ASHES di Muta Imago @Teatro Biblioteca Quarticciolo, in scena il suono collettivo degli eventi

Domenica 2 marzo siamo stati al Teatro del Quarticciolo per assistere allo spettacolo Ashes della compagnia Muta Imago. Sala piena ed enorme successo di pubblico per questo spettacolo, presentato già al Materia Prima Festival e che ha ricevuto ai Premi UBU 2022 il riconoscimento come miglior progetto sonoro e miglior musica originale.

Ashes di Muta Imago: Una performance che è un flusso di coscienza collettivo

Sul palco del Teatro Biblioteca del Quarticciolo, gremito per l’atteso e acclamato Ashes dei Muta Imago, non c’è nessuna scenografia: gli attori hanno davanti solo quattro microfoni e quattro leggii; alla loro destra il musicista Lorenzo Tomio, che dialoga e fa da raccordo alla vocalità dei quattro attori con la sua chitarra. Protagonista unico e assoluto di Ashes è il suono. Tra rumori, vocalizzi, urla e esclamazioni, sussurri e singulti, lo spettatore è catapultato attraverso il suono nell’immagine del tempo, che scorre apparentemente per la coscienza e viene colto nella sua simultaneità e nella sua generazione collettiva. Senza soluzione di continuità tra suoni, parole e musica si passa attraverso differenti situazioni, squarci di vita familiare, paesaggi sonori nel quale il suono è il collante e il motivo generatore per descrivere il tempo che scorre e nel quale tutti gli eventi avvengono contemporaneamente. Tutto il processo performativo si traduce nella riproduzione simultanea dei vari affetti ed effetti della vita quotidiana, che produce una sensazione di spersonalizzazione, nel quale il singolo si perde come identità individuale e il suono diventa simbolo di uguaglianza delle coscienze.

ASHES di Muta Imago: Il musicista è il quinto attore in scena

Ci sono dei momenti in cui si creano delle pause e delle transizioni nel flusso dei quattro attori, che servono come momento generatore per un movimento nel flusso musicale, che comunque si presenta come un tappeto omogeneo a livello sia di sonorità d’impianto che come situazioni musicali. La chitarra di Tomio è suonata con gusto e si innesta perfettamente con le voci degli attori, sia che suoni delicati arpeggi, sia che realizzi effetti rumoristici sfregando le corde a imitazione dei suoni gutturali delle voci o ancora tappeti omogenei utilizzando l’archetto del violino sulle corde o l’e-bow (l’archetto virtuale).

ASHES di Muta Imago: l’ossessione del tempo e del suono

Come ha spiegato il regista Riccardo Fazi, l’idea del linguaggio da utilizzare e del tema nasce da due ossessioni continue, che caratterizzano tutta l’attività di questa compagnia, attiva da oltre 13 anni: il tempo e il suono. Anche lo spettacolo precedente, Sonora Desert, andato in scena a Roma al Teatro India aveva le stesse tematiche, ma era realizzato in una dimensione esperenziale, quanto questo Ashes si sviluppa in una dimensione spettacolare. Ashes vuole rispondere alla domanda “Come abitiamo il tempo?”

ASHES di Muta Imago: quando l’ossessione porta alla forma

“Si parte appunto da due ossessioni e queste conducono poi a una forma ,che si stabilisce in base ai compagni di viaggio”, cioè i membri della compagnia. Il lavoro è stato condotto insieme agli attori, in forma circolare, partendo da immagini, come tante polaroid,  che venivano sonorizzate e che hanno portato alla realizzazione di una serie di paesaggi sonori. Dopo le fasi iniziali di improvvisazione, che hanno permesso la raccolta di una gran mole di materiale, questo è convogliato in una sorta di copione/partitura, attraverso un processo particolare di sottrazione, un movimento che si potrebbe chiamare di “colatura” ma anche di “affioramento” (come la punta di un iceberg).  I suoni degli attori hanno reso possibile l’apertura su altri mondi, non più individuali ma mondi condivisi, nei quali si è potuti risalire all’archetipo comune, un suono collettivo della memoria e degli affetti.  Si è poi sintetizzato molto per condensare la molteplicità di immagini nel flash di una frase. Grazie a questo processo si può parlare di una memoria condivisa”.

ASHES di Muta imago: dal suono onomatopeico alla parola e all’emozione che vi si cela dietro

Ashes di Muta Imago è un caleidoscopio di suoni dall’impatto notevole e suggestivo e  dalla fruizione chiara e godibile per il pubblico. Lo studio del suono e della parola si esplica in una relazione fluida e dinamica, come nel suono degli uccelli, che da inarticolato diventa parola e torna inarticolato. Il suono della parola descrive l’emozione che c’è dietro il suono/parola nel suo senso onomatopeico. Ashes ci pone davanti alla nostra comune condizione di esseri umani a livello antropologico e culturale. Così come comuni sono le nostre esperienze, anche quelle più personali, così lo sono i nostri bisogni. Ashes cerca di andare incontro a questa radice comune e, nel farlo, contiene quindi un messaggio di salvezza,  perché questa consapevolezza ci permette di abitare il mondo senza distruggerlo e senza autodistruggerci, come stiamo facendo nella nostra epoca.

ASHES: Credits

ASHES
drammaturgia e regia Riccardo Fazi
con Marco Cavalcoli, Ivan Graziano, Monica Demuru, Arianna Pozzoli
musiche originali eseguite dal vivo Lorenzo Tomio
occhio esterno Claudia Sorace
luci Maria Elena Fusacchia
amministrazione, organizzazione e produzione Grazia Sgueglia, Silvia Parlani, Valentina Bertolino
produzione Muta Imago con il supporto di Mibact

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