E' terminato il 19 Aprile, ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA lo spettacolo scritto e interpretato da Debora Mattiello sul palco nascosto del teatro Lo Spazio. Qui, all’insaputa del grande pubblico, si rivela un’opera che dipinge con potenza e a mani nude un momento storico e una condizione drammaticamente attuale: il terrorismo.
Siamo tornati indietro alla mattina del 2 Agosto 1980: le lancette dell’orologio della stazione di Bologna sono ferme a qualche momento prima della tragica esplosione. Durante questi preziosi istanti, sospirati uno ad uno, lo spettatore viene posto di fronte a un’istantanea di come si svolgevano (e di come avrebbero continuato a svolgersi) le vite delle persone rimaste coinvolte nell’attentato. Dal buio della sala, sono tutte lì davanti agli occhi dei pochi attentissimi spettatori: si raccontano, s’immaginano, si muovono nel correre frenetico del tempo e delle genti di passaggio. Ci ricordano che nel mondo reale questo tempo di terrore, in verità, non è ancora finito.
Pochi essenziali elementi come fugaci indizi sulla scena: una divisa e un cappello da ferroviere appesi e una panchina illuminata dall’alto posta al centro del palco. Immediato immaginare non solo la stazione di Bologna, ma un luogo di passaggio in cui ciascuno di noi avrebbe potuto trovarsi, ieri o oggi. Eppure l’immagine resta un accenno rispetto alla contestualizzazione psicologica dei personaggi che, in questo spettacolo, sembra essere l’unico ambiente scenico dominante. Il pubblico è così posto di fronte a una narrazione senza uscita: sebbene i fatti storici siano noti, le sorti dei personaggi sono appese a un filo in un incedere continuo contro il tempo, in cui ci si dimentica di respirare.
La signora di mezza età che racconta di sé, il ferroviere che s’infervora sulla politica, la giovane ragazza con ritardo cognitivo appassionata di Cechov che si dedica alle pulizie sognando l’amore, il dramma familiare negli occhi di un altro ragazzo ancora, il ricercato parzialmente colpevole e parzialmente innocente, gli ultimi dimenticati, persone comuni morte e vive, tutte immagini di possibili altri “noi” mescolati tra loro e accumunati inconsapevolmente da un unico drammatico destino.
Ci si dimentica facilmente, durante lo spettacolo, che questi numerosi personaggi sono interpretati da un’unica attrice, dall’inizio alla fine, in un’ora abbondante di monologo.
La recitazione appassionata di Debora Mattiello è la protagonista assoluta di questo lavoro che prima di tutto è frutto di una scrittura forte, drammatica, costellata d’immagini tanto esplicite quanto poetiche: la ferita del contenuto quanto l’efficacia espressiva attraverso cui viene veicolata toccano senza prendere scorciatoie. Sono i cambi di accento, di postura, di movimento, di spirito (e i cambi emotivi dati dalla profonda connessione con i personaggi da lei stessa narrati) a consentire passaggi così rapidi da una figura all’altra senza confusioni o incertezze: un’energia inesauribile e una grande risonanza personale prendono vita da lei, trascinandoci con sé: impossibile non percepire lo spessore contenutistico, informato e impegnato e la grande preparazione alla scena.
Un ruolo essenziale è giocato dal cambio di luci, dagli efficaci effetti sonori e la colonna originale di Francesco Verdinelli; sicuramente impressionante il monologo del male (o dei presunti attentatori, a seconda del livello di simbolizzazione) che abbina una voce femminile e una maschile a un tono meccanico e angosciante; il dolore e la morte sono stati commessi e nulla può riavvolgere il tempo di vita che si è fermato. Come un ammonimento fatale risuona la voce severa dell’altoparlante: “Attenzione! Allontanarsi dalla linea gialla”, che internamente sembra un monito a non oltrepassare il limite e rimane aggrappato profondamente alla sensazione di un trauma e di una tragedia invalicabili, ormai inscritte nella storia.
I drammi non avvengono mai per una sola ragione e quando accade una tragedia di questa portata ci troviamo di fronte al punto di flesso e di depressione della società e dalla storia. Una serie infinita di vie conduce verso un unico punto drammatico e all’improvviso nulla più ci appartiene, nemmeno la nostra vita. Lo spettatore esce di sala, dopo l’applauso finale e gli è impossibile pensare che questa narrazione sia solo rappresentazione di qualcosa di passato: è coraggioso portare in scena uno spettacolo che affronta senza abbassare la testa uno dei problemi più controversi della nostra stessa attualità.
ALLONTANARSI DALLA LINEA GIALLA
di e con Debora Mattiello
musiche di Francesco Verdinelli
disegno luci Alessio Pascale
costumi Annalisa Di Piero – Luca Raffaelli
grafica Sasha Piccolo
media e comunicazione Ciro Iacomino / KA.ST
ufficio stampa brizzi comunicazione 3345210057
Chi è Debora Mattiello
Debora Mattiello si forma in ambito internazionale studiando presso l'Istituto Grotowski di Wroclaw-Polonia e l'Istituto del Teatro-Scuola d'Arte Drammatica di Barcellona. In Italia
frequenta la scuola triennale del Laboratorio di Prato diretta da Federico Tiezzi, la scuola biennale di alta formazione per attori della Fondazione Pontedera Teatro(C.S.R.T. Teatro
della Toscana) e la European School for the Art of Actor. Prosegue la sua formazione incontrando J.S.Sinisterra, David Gideon – The Actors Studio di New York, Juri Alschitz, Cesar Brie,
Teatr Zar, Bellugi Vannuccini (Theatre du Soleil-Arianne Mnouchkine), Serena Sinigaglia, Virgilio Sieni, Franco di Francescantonio, Giulia Lazzarini, Giancarlo Cauteruccio, Claudio Morganti, Motus,
Roberto Latini, Marco Martinelli, Fabrizio Arcuri, Ugo Chiti. Studia canto e voce con Gabriella Bartolomei, Francesca Della Monica, I.Kozin, A.Nasiokin, E.Reditskina (Scuola d’Arti Drammatiche-
Mosca). Dal 2011 è selezionata per il progetto produttivo Masters in Residence (Peter Brook, Eugenio Barba, Theodoros Terzopoulos, Anatolij Vasil’ev) presso il Grotowski
Institute,entra a far parte del gruppo internazionale di otto attori diretti da Anatolij Vasil’ev per quattro anni. Partecipa al master internazionale di alta formazione ‘Pedagogia della Scena’ diretto da Anatolij Vasil’ev ed organizzato da Scuole Civiche Paolo Grassi. Il progetto riceve il premio UBU nel 2012. Tra gli altri è stata diretta da Judith Malina- Living Theatre-New York, Federico Tiezzi, Anatolij Vasil’ev, Francesca Della Monica, Andres Morte Teres, Dario Marconcini, Giovanni Guerrieri-Sacchi di Sabbia, Marcelo Cordeiro (Grupo Galpao-Brasil), Paolo Pierazzini, Giuseppe Argirò e Roberto Bacci. Partecipa alla 65° Mostra Int.le d'Arte Cinematografica di Venezia con il film "Puccini e la Fanciulla"; regia di Paolo Benvenuti (Premio Ufficiale Venezia 65 ‘Poveri ma Belli’ per l’interpretazione). Debutta come autrice con Κρiσις (Crisis)-primo studio all’interno del Festival Collinarea 2013. Nel 2014 prende parte alla produzione collettiva ‘Era delle Cadute’ con Carrozzeria Orfeo, Lo Sicco/Civilleri, LeVieDelFool, Biancofango, Teatro dei Venti….Vince il Bando Giovani in Scena 2014 FondazioneToscana Spettacolo-Teatro Metastasio Stabile della Toscana. Dal 2014 inizia la sua collaborazione con Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza (Santo Genet premio UBU 2015 miglior allestimento scenico). E’ docente presso il Teatro Laboratorio della Toscana diretto da Federico Tiezzi. Collabora con la compagnia IF PRANA. Vince e riceve dalla presidente di giuria Lydia Biondi il premio Migliore Attrice all'interno del festival "InCortoTeatrale-Roma 2015". Nel 2017, con il monologo del quale è anche autrice ‘Vietato Oltrepassare la Linea Gialla’ in finale, riceve il Premio come Migliore Attrice all’interno del concorso di corti presso il Teatro Lo Spazio di Roma. Approdata recentemente a Roma e comincia a dedicarsi al doppiaggio, alla televisione ed al cinema.