Il 17 luglio Sarah Biacchi rispolvera un testo ancora mai rappresentato in Italia – seppur già diretto in italiano dal suo stesso maestro artistico Jurij Ferrini – e mette insieme uno spettacolo piacevole ma non davvero coinvolgente.
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Le Eccentricità di un Usignolo, tra palco e schermo
La storia si svolge fluidamente attraverso spazi chiusi o aperti che vengono virtualmente estesi da uno schermo sullo sfondo che aiuta la comprensione dell’ambientazione. Non aiuta però nel caso dell’angelo di pietra: questo angelo viene più volte nominato dai personaggi, anche per descrivere la piazza in cui si svolgono alcune scene, ma quando lo nominano sullo schermo viene rappresentato il noto monumento funebre scolpito da William Wetmore Story per il cimitero acattolico di Roma nel 1894. L’immagine di un famoso monumento funebre come elemento di una piazza mi appare fuorviante e troppo evidentemente artificiosa. Artificio però perdonato, se noto come piccolo collegamento che nel cimitero dove è sepolto lo stesso Tennessee Williams a St. Louis ci sono bene due copie dello stesso monumento funebre.
Lo schermo viene utilizzato per estendere non solo lo spazio, ma anche le menti, o forse bisognerebbe dire per svelare le emozioni: in più di un momento lo spettatore può vedere lì proiettato ciò che non accade sul palco, ma che Alma immagina, vorrebbe, crede, o vuole credere che accada. Questo intento è piuttosto chiaro ma comunque non particolarmente efficace. Sebbene si capisca che è una sorta di realtà alternativa, non si avverte sufficientemente il pathos che dovrebbe accompagnarla.
Tennessee Williams al Napoli Teatro Festival: manca qualcosa
In generale tutto lo spettacolo manca di vero pathos, e alla fine l’adorazione passionale di Alma per il piccolo John finisce per sembrare poco più di una cotta adolescenziale, con tutti i traumi che certo pure essa comporta. La scena del cucchiaio, per esempio, potrebbe trasmettere molto più la tensione erotica che la ragazza ingenuamente percepisce nella proposta del dottore, senza apparire come un totale, e quasi cosciente, romantico distacco dalla realtà. Poco pathos anche nel peso dato allo scandalo dell’incendio al museo, che mi sarei aspettata più gravemente sentito non solo dalla signora Winemiller. Poco pathos nelle raccomandazioni della signora Buchanan. Poco pathos nelle difficoltà di John nel gestire la madre e il suo stesso rifiuto. John in particolare, interpretato da Riccardo Eggshell che comunque non ha sbavature, più che apparire il poco interessante figlio di papà che dovrebbe essere, risulta solo un personaggio piatto, supposto brillante ma senza molta espressività, nonostante i primi piani drammatici che vengono ad un certo punto proiettati come a voler significare un tormento interiore che però non si sente. Inoltre, la scena in cui si spiega la faccenda dell’incendio è, direi, piuttosto criptica: svolta per lo più nello schermo, non credo riesca a rendere la gravità dello scandalo, né a far emergere la relazione tra il personaggio di Alma e quello della ragazza-uccello meccanica.
Il Reverendo e le due madri sono i personaggi più credibili, rispetto a quello che ci si aspetta da loro, anche se con la follia, tanto cara a Williams, farei attenzione: può Miss Winemiller sembrare solo un’anziana demente intrappolata nei ricordi, da portare a letto con una torta? Può l’atteggiamento del Reverendo Winemiller, così intollerante verso la moglie, risultare tanto ingiustificato? Chiaramente manca qualcosa.
Le Eccentricità di un Usignolo: ben fatto ma da maturare.
Per concludere, avrei voluto che la follia promiscua di Alma, che tanto ci ricorda Blanche Du Bois, fosse alla fine meglio introdotta, e più vissuta dallo spettatore come il dramma che effettivamente è. In definitiva, a parte qualche disturbo da sistemare con l’acustica, si può dire che lo spettacolo sia stato sufficientemente ben fatto, gli attori hanno tutti dato prova di esperienza, talento e professionalità, compresa la Biacchi, che sicuramente sa padroneggiare la scena ma forse deve ancora maturare le sue doti registiche. Ragazza energica e versatile però, da tenere senz’altro d’occhio.
Foto di scena: Silvia Amoroso
TRADUZIONE MASOLINO D’AMICO
REGIA SARAH BIACCHI
CON SARAH BIACCHI, RICCARDO EGGSHELL, ALESSANDRA FRABETTI, PAOLO PERINELLI
E CON LA PARTECIPAZIONE DI PAILA PAVESE
SI RINGRAZIANO PER L’AMICHEVOLE PARTECIPAZIONE IN VIDEO DANIELA GIOVANNETTI, GRAZIANO PIAZZA, VIOLA GRAZIOSI, PAOLO VANACORE
DISEGNO LUCI FRANCESCO BARBERA
MUSICHE ORIGINALI MIMOSA CAMPIRONI
SCENOGRAFIE ANDREA CERIANI
COSTUMI BRITTA BÖHM
REGIA VIDEO E AIUTO REGIA RACHELE STUDER
ASSISTENTE ALLA REGIA SILVIA PONZO
ELETTRICISTA ENZO SORRENTINO
PRODUZIONE SICILIATEATRO, CASTELLINARIA
17 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 1H+40MIN
PRIMA ASSOLUTA