E' andato in scena il 13 Giugno, all'interno di Inventaria, manifestazione dedicata al teatro Off, giunta alla sua VII edizione, presso il teatro Studio Uno a Torpignattara, lo spettacolo The Yellow Brick Road, in concorso nella sezione monologhi/performance, scritto da Rosalinda Conti, per la regia di Alessandro Di Marco e interpretato da Giulia Paoletti.
Quando il pubblico entra in sala, l'attrice Giulia Paoletti è già in scena, di spalle e si pettina i capelli seduta su una sedia. Le luci si spengono ed inizia il monologo che porta Lauren, la protagonista, una contemporanea Dorothy de "Il meraviglioso mago di Oz", come ci ricorda anche il titolo della pìece, a incontrare di volta in volta pezzi della sua vita nel viaggio metaforico che intraprende per ricercare se stessa e tornare a casa, percorrendo la "strada dei mattoni gialli" proprio come Doroty.
"Venti grammi di cervello in più le basterebbero", così le diceva anche la maestra alle scuole elementari, per non cadere nelle trappole della vita.
Lauren e non Laura, come qualcuno la chiama erroneamente vive, allora, sulla scena tanti momenti della sua vita: il colloquio di lavoro per un locale strip, l'incontro con sua madre, preoccupata per lo stile di vita della figlia, uno spasimante che lei rifiuta, dal momento che la sua speranza è ancora legata al ritorno di un fidanzato che, invece, l'ha chiaramente abbandonata e al quale lascia messaggi senza risposta in segreteria, fino ad umiliarsi pur di riaverlo con sè.
L'attrice Giulia Paoletti si muove a suo agio nella scena, modificando i toni e adattando i gesti sia ai momenti di lucidità di Lauren, che agli altri di grande frustrazione e disperazione, scaturiti dal consumo di droga e da un rapporto difificle con il cibo ; la sua recitazione, pulita e controllata, a tratti intensa, rende bene lo spaesamento del personaggio.
I costumi, di Nicola Civinini, sono curati e seguono lo svolgersi della vicenda; abito classico per il colloquio di lavoro, abiti semplici per stare in casa, appariscenti per lavorare nel locale notturno, tra balli hot e clienti di infimo ordine.
Lauren è divisa tra voglia di uscire dal suo inferno personale e la costante sensazione di continuare a sprofondarvici dentro,parla di una vita felice agli altri, racconta bugie per raccontarle, in fondo, a se stessa. Negli altri cerca quello che non sente di avere; intelligenza, coraggio, sentimenti positivi, ma non sempre li riceve e alla fine resta sola con se stessa, a sperare di riemergere.
Il testo di Rosalinda Conti, segnalato dalla giuria dell’ XI edizione del Premio Fersen alla regia e alla drammaturgia contemporanea, è sicuramente ben costruito, ha una struttura solida e utilizza un linguaggio semplice ma diretto, tuttavia a volte le vicende del personaggio sembrano come già viste; ci si aspetta già, in qualche modo, quello che accadrà alla protagonista. Anche da un punto di vista della regia, che pure costruisce un monologo ben strutturato e concreto manca, forse, un guizzo di originalità, qualcosa che spiazzi lo spettatore, che lo lasci senza parole, qualche elemento di maggiore innovazione.
Occorre mettersi in cammino per tornare in sè, è un percorso difficile, fatto di accettazioni e negazioni, di discese e risalite, di mattoni gialli da percorrere, questo il messaggio che ci resta in mente dopo lo spettacolo, quando usciamo dalla sala del teatro Studio Uno.
Info:
THE YELLOW BRICK ROAD
di Rosalinda Conti
regia Alessandro Di Marco
con Giulia Paoletti
costumi Nicola Civinini
Sezione Monologhi/Performance INVENTARIA