Paolo Hendel scrive un libro e poi ne adatta un testo teatrale insieme a Marco Vicari per esorcizzare il suo diventare vecchio. Non è né il primo né l’ultimo ad averne bisogno, e non è né il primo né l’ultimo a giocare con certi luoghi comuni, ma il suo stile sobrio strappa sempre un sorriso.
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LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: Paolo Hendel al Campania Teatro Festival 2022

Il parco del Real Bosco di Capodimonte è sempre un luogo speciale in cui inoltrarsi per assistere agli spettacoli del Festival, e non nascondo che ogni anno aspetto questi appuntamenti con particolare emozione anche perché non vedo l’ora di godermi questi spazi al tramonto e sotto le stelle con un fresco piacevolissimo che di giugno e luglio davvero sono un sollievo impagabile, da frequentare il festival solo per questo. Sistemata la mia copertina arancione in pile fornita gentilmente dallo staff, attendo con tutti gli spettatori che sulla scena semi illuminata compaia il nostro protagonista, e dopo una certa attesa eccolo, Paolo Hendel, che entra con scroscio di applausi.
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: elogio della vecchiaia?
La scenografia è fatta di alcuni elementi semplici geometrici a cui lui potrà appoggiarsi, tra cui una sorta di leggio, e da lì comincia, dal leggio e da Leopardi che della giovinezza diceva “unico fiore della nostra vita”, secondo Hendel esagerando. Con questa premessa, ci si aspetta uno spettacolo in cui si tessano le lodi della vecchiaia, e io che ho superato i quaranta e mi chiedo cosa verrà dopo comincio a mettermi comoda e a interessarmi, ma in realtà, devo dire, mi illudo.
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: spettacolo per capitoli

Lo spettacolo è organizzato come il libro, ovvero per capitoli, annunciati dalla voce fuori campo del regista Gioele Dix, e quindi si salta con una certa facilità da un argomento ad un altro senza troppo preoccuparsi di mantenere un vero filo. Poco male perché il senso del tutto è divertirsi e va bene così.
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: molti luoghi comuni e molte battute facili
Non vi aspettate tuttavia una vera e propria riflessione sulla giovinezza o sulla vecchiaia, perché non ce n’è: ci si raccomanda di non fare le cose troppo tardi, perché poi si è troppo vecchi, di ricordarsi di fare “controlli e controllini” che dopo una certa età sono importanti (con le varie battute d’obbligo sull’urologo, sull’analisi delle feci e sulla colonscopia), di godersi la lentezza anche se la vita sessuale ne risente (non vi devo accennare le battute ovvie che state già immaginando). Si scherza sui sospetti ispirati dai poveri o dalle povere badanti, e siccome i luoghi comuni non bastavano ancora, in mezzo, qua e là, ci si infila qualche battuta sull’inglese di Renzi, su Salvini, sulla vecchiaia dei politici in generale (che quelli fanno sempre ridere), e qualche riflessione scandalizzata sulla donna secondo Properzio, Plinio il Vecchio e Marco Ferradini (che è sempre bello mostrarsi dalla parte delle donne).
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: indignarsi per restare giovani

Volgendo al termine, il Capitolo VII affronta l’indignazione. Pare che per restare giovani bisogni “continuare ad indignarsi”. In modo “non sterile”, dice Hendel. E via con esempi di indignazione sterile che sicuramente ci fanno ridere. A scapito della coerenza dello spettacolo, ma ci fanno davvero molto ridere: Hendel ci legge una raccolta di “indignati” da web davvero succosa, a cui è impossibile resistere. Forse, ridendo ridendo, ci possiamo indignare per questi “indignati”, e allora diciamo che se questi minuti dello spettacolo dovevano servire a ringiovanire, io sono ringiovanita.
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: la malattia e la morte.
L’ultimo capitolo infine affronta la malattia vera e la morte. Col suo tipico sorriso sereno Hendel fa poche battute sobrie su malattie come il Parkinson e l’Alzheimer, poi in un breve momento diventa semiserio, nomina suo padre e lascia sospettare che il senso di tutto possa essere nascosto in questo. Ma resterà un sospetto.
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA: leggerezza poco convincente.
In conclusione, non ho trovato che fosse uno spettacolo fantastico, e probabilmente non lo consiglierei a chi cerca la riflessione né a chi vuole una risata ricercata. È una sorta di spettacolo di cabaret con un fil rouge, che ha un suo perché per gli amanti del genere, e per i cercatori di leggerezza (estrema leggerezza). Paolo Hendel ha un suo riconoscibilissimo stile che sicuramente molti apprezzano e che può essere una garanzia, anche in questo caso.
Restando strettamente sul tema dello spettacolo, se lui crede che la giovinezza sia sopravvalutata, sinceramente non mi ha convinto.
Visto il 15 Giugno 2022 ORE 21.00
CAPODIMONTE – GIARDINO PAESAGGISTICO DI PORTA MIANO
DURATA 1H+20MIN
DEBUTTO ASSOLUTO
LA GIOVINEZZA È SOPRAVVALUTATA
Scritto da Paolo Hendel, Marco Vicari
Con Paolo Hendel
Regia di Gioele Dix
Produzione Agidi
foto Sabrina Cirillo – ag Cubo
Leggi qui i consigli di Gufetto sul Campania Teatro Festival 2022