Ancora un’esaltante prova il secondo spettacolo di Aterballetto al Piccolo Teatro Strehler di Milano (dal 24 al 26 giugno 2016) con tre brani diversi dal fascino profondo che riconfermano il grande valore della pluriennale – che si auspica continui ancora per numerosissimi anni – collaborazione tra due Istituzioni principe del nostro mondo culturale come il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa e Aterballetto.
Tre i brani e le coreografie del raffinato spettacolo: LEGO di Giuseppe Spota (di origini pugliesi e impegnato in produzioni coreografiche in Germania dove ha collezionato numerosi successi e premi) con riferimenti diretti ai legami interpersonali e indiretti al mondo del gioco del ‘Lego’, 14’20’’ di JiÅ™í Kylián (maestro di danza contemporanea) e Upper East Side di Michele Di Stefano (eclettico milanese, laureato in lingua e letteratura tedesca e formatosi quale autodidatta nello studio e nella ricerca sul movimento, ha creato il gruppo mk di cui è coreografo e performer giungendo al successo in varie parti del mondo).
LEGO di notevole effetto coreografico racconta attraverso quarantacinque minuti il caleidoscopico e ineludibile mondo delle relazioni umane sempre più in crisi in un cosmo in cui contano interesse, produttività e puro utilitarismo, figli non della tecnologia, ma dell’egoismo dilagante in modo tanto esponenziale da spersonalizzare l’umanità tutta. Un disegno e un’elegante energia esecutiva con un gioco continuo di aggregazione e scomposizione che coinvolgono anima e corpo degli agilissimi danzatori i quali al momento dello scrosciare degli applausi hanno dimostrato grande autocontrollo: splendida eccezione il ridere gioioso degli occhi del giovane dalla pelle più ambrata e dal cuore genuino.
14 minuti e 20 secondi, titolo e durata del secondo pezzo, è un intenso passo a due che analizza il problema del tempo per gli umani e i viventi scandito da due momenti chiave: quello della nascita e quello della scomparsa toccando anche altri argomenti.
La serata si chiude con Upper East Side dalla complessa architettura fondata sulla dinamica dei corpi: una costruzione con un’eloquenza particolare e dalle sfumature a volte tendenti al freddo pur se fondata su un lavoro molto impegnato e come tutti gli spettacoli di Aterballetto vissuto con straordinaria professionalità supportata da un’ottima tecnica.
Esibizioni di affascinante novità e capaci di trascinare tutte le categorie di spettatori che rimangono soddisfatti di quanto visto e speranzosi di rivedere Aterballetto non solo nel finale di stagione.