ALKESTIS 2.1 @Carrozzerie n.o.t. – la ricerca di un’immagine irreale

Fino al 18 marzo a Roma è andato in scena in prima nazionale nel curioso spazio teatrale di Carrozzerie n.o.t  ALKESTIS 2.1, con la compagnia teatrale Coturno 15, diretti dal giovane regista Johannes Bramante che abbiamo recensito per IL COMPLESSO DI ANTIGONE. Uno spettacolo nato per consumarsi tra le quinte del teatro dell’Orologio ma nonostante la sfortunata sorte di quest’ultimo, è stata data l’opportunità di far vivere ALKESTIS 2.1 in un luogo che si presta ugualmente alla sua rappresentazione.

La vicenda è ambientata ai giorni nostri e nasce dalla penna dal regista Johannes Bramante, il quale riprende in modo violento e stravagante il famoso mito del Pigmalione presente nelle Metamorfosi di Ovidio e da Alcesti di Euripide. I riferimenti alla mitologia greca appaiono vaghi e poco utili ai fini della comprensione dello svolgimento dei fatti. Il protagonista della performance, di nome Pigmalione interpretato da Alessandro Lussiana, è un famoso fotografo alla ricerca disperata della modella più adatta, da usare (letteralmente) per lo scopo della sua vita: costruire l’immagine perfetta rinchiusa all’interno della sua immaginazione ormai da troppo tempo. Sceglie  la sua Alcesti, interpretata da Lucia Bianchi, una modella mossa dalla vanità, che vuole farsi strada nel mondo della moda e vuole per l’appunto andare incontro al successo grazie a questo fotografo di fama internazionale. Nonostante riceva altre invitanti offerte, continua a recarsi nello studio fotografico di Pigmalione, forse perché entrambi non sono ancora soddisfatti dei risultati raggiunti. La sua storia ha inizio in seguito ad alcune prove umilianti alle quali verrà sottoposta dall’invasato fotografo. Il loro rapporto si rivela essere sin da subito terribile e violento, portandoli alla distruzione dell’uno e dell’altra, per mezzo di pressioni non solo psicologiche ma anche violentemente fisiche. L’intera trama è scandita dalla presenza ingombrante dell’io del protagonista e dall’incombenza sapiente del mito, inteso anche come una coscienza (Francesca Accardi) che narra con toni spietati fuori dalla scena.

Il leitmotiv del tema centrale stimola lo spettatore a riflettere su un egocentrismo insano e sfrenato che pervade la società attuale. E la macchina fotografica, strumento sempre presente in scena, rappresenta il filtro che (come per il protagonista) non soddisfa mai a pieno la percezione che abbiamo di noi stessi e che vorremmo che gli altri avessero di noi. Il tema dell’immagine agisce all’interno della performance dei protagonisti con indubbia rilevanza: domina i sogni di entrambi i personaggi i quali, alla fine, sacrificheranno in nome del mero successo, la loro stessa carne.

La scena si presenta in una coltre di fumo e nel buio più completo e lo spazio che divide gli attori dagli spettatori è pericolosamente intimo. Due voci concitate, una maschile e una femminile, cominciano a definire lo spazio. Parte della scenografia, che in realtà ad occhio nudo si presenta scarna e neutra, è caratterizzata dalle immagini della vita passata di Pigmalione, costantemente rievocate per mezzo di flashback che lo spettatore rivive grazie a sporadiche reviviscenze narrate da lui stesso. Le file di pubblico sono disposte ordinatamente sui tre lati della scena permettendo una visione a 180°. Il buio alternato alla luce violenta, rende difficile far abituare immediatamente l’occhio alla scena in modo tale da rendere il pubblico partecipe della medesima difficoltà, provata dal protagonista, nel ricreare nella realtà l’immagine da lui pensata. Ma che inevitabilmente non riuscirà mai a catturare rendendolo un personaggio instabile e violento. Dalla metà dello spettacolo in poi la scena appare come un luogo del delitto: l’immagine proposta è costantemente macchiata di sangue a causa della mutilazione degli occhi del protagonista e di una violenza sessuale sempre da lui commessa. La pistola alternata all’utilizzo della macchina fotografica danno la sensazione di essere oggetti, in fin dei conti, equivalenti poiché entrambi vengono utilizzati per catturare la preda ambita: scattando la foto si immortala l’immagine tanto ricercata ma allo stesso tempo, il protagonista, tenta il suicidio con un colpo alla testa per fermare una volta per tutte l’immaginazione che ha partorito, quell’irragiungibile immagine. Improvvisamente il buio inonda la scena e si accompagna con musica assordante che ricorda il ritmo spasmodico di una passerella circondata da miliardi di scatti fotografici, per poi interrompersi lasciando spazio alla luce accecante che inonda lo spazio.

Il contrasto di luce e buio viene evidenziato dalla carnagione pallida di Lucia Bianchi (Alcesti) e dai suoi lunghi capelli rossi che richiamano le scie di sangue del pavimento che dopo poco, tingeranno il suo intero corpo. Il contrasto viene ancora una volta sottolineato anche grazie agli abiti neri e al corpo più robusto del protagonista maschile (Alessandro Lussiana) che fa trasparire un’insicurezza ben poco celata nei panni di questo fotografo invasato.

Di fondo, non si percepisce la base di una trama forte, che di conseguenza non viene nemmeno supportata dall’ausilio degli oggetti di scena, spesso non in relazione con ciò che effettivamente accade nel corso della performance. Quando Pigmalione perde l’ausilio della vista da entrambi gli occhi, non si accorge di perdere la pistola ed Alcesti, in preda alla follia e ricoperta di sangue, fa dell’ironia riguardo al fatto che non riuscirà più nemmeno a spararsi un colpo per porre definitivamente fine alla sua misera esistenza. Ma improvvisamente vediamo, nella scena successiva, Pigmalione con in mano la pistola intento nell'atto del suicidio. La gestione di così pochi elementi scenici appare spesso insoddisfacente per lo spettatore più attento e intento nella comprensione di questa tragedia, consumatasi nell’arco di un’abbondante ora e mezza nel vario susseguirsi di luci e ombre.

Visto il 16 marzo

Info:

Compagnia Coturno 15 presenta: Alkestis 2.1 dal 16 al 18 marzo

Presso Carrozzerie n.o.t.

Regia di Johannes Bramante con Francesca Accardi, Lucia Bianchi e Alessandro Lussiana

Assistente alla regia: Adelaide Palmieri

Luci: Mauro Buoninfante

Musiche: Mattia Castagna

Ufficio stampa: Maya Amenduni

Ringraziamenti: David Greiner

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