La vita è una lotta e l’attore è una bestia nell’arena: al Teatro di Rifredi va in scena AUDIZIONI il nuovo spettacolo di Alessandro Riccio, autore, regista e attore in scena con Gaia Nanni con cui costituisce una coppia artistica consolidata, per la casa di produzione Tedavì, una realtà teatrale fiorentina ormai affermata e con un grande seguito di pubblico.
Sul palco aperto, con le attrezzature a vista, casse e sedie lasciate in mezzo, luci ancora accese in sala fa il suo ingresso l’attore: tuta da ginnastica, fisico atletico mantenuto a base di barrette iperproteiche e ore di allenamento, ripassa ansioso la parte e aspetta di essere visto dal grande maestro, di cui conosce tutti gli spettacoli e la visione dell’arte, per convincerlo a dargli una parte nel suo prossimo spettacolo. Ma non è solo. Dopo qualche secondo lo raggiunge l’attrice: lì per lo stesso provino, calze colorate, fisico prorompente, borse ricolme di giocattoli del figlio piccolo, mangiatrice di lampredotto e salsa verde del vicino trippaio di Piazza Dalmazia.
Alessandro Riccio e Gaia Nanni sono Gianluca e Veronica, un attore e una attrice in competizione in lizza per lo stesso ruolo nè uomo nè donna, un’anima artistica priva di genere per la ricerca della perfezione scenica. Sudano sulle assi di legno per la propria sopravvivenza senza esclusione di colpi, nel mondo della professione attoriale che non risparmia nessuno, sciorinano i propri currricula, recitano monologhi, dialoghi, esercizi fisici, cantano e ballano per fare colpo sui difficili gusti del regista–dittatore, un dio di cui udiamo solo la voce rimbombante (di Paolo Santagelo), giudice impietoso sopra le teste della platea.
Inizia la guerra della coppia, a cui sono di supporto solo un paio di luci semplici, niente costumi, nè effetti tecnici o scenografie, i due attori per la scelta del regista, e anche per il pubblico del teatro, sono armati solo della propria bravura, intuizione, capacità di trasporto e immedesimazione in pochi secondi per diventare Ofelia con le parole di Shakespeare o Jean dalla Signorina di Strindberg, passando dal classico di Romeo e Giulietta carichi dell’amore adolescenziale da far scoppiare il cuore, al vuoto contemporaneo della pazzia di Sarah Kane.
Sono due tipologie umane, oltre che artistiche, Gianluca e Veronica: l’attore preparato, servizievole, disposto a tutto (o dovremmo dire quasi tutto) per compiacere il potere del maestro, prestante per un teatro fisico, pronto a fregare la collega per raggiungere il traguardo; l’attrice volitiva con una personalità forte, a tratti arrogante, meno disponibile al compromesso (almeno in apparenza) attrice di parola pura, con un successo di critica alle spalle, ma inattiva da un po’ di tempo, anche per la scelta di avere un figlio.
Riccio e Nanni portano in scena molto della propria esperienza di attori, delle proprie delusioni e frustrazioni in anni di provini, si spogliano della finzione teatrale, smascherano la fatica e il lavoro dell’attore, fanno sentire al pubblico l’eco delle ore passate a studiare, a sudare, degli applausi ricevuti, delle parole scritte per i loro spettacoli. Infatti, se da una parte un artista non dovrebbe avere bisogno dell’applauso per confermare la propria arte perchè colmo della propria urgenza creativa, dall’altra un attore ha necessità di lavorare. L’attore dona se stesso per necessità interiore! dice il regista. Già, ma l’attore è un mestiere e c’ha da campa’! rispondiamo noi. Banale, poco poetico, ma incredibilmente vero. Un provino andato male significa non lavorare e non pagare la bolletta.
La coppia in scena interpreta le contraddizioni di un mestiere il cui anelito per restare intatto deve lottare contro la meschinità e l’arroganza di chi si sente arrivato come il giudice regista cafone che li insulta, risponde al cellulare interrompendo le loro performance, li tratta come pezze da piedi, perchè detentore del potere, con nelle mani i fili della vita e della carriera dei suoi attori-dipendenti, che considera attori-cani, da cui pretendere prove di fedeltà e sudditanza sempre più umilianti. Anche se non esplicitamente richiamato, la situazione ci ricorda con amarezza la tracontanza del caso Weinstein, contrastato dal grido di allarme del mondo dello spettacolo con la campagna #MeToo, pur spogliato del genere.
Lo spunto della trama nella sua semplicità è efficace per raccontare la condanna di dover piacere a tutti i costi, quella girandola su cui in fondo siamo tutti, come clown che si rubano la scena per mettersi in mostra per essere scelti, che sia da un regista, un datore di lavoro, un uomo da sposare, un affetto da abbracciare. AUDIZIONI racconta un bisogno vero e universale.
Ci ha colpito la vera e propria lezione di teatro grazie alla finzione teatrale svelata nell’interpretazione di Gaia Nanni di Antonietta in Una Giornata Particolare di Ettore Scola: l’attrice esegue con maestria le curve dei sentimenti che il regista le suggerisce, ferma seduta su una sedia, continuamente corretta dalla voce che la guida attraverso le emozioni di una donna semplice, che si confida tradita e umiliata “meno arrabbiata, più vittima…non piangere…non così patetica”. Ci è sembrato di assistere ad una prova teatrale dove si coglie l’errore e la differenza della scia impressa dal regista.
Non ci è sembrato efficace invece complicare la trama di un intreccio narrativo fine a se stesso che non aggiunge intensità alla rappresentazione (uno scambio di persona di Gianluca desideroso di vendetta del sadismo del regista). Inoltre sono molte le occasioni in cui l’istrione Riccio cede alla comicità e alla battuta da cabaret cadendo nei clichè a lui più familiari, forse a compiacere un pubblico che lo conosce per questo, ma per il quale risulta meno interessante e originale. Fa parte di questa mostra del già visto, una sorta di showreel dal vivo dei ruoli fatti in anni di spettacoli dalla coppia Nanni-Riccio, tra le più prolifiche del panorama fiorentino, camaleontici al punto di passare dal ragazzino viziato al novantenne avaro, dal professore nevrotico alla cantante, dalla trans argentina alla servetta di Bergamo, tra questi i personaggi che replicano insieme da anni nella Meccanica dell’Amore e H come Amore (recensito l’anno passato da Gufetto).
Il pubblico apprezza: la sala del Teatro di Rifredi è piena fino alle ultime file, posti anche in piedi, nonostante il sole che invoglia a andare al mare nei giorni di festa tra la Liberazione e il primo maggio. Alessandro Riccio per la piazza di Firenze è una sicurezza e può permettersi di rischiare con una nuova produzione a fine stagione e nelle date in mezzo al ponte di aprile. Non è un caso se Giancarlo Mordini, direttore del Teatro, lo programmi in queste occasioni: presenti tanti allievi ed ex-allievi della scuola Tedavì (ormai attiva da vent’anni), tanti amici, colleghi teatranti e tanti spettatori di un teatro d’affezione che non delude come il Teatro di Rifredi.
Info:
AUDIZIONI
scritto e diretto da Alessandro Riccio
con Gaia Nanni e Alessandro Riccio
voce fuori campo Paolo Santangelo
costumi Veronica di Pietrantonio
luci Lorenzo Girolami
foto di Federica Gambacciani
produzione Tedavì
Teatro di Rifredi, Firenze
29 aprile 2018