Al Teatro delle Passioni è andato in scena ARIZONA di Juan Carlos Rubio, spettacolo diretto ed interpretato da Fabrizio Falco, con Laura Marinoni. Un’opera che gira sui concetti di frontiere e sull’individuazione del "nemico" che disperatamente cerchiamo “al di là della montagna”, ma che spesso, invece, è celato dentro la nostra diffidenza ed i nostri pregiudizi.
Un piacevole tepore accoglie gli spettatori infreddoliti dalla rigida temperatura serale che richiama l’inverno modenese. Trovato il posto e tolte le giacche si scambiano le prime impressioni sulla scenografia, che richiama un paesaggio desertico punteggiato da un cactus, finchè la luce del proiettore inizia a diventare gradualmente fioca richiamando all’attenzione il pubblico. Pian piano si spengono luci e voci e lo spettacolo ha inizio.
Veniamo trasportati nel 2004: nell’arido e da sempre delicato confine tra Stati Uniti e Messico, una convenzionale coppia americana George e Margareth arriva nel deserto dell’Arizona come parte del progetto “MinuteMan”, una milizia civile che ha il compito di difendere i confini, segnalare ingressi illegali, lasciando presagire sin dall’inizio quelli che saranno i temi centrali della commedia/tragedia: si tratta infatti di una riflessione sulle “frontiere”, sul rapporto con “l’altro oltre il confine” fra diffidenze e pregiudizi farciti in retorica USA, parallelamente vicina a quella proposta dai nazionalismi di tutto il mondo.
La scenografia è asettica e vuota: i nostri protagonisti sembrano quasi “colonizzarlo”al loro arrivo e tutta l’attenzione ricade su di loro: il duo Falco-Marinoni riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico che osserva -curioso all’inizio, divertito durante e riflessivo alla fine- lo scorrere degli eventi, scandito dai giochi di luce e dall’esaurirsi della propria scorta d’acqua. Nessuna informazione viene fornita sul mondo attorno a loro, se non attraverso una radio.
Lui è un ottuso e fanatico americano nella sua mimetica da guerriero da pic-nic e lei, remissiva e vuota pare quasi una brutta copia di Marilyn Monroe: passano le giornate a scrutare l’orizzonte tra un pezzo di torta, un litigio e una canzone. Si infarciscono di stereotipi della cultura americana, i loro battibecchi si susseguono con un ritmo incalzante e crescente dominato da una diffidenza comune e crescente contro il fantomatico “nemico” contro il quale lanciano invettive. Tutto inizia a vacillare quando la donna comincia a cercare di capire chi sia il vero nemico contro il quale si stanno difendendo. Le domande e le perplessità si infrangono senza successo contro l’invalicabile roccaforte mentale di George, rendendo ancora più alte le barriere mentali e politiche dietro le quali l’uomo si sente forte.
Scritto nel 2005 dallo sceneggiatore, regista e drammaturgo spagnolo, Rubio, questo testo risulta assolutamente profetico e visionario a 12 anni di distanza dall’erezione del Muro fra Messico e Stati Uniti ed è condito di diversi richiami al tema dell’immigrazione che occupa stabilmente il dibattito pubblico americano a seguito dell’elezione del Presidente Trump. I richiami al patriottismo ed alla diffidenza verso il diverso possono essere letti in un inquietante parallelismo anche con la retorica dei partiti nazionalisti europei e nostrani corroborati da una xenofobia sociale dilagante che spinge a guardare qualunque vicino con sospetto e pregiudizio.
I protagonisti di ARIZONA costruiscono proprie convinzioni, giudicano senza conoscere, senza crearsi una visione d’insieme, non si pongono domande scomode. Quando cominciano a farlo i confini fisici e mentali lasciano loro solo l’illusione di controllare lo scorrere degli eventi. E quando la tragedia si compie, ecco che quei muri eretti a difesa si scalfiscono e infine, crollano miseramente sotto i colpi della cupa Realtà.
Tournée 2019/2020
dal 19 novembre al 1 dicembre 2019, Teatro Elfo Puccini – Milano
3 dicembre 2019, Auditorium Rita Levi Montalcini – Mirandola (MO)
Arizona
Una tragedia musicale americana
di Juan Carlos Rubio
traduzione Giorgia Maria D’Isa in collaborazione con Pino Tierno
regia Fabrizio Falco
scene e costumi Eleonora Rossi
luci Vincenzo Bonaffini
musiche e suono Angelo Vitaliano
assistente alla regia Maurizio Spicuzza
con Laura Marinoni e Fabrizio Falco
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Lorenzo Trucco
capo elettricista e fonico Giuseppe Tomasi
scene costruite nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione
responsabile e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Riccardo Benecchi, Riccardo Betti, Sergio Puzzo
scenografi decoratori Ludovica Sitti (capo), Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Rebecca Zavattoni
si ringrazia Boutique Doria 1905
foto di scena Marina Alessi
si ringrazia per la collaborazione Davide Cirri
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
durata: 1 ora e 10 minuti
Teatro delle Passioni, Viale Carlo Sigonio 382, Modena
dal 29 ottobre al 10 novembre