30 e 31 luglio, il Napoli Teatro Festival si chiude con l’ultima fatica di Carrozzeria Orfeo, rimestamento claustrofobico di elementi degli spettacoli precedenti in una distopia che ci mette in guardia dalla fine del mondo e, guarda caso, dal lockdown.
Carrozzeria Orfeo alla Reggia di Capodimonte per NTFI20
Eccoci alla mia ultima sera di luglio nel Cortile della Reggia di Capodimonte, che mai delude per silenzio e atmosfera, ma stavolta ci fa patire un po’ di caldo: anche il clima non sembra contento che gli spettacoli stiano per finire di nuovo. In ogni caso, la curiosità per il lavoro di Carrozzeria Orfeo vale sempre qualche sventagliata, dato che ormai il pubblico si fida della loro personalità e sa che difficilmente resterà deluso.
L’attesa si passa a studiare una complessa scenografia buia, che rappresenta chiaramente un ambiente riadattato, c’è una serranda, e ci sono fornelli, è una carrozzeria, diventata cucina, completa e realistica, imponente lavoro che non lascia molti dettagli all’immaginazione.
Tutta l’azione si svolge nello stesso ambiente, o in suoi sottospazi portati in evidenza all’occorrenza, il mondo esterno resta fuori, e l’unico contatto che se ne ha è tramite la radio, che riporta notizie sempre tragiche riguardo disgustose quanto comiche palle di escrementi e grasso che emergono dalle fogne come bombe, facendo immaginare un mondo coperto di liquami in cui non si possa camminare liberamente e che abbia portato quindi la gente a preferire restare in casa, e ridotto l’umanità sull’orlo di una guerra civile.
Miracoli Metropolitani nel 2020: metafora o preveggenza?
Impossibile non riconoscere una serie di analogie con le condizioni vissute da tutti noi solo alcuni mesi fa e allora, anche se pare che il concepimento dell’opera da parte di Gabriele Di Luca sia avvenuto in tempi non sospetti e che le somiglianze debbano avere prevalentemente carattere di coincidenza o addirittura preveggenza, si è detto fin troppo sul significato politico e sociale del progetto, che perde anche la scena, in fondo, considerando tutte le questioni catastrofiche e apocalitti
che che siamo stati costretti a figurarci dietro l’angolo negli ultimi mesi.
Nel mio piccolo preferisco concentrarmi sulla metafora artistica, che magari sarà casuale, ma io trovo molto interessante: la Carrozzeria si è dovuta chiudere in se stessa, come tutti, come tutti i collettivi, come tutti gli artisti, e come tutti deve avere avuto occasione di riflettere sulla propria identità e sulle proprie trasformazioni, provando a immaginare come seguire le trasformazioni che il mondo sembrava imboccare: che succederebbe se davvero non potessimo più incontrarci di persona? Come cambierebbe l’arte? Esisterebbe ancora l’arte? Come si può far sopravvivere forme di arte che hanno sempre richiesto la vicinanza tra le persone, il contatto? Come si può trasformare il concetto di contatto? Che senso può ancora avere il ruolo di un artista? O deve solo limitarsi a sopravvivere fino a che la sua categoria non sarà del tutto estinta? E allora ecco che, in un mondo che si avvia verso la fine, si affaccia il mestiere del futuro (prossimo e breve): il web, o il cibo a domicilio.
Miracoli Metropolitani, un mondo allo sfascio al Napoli Teatro Festival
Plinio (Federico Vanni), originariamente chef stellato, e sua moglie Clara (Beatrice Schiros) hanno dovuto chiudere il ristorante e si sono convertiti a una cucina “alternativa” a domicilio, pronta ad accontentare le esigenze più disparate, dai vegetariani, agli allergici, ai cosiddetti “intolleranti”, ai celiaci, con un tocco esotico e ricercato nei nomi che dà visibilità all’attività sui social, in nome della vendita ad ogni costo.
Un annunciatore automatico degli ordini in arrivo scandisce il ritmo dello spettacolo e riporta tutti i personaggi in riga (o quasi) quando si stanno perdendo un po’ troppo nelle loro claustrofobiche digressioni, speranze e paure.
Miracoli Metropolitani, una ricetta nuova con quello che hai in dispensa
Tanti elementi che potremmo riconoscere come estratti da spettacoli precedenti della compagnia vengono poi qui riutilizzati, un po’ come si fa quando non puoi uscire a fare la spesa e ti arrangi con quello che hai in casa, cercando di farne uscire una ricetta nuova. Uno tra tutti, il tema dell’immigrazione per esempio, sempre a loro caro: rieccolo affacciarsi nelle storie tristi di personaggi come Hope (Ambra Chiarello) – che tanto ricorda Mirka di Animali da Bar, seppur in una versione più triste e malinconica ancora – e Mohammed, il corriere sfruttato che mai compare. Ci sono poi, disadattati simpatici, personalità deboli che si riscattano e un improbabile parto assistito da tutti, rapporti familiari disfunzionali, una missione da compiere, qualcosa di cinico da smontare e un lieve sospiro spirituale da salvare in corner.
Carrozzeria Orfeo funziona sempre
Non c’è che dire, la squadra funziona, come sempre, e la loro firma è inconfondibile, devo dire ormai soprattutto per la coppia Setti/Schiros che possiamo considerare le colonne portanti di ogni messa in scena, forse per particolare feeling, o semplicemente per dirompete personalità.
Come sempre Carrozzeria Orfeo gioca sapientemente con le luci, ogni volta con un effetto nuovo, questa volta in particolare colpisce l’uso del buio e delle luci puntuali convulse per creare momenti di confusione e rimescolamento di carte (e di scena) molto efficaci.
Miracoli Metropolitani: buon appetito!
Certo maturerà ancora nel tempo ma per ora lo spettacolo riesce già a servire ottima comicità ed evidenti spunti di riflessioni su un mondo allo sfascio, conditi di sapienti abilità tecniche e raffinato utilizzo del linguaggio anche volgare, su un letto di tenerezza che lascia senza risposte ma con qualche amara consapevolezza in più. E per continuare con lo stile gourmet dello spettacolo, da sommelier vi consiglio di accompagnare il tutto con un buon bicchiere di coraggio e analisi di coscienza, o potreste non apprezzarne tutte le sfumature e soprattutto non assorbirne a pieno le proprietà nutritive, che è più importante.
Insomma, qualsiasi sia la vostra dieta, se virus o liquami vi permettono di uscire, non perdetelo, gustatevelo a pieno e… buona digestione.
Foto di scena: Salvatore Pastore, LAILA POZZO
MIRACOLI METROPOLITANI
UNO SPETTACOLO DI CARROZZERIA ORFEO
DRAMMATURGIA GABRIELE DI LUCA
REGIA GABRIELE DI LUCA, MASSIMILIANO SETTI, ALESSANDRO TEDESCHI
CON AMBRA CHIARELLO, FEDERICO GATTI, PIER LUIGI PASINO, DANIELA PIPERNO, BEATRICE SCHIROS, MASSIMILIANO SETTI, FEDERICO VANNI
MUSICHE ORIGINALI MASSIMILIANO SETTI SCENOGRAFIA E LUCI LUCIO DIANA COSTUMI STEFANIA CEMPINI
ILLUSTRAZIONE LOCANDINA FEDERICO BASSI
FOTO DI SCENA LAILA POZZO
DIRETTORE TECNICO ALLESTIMENTO ROBERTO BIVONA
DIRETTORE DI SCENA GIOVANNI BERTI
PER CARROZZERIA ORFEO:
ORGANIZZAZIONE LUISA SUPINO, NATASCIA SOLLECITO MASCETTI
UFFICIO STAMPA RAFFAELLA ILARI
PER MARCHE TEATRO:
DIRETTORE DI PRODUZIONE MARTA MORICO
ORGANIZZAZIONE ALESSANDRO GAGGIOTTI, BENEDETTA MORICO
ASSISTENTE DI PRODUZIONE CLAUDIA MELONCELLI
RESPONSABILE COMUNICAZIONE E UFFICIO STAMPA BEATRICE GIONGO
GRAFICA FABIO LEONE
COPRODUZIONE MARCHE TEATRO, TEATRO DELL’ELFO, TEATRO NAZIONALE DI GENOVA, FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI -TEATRO BELLINI
IN COLLABORAZIONE CON LA CORTE OSPITALE – RESIDENZE ARTISTICHE
SI RINGRAZIA IL CORO DEL CENTRO TEATRO ATTIVO DI MILANO PER LA COLLABORAZIONE MUSICALE
CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA (INGRESSO DA PORTA PICCOLA)
30, 31 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 2H+30MIN
PRIMA ASSOLUTA