Abbiamo seguito lo spettacolo The Animal Kingdom, in scena al Teatro Belli di Roma dal 17 al 19 novembre 2023, una produzione Nutrimenti Terrestri Compagnia Teatrale per la regia di Giampiero Cicciò, che ha curato anche la traduzione dal testo originale di Ruby Thomas. L’evento è inserito all’interno della rassegna teatrale Trend. Nuove frontiere della scena britannica, a cura di Rodolfo di Giammarco, giunta alla sua ventiduesima edizione e in programma nella capitale dal 1° novembre al 18 dicembre 2023
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The Animal Kingdom. Il testo di Ruby Thomas per la prima volta in Italia
Il cartellone romano del Trend, rassegna di drammaturgia inglese contemporanea divenuta ormai un must nei circuiti teatrali nazionali, annovera tra le sue proposte lo spettacolo The Animal Kingdom, scritto da Ruby Thomas, attrice e autrice britannica poco più che trentenne, tradotto e diretto da Giampiero Cicciò. Il testo porta in scena un vero e proprio psicodramma familiare incentrato sulla malattia mentale di Sam, giovane figlio di una coppia ormai separata, costretto a ricoverarsi in una struttura per superare i traumi di un vissuto familiare doloroso attraverso un percorso terapeutico arduo e intenso. La questione è particolarmente cara alla Thomas, da sempre interessata all’amore, alle relazioni umane, all’empatia e alla sua mancanza quale causa della lotta tra gli individui per esternare i propri sentimenti. Qui l’autrice affronta il tutto alternando delicatezza e sensibilità a una verbalizzazione cruda e a tratti violenta, senza mai per questo perdere di vista il vero binario tematico, che è proprio la criticità della dimensione comunicativa familiare e delle sue conseguenze, spesso irreversibili.
Sam e gli altri, un fragile equilibrio sopra la follia
Ospite di un centro di riabilitazione, Sam (Saverio Barbiero) è seguito da uno dei suoi terapisti, Daniel (Ivan Maria Artuso), che cerca di stabilire con il giovane un rapporto di fiducia per poter affrontare e risolvere il suo disagio psichico. Alle terapie, oltre ai genitori di Sam, Rita (Carlotta Solidea Aronica) e Tim (Tommaso D’Alia), partecipa anche la sorella di Sam, Sofia (Lisa Lippi Pagliai). Il percorso, consistente in sei sedute di gruppo, è l’occasione per eviscerare tutte le disfunzionalità alla base del rapporto tra genitori e figli, frutto di anni di silenzio, di convinzioni sbagliate, di adesione a certe visioni conformistiche che hanno generato un magma destinato inevitabilmente ad esplodere, con il rischio di provocare danni irreversibili. Daniel ha il compito non facile di fare da mediatore tra i vari elementi del nucleo familiare, e astenendosi da qualunque tipo di giudizio riesce con serenità e pacatezza ad aiutare i quattro a ricomporre faticosamente i pezzi di un puzzle fragile e delicato, costantemente sull’orlo del delirio. Ogni storia è un frammento doloroso, che oscilla tra la solitudine di Sofia e le certezze assolute di Rita, tra i silenzi di Tim e i rancori di Sam: ognuno di loro è una pericolosa scintilla di odio che innesca un incendio potenzialmente devastante e catartica allo stesso tempo. Solo quando tutto il dolore sarà stato sviscerato nella maniera più brutale possibile, Sam e la sua famiglia riusciranno a ricomporre ciò che era andato in frantumi conquistando un nuovo equilibrio, avviandosi insieme verso un futuro nuovo e consapevolmente ignoto.
The Animal Kingdom. La perfetta riuscita di un’opera corale
Alla presenza di una platea gremita e di qualche volto noto del piccolo schermo, la prima romana dello spettacolo di Cicciò sa di perfettamente riuscito sin dall’entrata in scena dei primi due personaggi, interpretati da Saverio Barbiero e Ivan Maria Artuso. Il loro biglietto da visita è dato, a un primo impatto, dal perfetto sincronismo dei movimenti scenici in funzione della loro disposizione sul palcoscenico, così come avviene anche per il resto del cast, che ha evidentemente investito nella comunicazione corporea, oltre che verbale. A garantire il successo di questa complessa opera corale vi sono Carlotta Solidea Aronica, eccellente nei panni di Rita, una doula nevrotica ossessionata dai suoi errori e perseguitata dalle sue false credenze, mentre Tommaso D’Alia è particolarmente credibile nei panni di un padre assente, che cerca in extremis di rimediare ai danni provocati da una relazione extraconiugale. La Sofia di Lisa Lippi Pagliai è una ragazza in cui tutte noi potremmo riconoscerci, una sorella minore esasperata da un fratello forse troppo ingombrante, sul quale ricadono tutte le attenzioni della famiglia. Ivan Artuso è la calma fatta persona, l’esempio concreto di come, lavorando sul dolore attraversandolo fino in fondo, sia sempre possibile riuscire a salvarsi e trovare una luce alla fine del tunnel. Infine Saverio Barbiero regala al suo Sam un universo di colori e di sfaccettature: colpevole solamente di voler essere veramente libero anche rinunciando alla sua stessa esistenza, ne restituisce al pubblico un’immagine fragile e insieme potente con la quale è impossibile non entrare in sintonia, andando oltre la più elementare compassione.

The Animal Kingdom. Una messinscena minimalista ed efficace
Rispetto all’allestimento originale proposto all’Hampstead Theatre di Londra, non vi è molta differenza per quanto riguarda scene e costumi. La parola d’ordine è minimalismo: quattro panche disposte simmetricamente, delle quali due sono capovolte solo inizialmente, per poi ritrovarsi allineate a fine rappresentazione. Il dress code non spicca particolarmente, se non per il completo rosso della Aronica, ma è efficace e coerente con la storia, quindi è promosso a pieno titolo. Ciò che si coglie da subito è come il disegno luci di Roberto Di Maio accompagni morbidamente la narrazione dei fatti adeguandosi alla mutevolezza dei personaggi e all’evoluzione del loro carattere. Il ritmo della recitazione è sostenuto da alcuni brevi intermezzi in cui l’azione scenica è accompagnata da effetti sonori o da brani musicali come Creep dei Radiohead, Heart-shaped box dei Nirvana o Pictures of you dei Cure, con un omaggio a Milva e al suo Albatros, un inno alla libertà che accompagna il disperato gesto di Sam rappresentato da due lunghi segni di pennarello rosso lungo le braccia. Un’opera corale, dunque, che giova di un solido lavoro di squadra, come risulta essere quello di Cicciò unitamente agli assistenti alla regia Giovanna Malaponti e Emanuele Baroni e al supervisore al movimento scenico Carlo Ciuffo. Gli applausi del pubblico entusiasta al termine dello spettacolo sono la riprova di quanto tali sforzi siano stati ampiamente e meritatamente ripagati.
The Animal Kingdom. Una visione entomologica dei rapporti umani
Spesso si parla di malattia mentale in contrapposizione ad una certa normalità. Tuttavia, la domanda che tutti dovremmo porci è se esiste davvero la normalità, e in cosa consiste. Siamo sicuri di non essere anche noi affetti da qualche strano disturbo mentale? Chi può definire cosa è sano e cosa non lo è? The Animal Kingdom non pretende di fornire risposte a tali quesiti, né forse di suscitarne brechtianamente degli altri. Resta però il fatto che ognuno di noi è, a sua volta, imbrigliato in vario modo e misura nell’intricata matassa dei rapporti familiari, nelle dinamiche viscerali che ci rendono ciò che siamo e non ciò che vorremmo essere. E se quella di Sam fosse follia solo perché il suo comportamento esula dagli schemi ordinari imposti dall’alto? Chi può essere in grado di distinguere tra ragione e delirio? È evidente come la malattia mentale sia solo la punta dell’iceberg di una vita impostata su erronee convinzioni e convenzioni, e come la stessa costituisca un detonatore potente che provoca un’esplosione inevitabile e necessaria. Quello dei protagonisti è un percorso catartico al quale assistiamo, in quasi ottanta minuti di spettacolo, come da dietro una teca, uno zoo umano, come suggerisce la metafora entomologica contenuta nel titolo, che porta ad empatizzare con ciascuno di loro senza necessariamente demonizzarli, senza alcun giudizio o condanna, cercando di capire quali siano state le cause di tale disastro familiare per il quale la salvezza è possibile ma raggiungibile a caro prezzo. È difficile non pensare che ci sia un po’ di quella famiglia anche nella nostra. Accogliere il disagio per ciò che è, senza cercare di forzarlo, è il primo passo per rompere le gabbie dell’incomunicabilità, abbracciando e perdonando la parte più oscura di ciascuno di noi.
Visto per voi il 17/11/2023
THE ANIMAL KINGDOM
di Ruby Thomas
regia e traduzione Giampiero Cicciò
con Saverio Barbiero
Lisa Lippi Pagliai
Tommaso D’Alia
Carlotta Solidea Aronica
Ivan Maria Artuso
disegno luci Roberto Di Maio
scene e costumi del Collettivo
regista assistente Emanuele Baroni
assistente alla regia Giovanna Malaponti
produzione Nutrimenti Terrestri