7 ANNI @ Teatro Argot Studio: Frangipane porta un po' di cinema a teatro

Nel cuore di Trastevere, nascosto oltre un cortile privato, l’Argot ha il sapore dell’avamposto teatrale. Lo spazio è privo di palcoscenico. La platea è fatta di panche poste su due lati della sala. La scena è lì, al centro, senza il proscenio che crea distanza, senza quinte dove gli attori possano riprendere fiato, senza sipario a nascondere la scenografia. Tutto è vicino e tutto è in vista.
Prendendo posto, lo spettatore si ritrova in una sala relax di un ufficio moderno, dove si lavora e, in pratica, si vive. Dove si ha la sensazione che la produttività della vita lavorativa venga a contatto con realtà più domestiche. Un frigo Smeg, con il design intramontabile, una macchina per il caffè americano, una chaise-longue, di quelle tanto belle quanto scomode, perfino un biliardino. Al centro un enorme tavola da riunioni. Tutto è bianco e nero, come la scacchiera e i suoi pezzi in un angolo della sala.

SETTE ANNI (scritto da José Cabeza e Julia Fontana) è la storia di quattro soci cofondatori di una Software House di successo riuniti perché il fisco sta scoprendo l’esistenza di un loro cospicuo fondo nero in Svizzera. Grazie ad una soffiata sanno che il giorno successivo gli inquirenti irromperanno nei loro uffici, rischiando di essere tutti processati per evasione fiscale. Decisi a salvare l’azienda e il loro capitale, stabiliscono che solo uno di loro si prenderà tutta la responsabilità della truffa, passando i successivi sette anni in carcere. Chi di loro? E perché? Escludendo il sorteggio così che il caso decida per loro, convocano un mediatore che li aiuti a decidere chi dei quattro soci dovrà sacrificarsi per salvare gli altri e la loro società. Si dà luogo ad una vera e propria partita a scacchi, dove le amicizie, gli anni passati a lavorare insieme, ogni legame verrà messo a dura prova.

Cinque attori straordinariamente affiatati (Giorgio Marchesi, Massimiliano Vado, Pierpaolo De Mejo, Serena Iansiti, Arcangelo Iannace) si muovono attorno a questo tavolo con l’irrequietezza che sale man a mano che la vicenda raggiunge il suo climax. Governano la recitazione con grande naturalezza sulla scia dell’emozione, in totale autonomia, senza perdere di vista i rispettivi personaggi e le loro evoluzioni all’interno della drammaturgia.
La contaminazione cinematografica in questa pièce è evidente, godibilissima anche negli intensi contro scena.
Si ha l’impressione che gli attori non recitino a teatro, ma filmati da dozzine di telecamere, tante quanti gli spettatori. Lo si evince da ogni simulazione, da ogni sguardo.

Un ritmo prodigioso che viene tenuto alto dall’inizio alla fine. Una messinscena che si potrebbe definire teatral-cinematografica, dove le ingerenze dell’uno e dell’altro convivono in una sorta di equilibrio ben bilanciato. I momenti di sospensione non tediano lo spettatore, ma aumentano lo stato di suspence, un’attesa che fa trattenere il fiato e tiene legati alla vicenda. C’è una forte naturalezza nella recitazione, (bellissima e incredibilmente reale la scena della lotta fra Vado e Marchesi) sembra quasi che gli attori vadano a braccio, ma al contempo si avvertono, come un sussurro, le indicazioni del regista Francesco Frangipane. Una strategia rara a teatro e che risulta vincente. Le ellissi temporali, dichiarate da un leggero movimento delle luci, sono delicatissime e non arrestano mai l’andatura scenica.

Uno spettacolo interessante, registicamente accurato, dove si scandagliano le intricate connessioni che si creano fra colleghi di lavoro e dove si mette a fuoco come, di fronte ad un’eventualità come quella di passare i futuri sette anni in carcere, anche il più solido dei rapporti inizi a scricchiolare. Evocativo il nome della software house di questa storia: ONE-WAY. Il senso unico che i protagonisti hanno intrapreso con le loro scelte, la strada che li condurrà ad una decisione irrevocabile, il biglietto di sola andata verso un cambiamento, non solo nella loro azienda, ma anche nel loro destini. Un’esperienza che rimuoverà definitivamente tutte le maschere e che li porterà a fare i conti con i propri segreti.

Info:
7 ANNI
dal 5 al 23 Dicembre 2018
di José Cabeza e Julia Fontana
traduzione Enrico Ianniello
regia Francesco Frangipane
con  Giorgio Marchesi, Massimiliano Vado, Pierpaolo De Mejo, Serena Iansiti, Arcangelo Iannace
luci Giuseppe Filipponio
scene Francesco Ghisu
costumi Cristian Spadoni
aiuto regia Massimiliano Benvenuto

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF