All’avvicinarsi dei 70 anni dalla sua morte, al Napoli Teatro Festival, il 16 luglio Cesare Pavese viene ricordato e interpretato da Alessio Boni, Macello Prayer, Francesco Forni e Roberto Aldorasi in un’operazione introspettiva che tutto considera ma nulla aggiunge, come probabilmente il Poeta avrebbe voluto.
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Napoli Teatro Festival, tempo di teatro, tempo di COVID-19
Tra le tante limitazioni che l’estate 2020 porta al Napoli Teatro Festival, di certo non ce ne sono in suggestività delle location: tutto comincia con un lieve e piacevole venticello che, sotto le stelle, attraverso gli alberi appena smossi e le luci accennate, ti conduce dall’ingresso di Porta Piccola al Cortile della Reggia di Capodimonte, il quale, delicatamente illuminato, accoglie i corpi e apre gli sguardi.
Nel cortile, un palco buio e non più di 70 sedute rigorosamente a un metro di distanza l’una dall’altra. Quando, con le luci ancora accese, comincia il messaggio, molto toccante, di sensibilizzazione verso la condizione dei lavoratori dello spettacolo, a guardarsi intorno ci si sente più parte di un flash-mob che di un pubblico.
Due minuti indubbiamente carichi di significato, in cui da quelle sedute così sistemate ci si sente coinvolti tanto da potersi considerare parte della squadra. Una immersione che non nuoce affatto alla successiva rappresentazione, anzi, si potrebbe dire che la prepara, come ispirando un avvicinamento emotivo al mondo in cui si sta per entrare.
Cesare Pavese al Napoli Teatro Festival, voci che sussurrano
Nel caso dello spettacolo in questione, poi alle voci astratte dei lavoratori, si sostituiscono le surreali multiple voci del poeta Pavese, che cantano, sussurrano, suonano e dialogano in uno stretto e fluente scambio di battute che inevitabilmente colpisce lo spettatore, anche quello che nella sua vita non lo avesse mai incontrato prima. E’ proprio questo l’effetto, quello di un incontro con Cesare Pavese, senza Cesare Pavese, eppure con quattro di lui. Un incontro non diretto, certo, senza stretta di mano per intenderci, ma con un sapore, a ben pensarci, quasi voyeuristico: sembra di essere capitati lì, senza volerlo, a spiarlo conversare con se stesso, ragazzo e adulto, giusto un attimo dopo che l’ultima manciata di terra è stata versata sulla sua tomba.
L’Estate Perduta al Napoli Teatro Festival, Boni e Prayer riportano in vita Pavese
Una scena buia, fatta solo di leggii, strumenti e volti umani illuminati all’occorrenza. L’atmosfera raccolta del Cortile fa il resto. Ottime tutte le interpretazioni, colpisce soprattutto Boni che sa giocare molto bene con la sua voce, anche alla terza replica della giornata. Bellissima l’idea di musicare le poesie, con quel tono folk che tanto si addice a un paese di campagna. Davvero apprezzabile il ritmo che Boni e Prayer riescono a mantenere, sapendo bene quando trasformare una voce in due, e quando riportare due voci a una, quasi in un’eco delicata.
L’Estate Perduta: una fiaba da un impossibile cantore
Pavese lasciò scritto “non fate troppi pettegolezzi” e viene spontaneo chiedersi, se lui stesso avesse voluto scrivere in un testo solo tutta la sua vita, come lo avrebbe fatto? Non lo sapremo mai, ovviamente, ma questo spettacolo direi ha ben ricostruito come lui lo abbia effettivamente fatto nella sua intera produzione, un pezzetto alla volta, senza mai risparmiarsi o cercare di nascondersi, e soprattutto riesce a non dare risposte a domande a cui Pavese stesso non ne ha date.
Non un evento imperdibile dunque, ma complessivamente un’ora e dieci minuti molto goduti, come a sentirsi raccontare una fiaba da un impossibile cantore, che ti dà la buonanotte in un elegante soffio finale e ti fa andare a letto con quella malinconica seppur piacevole tenerezza romantica che Pavese sapeva così ben dosare, e che i nostri autori/attori hanno fatto propria con indiscutibile efficacia.
Foto di scena: Salvatore Pastore
L’ESTATE PERDUTA
Ballata per Cesare Pavese
CON ALESSIO BONI, MARCELLO PRAYER, FRANCESCO FORNI, ROBERTO ALDORASI
DI ROBERTO ALDORASI, ALESSIO BONI, MARCELLO PRAYER
CANZONI E MUSICA FRANCESCO FORNI
DISTRIBUZIONE INFINITO TEATRO
CAPODIMONTE – CORTILE DELLA REGGIA (INGRESSO DA PORTA PICCOLA)
16 LUGLIO ORE 19.00 (PROVA APERTA); 21.00; 23.00
DURATA 1H+10MIN
PRIMA ASSOLUTA