Nell’attesa di tornare al più presto in teatro, Gufetto propone un’intervista ad Angela Torriani Evangelisti, una delle protagoniste della danza a Firenze.
A cura di Valentina D’Isep – redazione Gufetto Firenze
Leonetta Bentivoglio l’ha definita una figura eclettica fra le più interessanti nel panorama italiano. Danzatrice, coreografa, insegnante, è fondatrice nel 1993 dell’Associazione Culturale Versiliadanza che risiede stabilmente dal 2012 al Teatro Cantiere Florida di Firenze del quale, tra l’altro, è la direttrice artistica per la sezione danza. Importante il suo ruolo nello scoprire numerosi artisti, oggi protagonisti della scena nazionale ed internazionale, e nel concepire progetti ed esperienze come il Festival Fabbrica Europa di cui è tra i promotori nel 1994. In questa intervista cerchiamo di scoprire qualche curiosità in più sulla poliedrica carriera dell’artista e su Versiliadanza, con uno sguardo al futuro.
Gufetto ha già incontrato la produzione di Versiliadanza nei lavori IN SEZIONE AUREA lavoro ispirato al genio universale di Leonardo Da Vinci, e gli innovativi MR FURRY (coproduzione di Perypezye Urbane) ed il progetto SUI LEGAMI ideata durante U.F.O. Art&Sound Festival in collaborazione con l’Associazione Culturale MIGMA.
Angela Torriani Evangelisti: tra formazione e creatività
Quale esperienza, nel tuo ricco percorso formativo, definiresti più significativa per l’artista che sei oggi?
Angela: Molti sono gli incontri che hanno influito nel mio percorso artistico. Sicuramente Erna Bonk con cui ho iniziato classica da piccola, insegnante contraddistinta da una visione molto aperta per quegli anni e decisamente diversa da ciò che in Italia era allora la prassi accademica. Poi l’incontro nel 1986 con il coreografo Micha Van Hoecke e la sua Compagnia Ballet-Théâtre L’Ensemble con cui ho lavorato alcuni anni, lo studio con molti danzatori della Compagnia di Pina Bausch tra cui Benedicte Billiet, Beatrice Libonati, Malou Airaudo che ho avuto la fortuna di incontrare anche a Wuppertal vivendo quindi, insieme alle lezioni, l’atmosfera delle prove e del processo di creazione. L’incontro con Susanne Linke, avvenuto alla soglia dei miei quarant’anni, ha influito in maniera determinante per una ulteriore consapevolezza del modo di lavorare sul corpo. Con Susanne ho condiviso un progetto pluriennale che Versiliadanza promosse e sostenne dal 2003 al 2005 per dieci danzatori italiani coinvolti in un percorso triennale di formazione, produzione e promozione. Una conoscenza approfondita che ci ha portato nel 2008 a condividere la serata The Innocence of ruins al Teatro Romano di Fiesole con la collaborazione di NEM – Nuovi Eventi Musicali. Micha, Susanne, l’incontro con Pina e i suoi danzatori, sono pietre miliari nella mia vita. Come pure figure quali Antonio Tabucchi, Franco Martini, già direttore del Festival La Versiliana, e Guido Baroni, il grande mago delle luci. E non finirebbe qui.
Alla carriera di danzatrice affianchi anche quella di coreografa. Come ti approcci ad un nuovo lavoro e come si articola il tuo percorso creativo?
A.: Ogni nuovo lavoro ha una storia a sé stante ma quasi sempre parto dall’aspetto letterario, dal testo. Generalmente tendo a dare un impianto decisamente teatrale ai miei spettacoli e creo collaborazioni in tal senso, la danza pura l’ho attraversata solo poche volte. Prediligo un linguaggio teatrale di danza, una regia coreografica. Ciò che mi appare quando inizio un lavoro sono le immagini e le azioni teatrali, la drammaturgia della luce, e solo dopo viene la coreografia. Da alcuni anni collaboro con il regista armeno Vahan Badalyan, un lavoro a quattro mani molto proficuo in una direzione condivisa che ha sempre richiesto all’interprete un approfondita attenzione al corpo e alla voce, sia in termini di improvvisazione sia poi di composizione. Non amo le definizioni, ho sempre preferito parlare di spettacolo piuttosto che di coreografia o regia. La lezione della Bausch e di Van Hoecke mi ha sicuramente segnata oltre al fatto che il teatro, la letteratura e il lavoro sulla vocalità sono stati campi di studio, indagine e ricerca paralleli alla formazione coreutica.
NEL 1993 NASCE VERSILIADANZA
Parliamo ora di Versiliadanza. Come nasce? Possono termini come dialogo e interdisciplinarità definire l’attività dell’associazione?
A.: Versiliadanza nasce nel 1993 su stimolo di Franco Martini, fondatore e allora direttore artistico del Festival La Versiliana. Con Martini, che aveva ospitato il mio primo spettacolo Arebours ispirato al romanzo Notturno Indiano di Antonio Tabucchi, decidemmo di creare una rassegna di danza contemporanea a Pietrasanta con eventi legati alla scultura e non solo, ma anche creare una fucina di giovani da formare alle arti dello spettacolo. Abbiamo lavorato insieme fino al 2003 creando appuntamenti anche di richiamo internazionale come la Piattaforma dei Rencontres Chorégraphiques de Bagnolet Seine Saint Denis. Il dialogo con gli artisti, gli altri enti, l’interdisciplinarietà sono uno dei caratteri fondanti della Compagnia fin dalla sua fondazione. Oltre al mio specifico anche la ricerca di Leonardo Diana, autore storico della Compagnia, si svolge in tal senso coniugando la coreografia alle arti visive oltre ad avvalersi dal 2007 della collaborazione di Andrea e Luca Serrapiglio, musicisti e compositori capaci di muoversi da un territorio più classico a sperimentazioni elettroacustiche anche utilizzando nuovi software. Sarebbe troppo lungo raccontare i molti rapporti di collaborazione e di dialogo intrattenuti negli anni ma sento di dover citare l’incontro con la Compagnia armena Small Theatre/NCA diretta da Vahan Badalyan con cui abbiamo realizzato nel 2008 la prima coproduzione teatrale tra Italia e Armenia. Esiste poi un dialogo quotidiano con il nostro territorio nell’ambito del progetto di residenza artistica al Teatro Cantiere Florida di Firenze: gli artisti, il nostro pubblico, gli istituti scolastici, il Liceo Artistico di Porta Romana, con cui abbiamo un rapporto privilegiato, la BiblioteCaNova Isolotto, la comunità del Quartiere 4. Vorrei anche ricordare gli enti principali che sostengono l’attività di Versiliadanza nel suo progetto di residenza ovvero Regione Toscana, MiBACT, Comune di Firenze, Fondazione CR FIRENZE. Versiliadanza è poi parte di RAT – Residenze Artistiche Toscane.
Versiliadanza da sempre si contraddistingue per dare spazio e supporto a giovani autori e ai loro progetti. Come vengono selezionati? Ci puoi anticipare quali saranno i prossimi in residenza a teatro?
A.: Fin dall’inizio il mio desiderio è stato quello di sostenere la giovane danza italiana e quel desiderio si è concretizzato in molti modi come ad esempio l’incarico di Membro del Consiglio per l’Italia dei Rencontres chorégraphiques de Bagnolet Saint Denis dal 1999 al 2002 dove, dopo anni di assenza dell’Italia, riportai una compagnia nazionale riaprendo un dialogo interrotto e oggi consolidato. Dal 2012, nel mio compito di direzione del settore danza del Teatro Cantiere Florida di Firenze, gli autori vengono selezionati in primis attraverso il progetto che presentano e poi attraverso un incontro dove parlare insieme di idee, necessità, prospettive. Vorrei però vi fossero più possibilità di collaborazione fra gli operatori per creare progetti per i giovani danzatori italiani che a volte si rifugiano nella coreografia perché le opportunità di danzare e di essere interpreti mancano. Parlando del vicino futuro nei prossimi mesi avremo in residenza il nuovo lavoro di Lucrezia Gabrieli che coproduciamo insieme ad Anghiari Dance Hub e che avrebbe dovuto debuttare dal vivo il 15 gennaio ma che programmeremo in streaming. Poi Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello che sono stati da noi anche nel 2020 e con cui proseguiremo il lavoro di ricerca del Let me be. È appena stata da noi anche Chiara Bersani. Tutte creazioni di cui avevamo previsto il debutto in prima nazionale in questo periodo. Lucrezia sarà presentata nella data prevista, per Chiara, Giuseppe e Camilla aspettiamo la riapertura per presentarli dal vivo.
Excelsior al Cantiere Florida e non solo: ATTIVITÀ TEATRALE TRA PRESENTE E FUTURO
Nell’ambito di Fabbrica Europa, il Teatro Cantiere Florida ha ospitato il 12 e 13 settembre 2020 Excelsior di Salvo Lombardo. Com’è stato tornare ad accogliere il pubblico a teatro?
A.: Emozionante innanzitutto. Ma questa emozione di ritrovare il nostro pubblico, anche numeroso, è purtroppo durata poco nonostante tutte le attenzioni che avevamo posto nella riapertura in sicurezza, noi come tutto il comparto italiano ovviamente. Sappiamo quello che sta succedendo e credo inutili ulteriori polemiche ma vi è quantomeno la certezza che il pubblico continua ad avere bisogno del teatro, di compiere quel rito (che non si compie davanti allo schermo), di percorrere un tempo e uno spazio per raggiungere quel luogo dove prende vita l’atto performativo fatto dall’artista sulla scena e dallo spettatore in sala. Il teatro è comunità e condivisione di uno stato, di un’energia, è un rapporto a due da vivere ogni sera, sempre diverso, mai uguale alla sera prima. Un’eccitante incognita e una verità che solo lo spettacolo dal vivo può donarci.
State lavorando a nuove produzioni in questo momento?
A.: Leonardo Diana sta lavorando con Isabella Giustina a un nuovo progetto che si lega alla sua precedente realizzazione In Sezione Aurea. Inizieranno le prime prove in teatro in questi giorni e poi da gennaio. Valentina Sechi con il musicista e compositore Alberto Gatti andranno avanti nel processo di realizzazione sul tema degli stereotipi di cui abbiamo visto un primo studio nel luglio scorso a Sesto Fiorentino per la programmazione di Company Blu. Anche Tommaso Serratore sta lavorando ai materiali di una nuova idea. In questi giorni abbiamo le prove di alcuni degli attori della Compagnia Crack24 con cui stiamo lavorando per Nitro_Polaroid di Riccardo Lai. Anche Marta Bellu ha collaborato con Versiliadanza per Where else? e il progetto Iniziali che prevede un interessante sviluppo creativo per il 2021. Sono rimasti in sospeso alcuni progetti del 2020 con autori come, ad esempio, Paolo Mereu che speriamo di recuperare nell’arco del 2021 e nuovi incontri di cui è prematuro parlare. A mia volta vorrei realizzare un sogno che ho da molto, ma ci vorrà ancora tempo.
BIOGRAFIA di Angela Torriani Evangelisti
Danzatrice, coreografa e insegnante, fondatrice e direttrice artistica di Versiliadanza dal 1993, Angela Torriani Evangelisti ha collaborato con artisti del mondo della danza, letteratura, cinema, musica, teatro e arti contemporanee. Ha saputo spesso dar vita a progetti ‘pioneristici’ e riconoscere talenti che oggi sono all’apice della scena nazionale e internazionale o ideare progetti che hanno dato vita a esperienze come il Festival Fabbrica Europa (di cui è stata promotrice nel 1994 insieme a Maurizia Settembri, Andrés Morte Teres e altri coreografi toscani). Accanto al suo lavoro coreografico, è direttrice artistica delsettore danza del Teatro Cantiere Florida di Firenze. Nel suo ruolo ha permesso l’ospitalità di figure di spessore internazionale nell’ottica di una crescita professionale propria e dei suoi danzatori e di una visione europea della danza e dell’arte contemporanea. Dal 2006 promuove un progetto di collaborazione con la Compagnia armena SMALL THEATRE.NCA diretta da Vahan Badalyan con cui ha dato vita alla prima coproduzione teatrale tra Italia e Armenia. Dal 2005 al 2007 e nuovamente nel 2010 è stata Membro del Consiglio Direttivo di ADAC Toscana (Associazione Danza Arti Contemporanee). È Membro della Commissione di IN-BOX – rete per la circuitazione del nuovo teatro. Dal 2018 é docente e, con Versiliadanza, membro nazionale del progetto europeo ImPArt – Performing Arts redesigned for a more immediate accessibility promosso da Sommertheater Pusteblume e.V. (D), Oriente Occidente/ CID (IT), Synergy of Music Theatre [SMouTh] (GR), Small Theate/ NCA (ARM).