ANTIGONE-Metamorfosi di un Mito @ DOIT Festival: il Mito per comprendere la realtà  di Scampia

E’ cominciata ieri, 14 marzo all’Ar.Ma Teatro (in zona Cipro) la terza stagione del DOIT, la rassegna teatralecurata Angela Telesca e Cecilia Bernabei (ottime anfitrioni) e prodotta da ChiPiùNeArt Associazione culturale. Noi di Gufetto eravamo presenti al primo degli 8 spettacoli in rassegna fino al 9 aprile, due a settimana, e lo saremo per i prossimi, perchè la Rassegna merita un’attenzione speciale, permettendo al pubblico romano di assistere ad opere di altre Compagnie che per tante ragioni (organizzative, gestionali e finanziarie) non riescono a calcare la scena romana e farsi conoscere.

Il primo di questi spettacoli è per l’appunto uno dei più preziosi: ANTINGONE-Metamorfosi di un Mito di Produzione Arti e Spettacolo – ABRUZZO ancora in scena stasera,  con Tiziana Irti per la regia Giancarlo Gentilucci. Si tratta della trasposizione drammaturgica di un testo di Serena Gaudino “Antigone a Scampia” che la stessa Gaudino ha scritto per documentare il lavoro condotto con un gruppo di donne del quartiere napoletano. La riduzione drammaturgica del testo (curata dalla stessa Gaudino) ha poi vinto l’anno scorso il premio ARTIGOGOLO, che è collegato al DOIT e per questo va in scena quest’anno.
Sulla scena la sola Tiziana Irti, attrice di esperienza, dalla recitazione pacata e mai aggressiva, convincente nella gestualità e nelle intonazioni, capace di passare agevolmente da un ruolo all’altro con un rapido cambio di occhiali; interpreta le parole della Gaudino, il drammatico racconto della vicenda di Antigone (da I sette contro tebe) di Sofocle: la vita e la morte di una donna, Antigone che si opponeva al potere pur di dare sepoltura al fratello (nemico di stato),poi imprigionata e suicida pur di non darsi per vinta.
Ma dopo Tebe ed il Mito si passa alla parte più interessante, la narrazione delle storie di alcune donne di Scampia, le cui vicende, le cui battaglie, le cui sconfitte in un modo o nell’altro richiamano quelle del mito greco, o attraverso quello possono essere colte nella loro universalità di senso. Sono una bambina cui viene ucciso il padre, una rom che va a reclamare il corpo del fratello ucciso in carcere, una donna di mafia pentita, , una donna alla quale uccidono un figlio per scambio di persona, finoa Linuccia che si antepose allo spaccio di droga nel suo quartiere.

Uno spettacolo forte ma non caricato, non finto o imitativo del reale, ma piuttosto didascalico e rispettoso dei personaggi (reali) evocati. Regia essenziale che punta su alcuni semplici elementi simbolici (un velo che funge da copricapo, gonna, o lenzuolo, una sedia che diventa un davanzale) in chiave evocativa (la collana al collo è anche una catena, un simbolo di oppressione di cui liberarsi sul finale). Alle spalle dell’attrice un audiovisivo che richiama immagini di statue dell’antica Grecia ma anche le strade di Scampia dove i parallelismi col mondo classico si realizzano, quasi si sprecano, neanche Napoli fosse una rediviva Tebe insanguinata dove la Guerra (seppur in forme diverse) per la sopravvivenza si vive ogni giorno e Tutto Ritorna in un eterno circolo di gesti ripetuti dalla stessa Irti, che avvicina così il Mito al Presente e col primo si interpreta il secondo. Un po’ come nella missione diSimon Weil (interpretata ad inizio spettacolo) durante la sua interazione con il mondo operaio del primo ‘900

Nel dibattito che DOIT promuove a fine spettacolo, la Compagnia abbruzzese ha poi spiegato anche l’attività svolta sul territorio all’indomani del terremoto, la realizzazione di una struttura per portare il teatro nei luoghi devastati dal Sisma. Per dare speranza, coraggio, a chi ha perso tutto.
E poi quest’opera che viene già portata nelle scuole d’Italia, che suscita il vivace scambio di idee dei ragazzi (interessante sarebbe chiedersi come viene percepito il problema di Scampia in regioni diverse dalla Campania). Una storia che va conosciuta, diffusa per comprendere il mito e la realtà , trarne spunto per capire il presente, cogliere gli errori che si sono fatti, comprendere il senso dell’Opposizione al Potere e il senso di giusto e sbagliato che dovrebbe pervadere anche le strade più difficili, quelle piene di polvere e sangue, allora di Tebe e ora anche purtroppo, di Scampia.

 

Info:
Dal 14/03/2017 al 15/03/2017
ANTIGONE – METAMORFOSI DI UN MITO-Storie per una voce sola
Luogo : Ar.Ma Teatro, Via Ruggero di Lauria, 22 
Città :Roma 
Web
Visualizza

di Serena Gaudino

con Tiziana Irti

regia Giancarlo Gentilucci

Residenza Teatro Nobelperlapace

Produzione Arti e Spettacolo – ABRUZZO

Testo vincitore del premio internazionale di drammaturgia L’Artigogolo 2016

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF