Nell’ambito dell’Estate Fiorentina, è andato in scena alle Murate ASCOLTO POETICO, performance condivisa, a cura di ZerA e PossoDopoPosso: un’esperienza teatrale unica che rompe le barriere tra pubblico e attori e mette in scena, anzi “in cubo”, l’ascolto, inteso non solo come ricezione ma come comprensione profonda e restituzione in forma d’arte.
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ASCOLTO POETICO: un’esperienza

ASCOLTO POETICO non è uno spettacolo teatrale e nemmeno una performance. ASCOLTO POETICO è un’esperienza.
Una lieve struttura di legno, un cubo vuoto, accoglie il pubblico, 21 persone che entrano in sala e prendono posto attorno ad esso. Al centro del cubo, spazio sacro, si trovano tre attori che si dispongono poi agli estremi, lasciando una quarta sedia vuota. Questa sarà occupata via via da quattro narratori, spettatori che si propongono volontariamente al momento della prenotazione. Ognuno di essi racconta una storia, propone una riflessione in un tempo di sette minuti: alcuni di loro non si preparano, altri sì, ciascuno secondo la propria sensibilità. Gli attori poi propongono, dopo ciascuna narrazione, una restituzione poetica di quello che hanno ascoltato, tramite il lavoro sul corpo, sulla voce, sulle emozioni. Ai bordi del cubo un facilitatore scandisce tempi e modi di quello che assomiglia a un rito: una struttura rigidamente ordinata che poi nella realtà si rivela fluida, non forzata. I ruoli non sono fissi: i performer si alternano senza una rigida distinzione di ruoli. Raccontare le emozioni che nascono da questa esperienza non è possibile se non chiamando in causa coloro che la compongono in un puzzle unico e ogni volta nuovo: gli attori, il pubblico e i narratori.
A loro la parola!

ASCOLTO POETICO: la voce dei narratori
A cura di Fedora Ginanni
Sono entrata in quel cubo come quarta, l’ultima della serata. Non mi ero preparata niente, ho cercato di cogliere l’occasione di ascoltare le storie prima di me, di osservare i volti e i vuoti intorno a quel cubo per poi dare spazio a quello che sarebbe emerso sul momento. Appena mi sono seduta su quella sedia vuota il cuore ha cominciato a battere fortissimo, soprattutto perché percepivo l’ascolto attento degli attori, ma anche delle persone intorno.
A quel punto mi sono resa conto che la sola storia che potevo raccontare era una storia che parlasse di me perché in ogni narrazione che mi aveva preceduta c’era un pezzettino della mia. In ogni sguardo, in ogni musica, in ogni spazio, quello che emergeva dallo sfondo era qualcosa che aveva a che fare con me in quel momento e che mi chiedeva di collegarlo secondo il mio filo rosso, e che questo potesse essere un ulteriore pezzo che risuonava con altre storie non raccontate.
La musica mi ha riportato al silenzio lasciando che quelle parole si depositassero e mi potessi preparare alla restituzione degli attori. Ognuno di loro con il suo modo e con il suo linguaggio mi ha permesso di decantare e di trasformare ciò che a livello emotivo si era smosso nella narrazione, ma che era rimasto imbrigliato in un piano mentale. Una catarsi completa che mi ha profondamente commossa. Sono tornata a posto rendendomi conto degli sguardi delle persone intorno al cerchio che mi hanno fatto comprendere quanto quelle esperienze e quella narrazione fossero frutto di qualcosa di condiviso anche da chi poteva sembrare fuori dal cerchio. E lo scambio ha continuato ad esserci nel tempo e nello spazio lasciato a disposizione al termine delle narrazioni.
È stata un’esperienza profonda, che ha compiuto una trasformazione che sento ancora in corso.
ASCOLTO POETICO: la voce degli attori
A cura di Sandra Balsimelli, Andrea Bruni, Alessia De Rosa, Cosimo Mazzini

Andrea: ASCOLTO POETICO è un’idea che ho nel cuore da tanti anni, che ha trovato forma concreta grazie alla condivisione con Alessia, Sandra e Cosimo. Anime affini che hanno saputo accoglierla e trasformarla. Molti degli spettacoli che ho creato in passato sono nati dall’ascolto degli attori coinvolti, delle loro esperienze e percezioni del mondo. Ho cercato di trasmettere questa modalità di restituzione artistica, il farsi canale delle esperienze altrui, rendendo l’invisibile fruibile ai sensi. ASCOLTO POETICO per me è la speranza di creare insieme agli altri uno spazio in cui le comunità possano ascoltarsi davvero, senza giudizio e senza bisogno di dare consigli o trovare soluzioni immediate, senza l’aspettativa di un’opinione che diventa solo terreno di separazione e non di empatia. Un rito laico, libero e rispettoso, leggero e sincero. In questa prima fase mi sono ritagliato il ruolo del “facilitatore”, che accoglie i partecipanti, sostiene e fa rispettare i tempi, un insieme di regole semplici che non vogliono costringere, ma semmai far fiorire le emozioni; le stesse che mi hanno travolto ad ogni replica. Restando esterno al cerchio ho potuto percepire con tutto me stesso la bellezza che gli esseri umani sono in grado di creare, accoglierlo è stato molto più grande di me e di tutto quello che avevo sperato all’inizio.
Sandra: Essere dentro il cubo come performer ha superato in intensità ogni mia aspettativa. Il silenzio che si crea, la rete invisibile degli sguardi del pubblico e del narratore eleva ad uno spazio rarefatto e magico da cui parole e gesti scaturiscono spontanei, senza alcuna premeditazione, senza controllo, senza giudizio. E’ un’esperienza di scoperta che mi riempie di meraviglia, mi sento un canale aperto, libera dalla paura di non essere adeguata, dalla paura di essere guardata e non vista. Lì dentro celebriamo insieme agli altri un atto creativo puro, non mio, non tuo, siamo solo sorgente, non sappiamo quali immagini, quali rivelazioni o emozioni saliranno a galla, ma sentiamo con certezza che saranno messaggi preziosi per tutti e per ciascuno.
Cosimo: fiducia, intuizione e cuore. ASCOLTO POETICO è difficile da ridurre in una definizione, ma queste tre parole sono quelle che meglio esprimono ciò che ho sperimentato durante questa esperienza. Fiducia in ciò che emergerà dalle nostre restituzioni, l’intuizione che pubblico, narratori e artisti si fondano in un’unica entità in cui i racconti, gli sguardi, le emozioni sono mescolati, condivisi, ascoltati col cuore; il cuore che, forse, è il vero contenitore di ASCOLTO POETICO.
Alessia: quello che mi piace di questa esperienza è la possibilità di stare in una situazione, in un insieme di elementi, che sento affine ai miei bisogni, ma che trovo poco frequentemente nella vita di tutti i giorni. Ascolto, osservazione, silenzio, lentezza, cadenza, armonia, attenzione, cura, dettaglio, sono gli elementi che per me caratterizzano ASCOLTO POETICO. Quando entro nel cubo, più che un’artista che entra in scena, mi sento una persona che si sta preparando per incontrare altri esseri umani. Ed è forse questa la cosa che più mi piace di questa esperienza, fare qualcosa a cui non siamo abituati: predisporsi all’incontro con l’altro, prenderci un tempo per avvicinarsi ad uno scambio autentico.
ASCOLTO POETICO: dalla parte di chi guarda
A cura di Sofia D’Andrea

Entrando, ci si sente accolti in un ambiente in cui ciascuno ha il suo posto: il numero delle sedie corrisponde a quello degli spettatori, seduti in cerchio attorno a un cubo, si ha la piacevole sensazione di essere stati attesi, di far parte di un gruppo in ascolto.
Ho partecipato a due ascolti poetici, due esperienze molto diverse, non solo perché ogni performance è improvvisazione, ma perché è formata dal contributo di ciascuno, dalla condivisione, da quella empatia che dalla parola di chi racconta si riflette nei gesti degli attori e negli occhi, attenti, curiosi, a volte visibilmente emozionati, di chi guarda. E ogni spettatore si sente chiamato a partecipare attraverso una restituzione finale: un messaggio scritto su un foglio, un gesto, un’improvvisazione teatrale o una danza sulle ultime note che accompagnano la chiusura dell’esperienza.
Uscendo ci si accorge che l’ascolto poetico, la condivisione e la partecipazione sono stati gli elementi grazie a cui un gruppo è diventato, per un’ora, comunità.
ASCOLTO POETICO: una speranza

La possibilità di comunicare è il fondamento della vita umana: ognuno di noi desidera raccontare, raccontarsi, essere ascoltato per entrare in contatto con l’altro da sé. In questa performance si aggiunge un terzo tassello, fatto di comprensione profonda, di restituzione di ciò che è stato ascoltato in una forma altra, artistica, poetica. Finora la restituzione è stata legata al mondo dell’espressione corporea e vocale, ma nel futuro è aperta a qualunque espressione artistica.
L’energia che viene a crearsi è straordinaria: alla fine di quel tempo lo spazio del cubo non è più vuoto, ma risuona delle parole, dei gesti, delle emozioni che hanno attraversato il pubblico e gli attori. Se fosse visibile, l’energia nata da ciò che è accaduto nel cubo avrebbe la forma tenue di una ragnatela bagnata da gocce di rugiada, la forma di una rete che unisce le persone negli spazi che abitano: la rete di Indra, di tradizione buddhista, che connette tutte le cose nell’intero universo.
Visto alle Murate il 20 giugno 2023
ASCOLTO POETICO, performance condivisa
Un progetto di PossoDopoPosso e Zera
con Sandra Balsimelli, Andrea Bruni, Alessia De Rosa, Cosimo Mazzini
Altre date: 11 luglio Area Pettini Burresi, 13 settembre Teatro La Fiaba