GIULIO MEZZA: Covid-19, ampliare la funzione della sala cinematografica ed un nuovo ruolo per il cinema di quartiere

Continuiamo con la serie di interviste a vari esponenti del mondo del cinema e del teatro in merito al futuro della professione, alle sue criticità e ai cambiamenti che dovrebbe avere la tutela che li riguarda in seguito al DPCM del 24 ottobre 2020 dell'attuale governo Conte. Dopo aver ascoltato le proposte della documentarista Gaia Meloni, operatrice culturale e socia della Cinema Mundi Coop Onlus, ente gestore del Nuovo Cinema Aquila di Roma dal 2018. intervisitiamo l'attore di teatro, cinema e televisione Giulio Mezza, che dal 2018 collabora con il Nuovo Cinema Aquila in veste di organizzatore e presentatore di eventi.​

Sei stato tra i lavoratori dello spettacolo che ha affermato che il mondo della politica non frequenta quello della cultura. Secondo te perché rispetto al passato c'è questo apparente disinteresse e come si potrebbe riallacciare un rapporto?

Non mi capita spesso di utilizzare i social per comunicare un mio pensiero, non sono esattamente un nativo digitale. Non mi ritrovo in quel tipo di comunicazione e fatico a rapportarmici, quello che ho scritto era più che altro uno sfogo. Dopo giorni in cui leggevo sui giornali e vedevo sui siti internet le parole “sale cinematografiche e teatrali” affiancate alle sale bingo e le sale slot qualcosa dentro di me ha detto basta. E’ ovvio che non scopriamo oggi come lo stato della cultura in Italia sia un gradino più in alto del comatoso, ma le situazioni di emergenza sono una buona cartina di tornasole per scoperchiare la realtà aldilà delle belle parole.

In Italia c’è una frattura grossa tra classe dirigente e mondo della cultura. Sicuramente la colpa è di entrambe le parti, perché troppo spesso negli ultimi anni la cultura italiana non è stata in grado di parlare con il popolo medio. Però arrivati ad un certo punto ci si dovrà guardare in faccia e dirsi se la cultura in questo paese rappresenta un valore inalienabile oppure no. Perché se è così allora bisogna ripartire da zero, dalla scuola, dalla formazione ad i ragazzi, bisogna educare i giovani ad aver bisogno di cultura, di cinema, di teatro, di musei, di arte. Altrimenti se non è così, che si dica apertamente, ci si organizzerà di conseguenza.

Si investirà sugli istituti professionali, sul mondo del lavoro e chi annaspa nel settore della cultura deciderà se rappresentare la resistenza o se riconvertirsi. Ma questo galleggiare, questo essere prigionieri di un passato glorioso che relega la cultura ad uno “svago”, secondo me è la più grande delle tragedie.

Che cosa vorresti dire a questo attuale governo come attore e come dipendente di una sala cinematografica? Avresti delle proposte alternative alla chiusura di cinema e teatri?

Le proposte ci sono e possono essere discusse. Anche qui però il governo deve dire chiaramente se è suo interesse tutelare le sale cinematografiche oppure si intende relegare la fruizione filmica alle piattaforme. Le sale cinematografiche sono in crisi da anni, il Coronavirus è solo la mazzata finale. Il ragionamento generale va fatto aldilà dell’emergenza del momento. Si va dall’apertura dei cinema di mattina, all’utilizzo delle sale come centri per lezioni o masterclass o teatri di posa. Stare seduti, fermi, con la mascherina non può essere un’attività che incrementa il contagio. Mi si dice che il problema è nello spostamento delle persone, allora che si incrementino i trasporti pubblici, che si introducano delle navette equipaggiate contro il virus, ma si parli chiaro. Perché altrimenti io vedo solo un pretesto per marginalizzare ancora di più un’attività da molti giudicata scomoda e fastidiosa.

 

Allo stato attuale con queste limitazioni, qual è il futuro della sala cinematografica e nello specifico quello del nuovo cinema aquila?

Io credo che il virus abbia accelerato un processo che era già in atto. Per la prima volta dall’invenzione del cinematografo il prodotto filmico e la sala cinematografica non coincidono più. Ci sono molti modi per vedere un film senza dover andare al cinema e per questo la sala cinematografica dovrà cambiare la sua funzione, o meglio, ampliarla. Credo che la sala debba espandersi a monte e a valle, diventando anche produttore, luogo di approfondimento, organizzatore di eventi, focus, festival e rassegne. Credo che in questo processo il cinema di quartiere possa essere facilitato rispetto al grande multiplex proprio perché per sua natura è già più a contatto con il territorio.

Noi con il Nuovo Cinema Aquila stiamo tentando di fare questo da anni, di fidelizzare lo spettatore affinché non percepisca il cinema solo come il luogo per vedere un film, ma che la visione del film sia una delle parti dell’esperienza. Attraverso i nostri festival, i nostri incontri, abbiamo creato un pubblico sempre più consapevole che spesso ci anticipa anche nelle scelte dei film, l’obiettivo è quello di coinvolgere una comunità sempre più grande che intervenga e partecipi alla proposta culturale. E’ finito il tempo della rigida comunicazione da uno a molti ed anche la sala deve smarcarsi dal ruolo di ultima fermata della filiera distributiva.

Noi stiamo cercando di far crescere il marchio Nuovo Cinema Aquila anche con i progetti portati avanti durante il lockdown, con il lavoro fatto sui social e che tutti i giorni facciamo nella struttura. I risultati si vedono, personalmente in pochi luoghi vedo un sentimento familiare così forte come quello che c’è tra pubblico e lavoratori al Nuovo Cinema Aquila e le ultime rassegne fatte ci stanno dando ragione. Tanti sono i film che proprio grazie alla nostra sala sono entrati nel panorama cinematografico italiano, indipendente e non.

Un giorno ci piacerebbe farlo non più solo come distributori ma chissà magari anche come produttori.

Giulio Mezza (attore)
Nasce a Roma nel 1993 e si diploma in recitazione al Teatro Stabile di Genova. Ha preso parte a diversi spettacoli prodotti dal teatro di Genova, lo abbiamo visto nella serie tv “Il Cacciatore” e al cinema nel film
“Domani è un altro giorno”. Sempre nell’ultimo anno ha scritto, diretto ed interpretato lo spettacolo “F. Scott Fitzgerald: Il mio miglior fallimento”. Dal 2018 collabora con il Nuovo Cinema Aquila in veste di organizzatore e presentatore di eventi.

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