IL SOGNO DI UNA COSA @Campania Teatro Festival: uno spettacolo da vedere “a occhi chiusi”

Al Campania Teatro Festival il 28 giugno scorso il debutto assoluto de IL SOGNO DI UNA COSA: in occasione del centesimo anniversario della nascita di Pier Paolo Pasolini che ricorre quest’anno, Elio Germano e Teho Teardo hanno ideato uno spettacolo intimo e profondo tratto dal primo romanzo dell’autore friulano fatto di parole e musica.

IL SOGNO DI UNA COSA: i due artisti in scena

Una scena da Il sogno di una cosa-Ph_SalvatorePastore

Il cortile della Reggia di Capodimonte accoglie nell’ambito del Campania Teatro Festival una delicata performance di voce e musica: la voce suadente e intensa è quella di Elio Germano, la musica è quella originale e poetica di Teho Teardo.

In nero i due artisti, nere le due scrivanie attigue sul palco, nero il fondale da cui spuntano due occhi di bue. Tutto ciò che verrà impiegato dai due performer è presente e visibile sulla scena: microfoni, fogli, due pc, una fisarmonica, delle campane di diverse dimensioni, le casse di amplificazione, un mixer e persino le multiprese. 

IL SOGNO DI UNA COSA: una narrazione che dialoga con i suoni

Il senso che questa performance sceglie di privilegiare non è la vista, bensì l’udito: la voce vibrante di Germano in primo piano, accompagnata dal crepitio delle cascate che collocano la narrazione in Friuli, dallo scroscio della pioggia battente -incredibile a credersi in una serena serata estiva come questa, dal rintocco evocativo delle campane. L’attore romano porta avanti una narrazione che dialoga con i suoni del compositore friulano e con le registrazioni delle voci dei protagonisti del romanzo: la rappresentazione si allontana dall’interpretazione teatrale per sfociare nel documentario.

IL SOGNO DI UNA COSA: il testo di Pasolini

Una scena da Il sogno di una cosa-Ph_SalvatorePastore

Il testo di Pasolini, suo primo esperimento narrativo che contiene al suo interno già i temi che ritorneranno nelle opere successive, racconta degli italiani del secondo dopoguerra che, stremati dall’indigenza, hanno tentato di realizzare il sogno di una vita migliore attraversando illegalmente il confine per raggiungere la Jugoslavia comunista. Nella mente degli spettatori si insinua il riferimento di questa rotta balcanica quasi al contrario rispetto a quella che valica il confine che attualmente i profughi in fuga percorrono per raggiungere l’Italia. Il nostro Paese non è sempre stato un posto verso cui fuggire, come ci dicono le parole degli stessi protagonisti: essi amano la loro comunità ma desiderano emanciparsi dalla sua miseria. I tre ragazzi friulani, dimenticando la loro giovane età, affrontano il mondo a viso aperto: la povertà delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche al rientro in patria, sognando la rivoluzione ma poi finendo per piegarsi ai compromessi imposti dalla situazione. L’unica soluzione è ritagliarsi una felicità modesta e familiare, ma questo non sarà sufficiente per salvare tutti da un triste epilogo.

IL SOGNO DI UNA COSA: uno spettacolo delicato

Una scena da Il sogno di una cosa-Ph_SalvatorePastore

Elio Germano sfoggia la sua talentuosa stoffa di narratore, mostrando anche un’attenta inclinazione a fare da rumorista, tutto manifesto senza bisogno di muoversi dalla sua sedia, simultaneamente il genio di Teho Teardo riesce a dosare toni e ritmi profondi e voluminosi nello spazio dello spettacolo come arricchendo una tela con pennellate di colori ora tenui ora accesi. Ne risulta uno spettacolo delicato e onirico, come il titolo suggerisce, sfuggente e impalpabile eppure concreto, proprio come i sogni che tentiamo di ricordare al mattino appena svegli.

Visto il 28 GIUGNO ORE 21.00

CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA
DURATA 55MIN
DEBUTTO ASSOLUTO

IL SOGNO DI UNA COSA

LIBERAMENTE TRATTO DAL CAPOLAVORO DI PIER PAOLO PASOLINI
DI E CON ELIO GERMANO, TEHO TEARDO
PRODUZIONE INFINITO TEATRO DI PIERFRANCESCO PISANI

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