UNO SPLENDIDO GIORNO PER SEMPRE @ Fringe Festival: morire per essere liberi!

Anche alla fine di tre intense settimane di fringe festival, dopo tantissimi spettacoli e volti, il pubblico ha instancabilmente affollato il Mattatoio di Testaccio alla ricerca di un'altra piccola storia da poter collezionare, proprio come noi di Gufetto abbiamo affollato le prime file di quasi tutti gli spettacoli. Stavolta abbiamo scelto di raccontarvi "Uno splendido giorno per sempre"  per la regia di Justin Murray e Davide Vox, che ha anche interpretato la vita dell'americano Tender Branson, attorno alla quale si è svolta la pièce.

Così, tra valigie lasciate qua e là, ci ritroviamo all'interno della cabina di comando di un aereo deserto, dove l'attore comincia a raccontarci la storia del suo declino; nato marchiato dalle strette gerarchie di una setta religiosa, Tender Branson, appartiene alla più bassa delle caste, cresciuto fra severissimi divieti e norme disumane che non lasciano spazio nemmeno ai più naturali istinti dell'uomo. Iniziamo a conoscere la vita di un animale tenuto in catene, cosciente della sua situazione e, ovviamente incapace di un riscatto. Fra le mille leggi che regolano il comportamento degli appartenenti alla setta ce n'è una che è la più importante: quando si è certi che l'apocalisse sta arrivando, tutti i fedeli devono consegnarsi a Dio, in altre parole suicidandosi.

Le interazioni con il pubblico sono tantissime e molto nette, quasi a voler inglobare tutta la gente presente in quella dimensione indefinita che è la vita di questo personaggio. I tempi stessi della narrazione tendono a mescolarsi a causa di nitidi flashback che costruiscono e rimescolano un mosaico poco chiaro. E’ importate dire che non è uno spettacolo per cuori deboli dato l’enorme carico di ansie che si avventano verso la platea man mano che si va avanti con il racconto.

Lentamente però, tutto inizia farsi chiaro e scopriamo che Tender è in quell'aereo per un solo motivo: porre finalmente fine alla sua vita da prigioniero, quando già tutti quelli che conosceva erano scomparsi. Tender Branson spiega affannandosi tra balli e gesti violenti, come tutta la sua vita sia stata costellata da alti e bassi: prima un'infanzia di silenzi e stroncature, poi una carriera come santone venduto ai potenti del commercio televisivo ma sempre sotto l'ombra di quegli orrori che la setta ha generato; tutto questo fino ad arrivare alla decisione della sua fine programmata, attesa e ottenuta. Dopo aver liberato tutti i passeggeri e il personale di bordo si dirige, fino a esaurimento carburante, verso una zona remota dell'Australia, dove si schianterà senza far male a nessuno, proprio come tutta la sua vita, anonima e senza mai coinvolgere altri.

È, se vogliamo ampliare il significato dello spettacolo, una grande lente di ingrandimento sulle vite di tutti noi: burattini e seguaci di qualcosa che c'è stato dettato, passanti su strade sicure già percorse che non portano a niente se non al nostro continuo somigliarci fino a renderci uguali. L'annullamento totale delle possibilità che risiede nella falsa promessa di una vasta gamma di scelte, anche quelle che ci sembrano più intime.

 Così lo stesso Tender Branson ha accettato la fine, piegandosi ancora una volta, ma mistificando se stesso, un “IO” che si scopre onnipotente ma ancora manipolato.

Uno splendido giorno per sempre

RedSand Theatre

proveniente da
Londra

di e con
Davide Vox

regia
Justin Murray e Davide Vox                                                                                                                            

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