzoche del paese che intonano litanie, il ragazzino "inciotato", come ripete più volte nella sua "confessione", il bambino strambo che spesso viene chiuso nella sua stanza e gioca con le miniature dei pellirosse.
Il testo dello spettacolo, scritto dallo stesso Emilio Nigro, è ben costruito, narra un tema scomodo, difficile, senza cadere in facili cliché, ma con semplicità e onestà. Il registro è serio, talvolta spietato, spesso nostalgico, ma lascia spazio anche al sorriso. E' un testo che scorre con naturalezza e permette al pubblico di goderne senza distrarsi; gli spettatori si sentono vicini al protagonista, vivono la sua storia con empatia.
Lo spettacolo non presenta tuttavia particolari guizzi di regia; tutto vive e accade esclusivamente grazie alle parole e alla voce di Emilio Nigro; sarebbero potuti essere maggiormente dilatati, allora, gli unici momenti di dialogo, quelli cioè con la luce, elemento scenico ma anche coprotagonista, personificazione della Madonna e, forse, di una Madre a cui l'attore rivolge le sue confessioni ma anche i suoi pensieri più reconditi e che gli permette di far emergere i suoi ricordi.
Intenso il finale che dona circolarità allo spettacolo, nel quale ritorna il motivo dell'Avemaria di Shubert, prima che il protagonista ci volti lo sguardo definitivamente.
Al termine dello spettacolo, abbiamo rivolto qualche domanda ad Emilio Nigro: "Da dove viene l'ispirazione per questo spettacolo?" E così ci ha risposto: "Dalla mia terra, dove spesso le strade sono obbligate e anche chi sembra fortunato e ha una vita agiata, può sprofondare da un momento all'altro nella disgrazia, è uno spettacolo tratto da una storia vera"
Avemmaria non dice nulla di più di ciò che sappiamo ma è una vicenda in cui tutti possono rispecchiare il proprio possibile destino, capire come sia facile sbagliare quando tutto intorno spinge, schiaccia e condiziona, è la vicenda di uno, ma può riguardare tutti noi, è una storia in fondo a temporale.
Scopri il trailer di Avemmaria from e-performance.tv on Vimeo.