Una nuova produzione Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi in scena a Firenze dal 16 al 19 aprile: “L’OSPITE – una questione privata” di Oscar De Summa con Ciro Masella, che firma anche la regia, e Aleksandros Memetaj. Un testo quanto mai attuale sul sottile confine tra torto e ragione, sui confini della propria e altrui libertà, passando dalla giustizia fai-da-te ai porti-chiusi, dalle periferie ai campi rom: su quel terreno fragile dove non esistono buoni e cattivi. Abbiamo scambiato alcune domande con il giovane coprotagonista Aleksandros Memetaj.
Giulio Meoni: questo progetto nasce da una residenza artistica di Armunia al Castello Pasquini di Castiglioncello. Com’è stata quest’esperienza?
Aleksandros Memetaj: E’ stata un’esperienza positiva. Spesso mi capita di lavorare ai nuovi spettacoli con questa modalità: la residenza artistica ti permette di concentrarti con serenità. Io vivo a Roma dove è davvero difficile trovare il tempo per fare il gioco del teatro, invece in residenza i tempi si settano su un percorso di ricerca. Nel nostro caso, per esempio, con Ciro Masella, abbiamo passato giornate intere a provare delle scene nelle condizioni più diverse: nel castello, al parco, in spiaggia. Poi, c’è da dire che la cornice di Castello Pasquini è affascinante e raccoglie in quel periodo dell’anno numerosi artisti che lavorano nelle sale accanto a te. Io spesso sbirciavo un po’ per curiosità.
G.M. In questo spettacolo non sei solo. Com’è stato lavorare con Ciro Masella nella doppia veste di compagno di palco e di regista?
A.M. E’ un bell’incontro quello con Ciro perché lui è un vero professionista. Quando siamo insieme rimango sempre impressionato dalla facilità con cui lavora tecnicamente sui personaggi. Inoltre è estremamente generoso. Io da giovane attore, quale sono, ho molto da imparare da professionisti come Ciro o Oscar (De Summa). Spesso mi bastano poche parole per capire qualcosa di nuovo del mio lavoro. In scena tra di noi c’è un ottimo ascolto. Ci divertiamo molto e credo ci fidiamo l’uno dell’altro.
G.M. Gli attori si trovano a vivere “le vite degli altri” sul palcoscenico, spesso però accade che nelle vite degli altri ci sia molto della nostra vita. È successo in questo lavoro?
A.M. So che suona un po’ retorico, ma dentro di noi c’è davvero tutto e tutti (un ladro, un proprietario di casa, un poliziotto). Anche se solo in minima parte, anche una gocciolina. Spesso quando sono in scena agisco come secondo me agirebbe quel personaggio, questo dopo molto lavoro mi porta a sviluppare pensieri e sensazioni, emozioni. Spesso di quei personaggi immagino la vita, ma non sono mai io, sono delle parti o delle possibilità di me, e quindi un po’ sono io.
G.M. In Italia è stata approvata la legge che permette la legittima difesa in maniera molto più ampia rispetto al passato. Pensi che il vostro spettacolo possa far riflettere su questo tema?
A.M. Mi ricordo che ci stavamo spostando e abbiamo sentito in macchina la notizia. Ciro ridendo amaramente ha detto: “Visto Ale? Il nostro spettacolo è diventato attuale”. Credo molto nell’importanza sociale del teatro oggi e rispettando questo come ruolo dello spettacolo, ho sempre preferito parlare prima con lo spettacolo e poi dopo col pubblico apertamente. E’ giusto che ognuno riceva ciò di cui ha bisogno a teatro. Penso che lo spettacolo parli di molte cose, anche se il pubblico spesso ha fatto riferimento all’approvazione della legge sulla legittima difesa. Ma non è teatro politico. E’ un gioco tra esseri umani. Perché appunto come dicevo prima dentro di noi c’è tutto, il bene ed il male.
G.M. Con “Albania Casa Mia” possiamo dire che sei stato consacrato al grande pubblico. A che punto della tua carriera ti vedi? E quali sono i tuoi progetti futuri?
A.M. Ho 27 anni e sono quasi 4 anni che questo è diventato il mio lavoro. Credo di essere un ragazzo fortunato. Sto accumulando molta esperienza e so bene che oggi non è facile. Riconosco di essere ancora agli inizi e sono sereno. Ho la fortuna di fare sempre progetti che mi piacciono e in cui credo. Quest’anno porterò in giro “Albania casa mia” (per il 4° anno), “Elogio della Follia – #ilikedopamina” e “A.Ch.A.B. – All Chihuahuas are bastards” che sono entrambi i nuovi bimbi di quella mia testa bacata. Sto inoltre lavorando a stretto contatto con Cie-Twain physical dance theatre e questo mi sta permettendo di scoprire anche il linguaggio del teatro danza.
Spero di avere la possibilità di continuare ad imparare e diventare più bravo per dare un motivo alla gente per venire a teatro. Provare a regalare arte, cercando sempre, non tanto lo show o l’intrattenimento, ma un perché. Nel teatro, nel cinema, nella musica, con un libro, non so in quanti modi potrò farlo nella mia vita, ma proverò tutti quelli che mi divertiranno e mi permetteranno di dire qualcosa alle persone.
L’OSPITE -una questione privata-
di Oscar De Summa
con Ciro Masella e Aleksandros Memetaj
regia Ciro Masella
spazio scenico Federico Biancalani
produzione PUPI E FRESEDDE – TEATRO DI RIFREDI / UTHOPIA
con il sostegno di Catalyst, Giallomare e del Centro di Residenza della Toscana Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro
foto Elisa Nocentini Teatro di Rifredi
16 / 19 aprile 2019