CAMPANIA TEATRO FESTIVAL – Afànisi: lo spettacolo senza spettacolo

Nella sezione Osservatorio del Campania Teatro Festival, abbiamo scelto per primo questo breve spettacolo, AFÀNISI, che comincia a interrogare lo spettatore già nella sinossi, senza dire niente di sé, e attira i gufi curiosi.

AFÀNISI: sezione Osservatorio in scena al Trianon Viviani di Marisa Laurito

AFÀNISI

Eccomi, quindi, nella sala del Teatro Trianon Viviani, che fondato nel 1911, ha avuto gloriosi inizi sotto i piedi delle più grandi famiglie di teatranti napoletane (Scarpetta, De Filippo, Viviani, Fumo, Maggio) ma se l’è poi vista molto brutta, passando dal regno della sceneggiata, al cinema, fino addirittura al cinema a luci rosse (come in fondo tanti altri cinema e teatri, tra cui lo stesso meraviglioso Bellini). Dopo una ripresa negli anni ’90 e un altro rischio di fallimento, adesso il teatro è in mano ad una fondazione diretta dalla Regione Campania e da tre anni è artisticamente diretto da Marisa Laurito.

Mentre il pubblico si sistema sul palco ci sono già due personaggi seduti, che sembrano aspettarci, osservandoci con un certo interesse.

Il gustoso incipit di AFÀNISI

Le luci sono ancora accese quando i due si alzano e cominciano a parlare con la scusa di un test audio. Iniziano una sorta di preambolo a sipario chiuso che è un gioco molto interessante: una divertente promessa ossessiva di onestà estrema che sembra renderla irraggiungibile, contraddittoria in se stessa eppure ugualmente rispettosamente sincera.

Insomma, si comincia con uno dei forse più gustosi e originali incipit che abbia mai visto, su questo non ho dubbi. Soprattutto perché Alessandro Paschitto e Raimonda Maraviglia se la cavano davvero benissimo con le battute e con il ritmo, e con un’interpretazione molto solida e credibile: comprendiamo tutti certamente la loro dichiarazione di voler essere fuori da qualsiasi solito schema e se è l’attenzione che volevano, ce l’hanno.

AFÀNISI: “può esserci il teatro senza che ci sia nulla da vedere?

AFÀNISI

Intanto, il pubblico, che un po’ sorride e un po’ ride, è confuso, non capisce questi due dove vogliono arrivare, ma non è ancora cominciato nulla, perché poi arrivano le domande. Chi è la prima persona che vi viene in mente? A questo punto si apre il sipario, entra il terzo attore, Francesco Roccasecca, e si entra nel vivo dello spettacolo che però non c’è.

Le domande continuano, e tutto funziona “al contrario”: lo spettacolo vive nelle pause della sceneggiatura, quando si ferma, ovvero quando gli attori tacciono e lo spettatore, che lo voglia o no, ormai sta immaginando. Ed è così, in effetti: anche io che prendo appunti, non sono immune. Rispondo alle loro domande nella mia testa e immagino. E mi dico anche, a volte, che per fortuna lo sto “vedendo” solo io.  

Un’AFÀNISI che diventa moltiplicazione.

Già, perché in questo spettacolo, come hanno detto, non c’è più un pubblico, ci sono tante singole persone, non c’è più uno spettacolo unico, ma ognuno vede uno spettacolo diverso.

In questo modo, intorno alla mancanza di tutti gli elementi soliti di un qualsiasi spettacolo (all’afànisi lacaniana appunto), la compagnia costruisce una moltitudine di spettacoli, personali, unici, irripetibili, impossibili da condividere. Un’assenza che diventa moltiplicazione.

Un’AFÀNISI che diventa esercizio e riflessione sull’attenzione.

Un esercizio sulla fantasia? Direi piuttosto un esercizio dell’attenzione. Perché le domande e i movimenti che Paschitto ha scritto e messo in scena non ci fanno fantasticare come se fossimo bambini né ci scavano dentro in cerca di chissà quali sentimenti nascosti. Più che altro il testo, e i movimenti con cui li ha accompagnati, hanno la capacità di muovere brevemente (molto brevemente) la curiosità di un adulto su qualcosa di non immediatamente presente ma con una sua forma di concretezza e di convincerlo per pochi attimi a soffermarsi su questo qualcosa e su un suo intorno, invece di sfiorarlo e ignorarlo come probabilmente i più farebbero.

È praticamente un gioco divertente, rilassante anche, che insegna a fare caso al mondo intorno a sé, in modo consapevole.

Ciò che va osservato alla fine dell’esperienza, direi, è che la nostra attenzione viene costantemente manipolata da chi lo fa in modo molto meno onesto dei CTRL+ALT+CANC, e non è detto che noi possiamo sempre essere in grado di controllare ciò a cui saremo attenti, ma almeno dobbiamo essere consapevoli di quanto il meccanismo sia importante e assolutamente instabile.

Ingegnoso e godibile. Un’esperienza leggera, insolita e divertente.

In generale, non l’ho trovato uno spettacolo imperdibile, ma sicuramente ingegnoso e godibile. La cosa più affascinante è che non ci si aspetta di entrare in una sala di teatro e diventare parte attiva fino a questo punto, tanto meno che i loro interventi possano essere così efficaci. Apprezzo molto la scrittura di Paschitto, perché il suo stile è decisamente nelle mie corde e lo trovo talentuoso e originale, ma tutta la compagnia è composta da ragazzi in gamba indubbiamente, perché non credo affatto che l’interpretazione fosse facile, anzi, quando le pause sono importanti come in un testo così, il ritmo e il feeling tra gli attori è importantissimo.

Per il pubblico è un’esperienza leggera, insolita e divertente.

Visto il 13 Giugno 2023

TEATRO TRIANON VIVIANI
13 GIUGNO 2023 ORE 20.00
DURATA 50 MINUTI
PRIMA ASSOLUTA

AFÀNISI – info e cast

UN PROGETTO DI COMPAGNIA CTRL+ALT+CANC
CON RAIMONDA MARAVIGLIA, ALESSANDRO PASCHITTO, FRANCESCO ROCCASECCA
TESTO E REGIA ALESSANDRO PASCHITTO
PRODUZIONE CTRL+ALT+CANC
VINCITORE BANDO INTERCETTAZIONI – CIRCUITO CLAPS 2023
VINCITORE ODIOLESTATE 2022 – CARROZZERIE N.O.T
SEMIFINALISTA PREMIO DANTE CAPPELLETTI 2022
FINALISTA AL PROGETTO VERSO SUD 2022
SEMIFINALISTA SCENARIO 2021

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF