IL MERCANTE DI VENEZIA @Silvano Toti Globe Theatre: Klezmer Shakespeare

È andata in scena il 22 di luglio 2016 al Silvano Toti Globe Theatre, la prima de “IL MERCANTE DI VENEZIA” di William Shakespeare con la regia di Loredana Scaramella. Uno spettacolo vivace, attraente e apprezzato subito dal pubblico, anche se non privo di alcune incongruenze vistose.

Due sono le novità importanti di questo spettacolo rispetto alle altre versioni sceniche del dramma shakespeariano: l'accompagnamento coreutico-­musicale e l'ambientazione nei primi decenni del Novecento. La terza novità proclamata dalla regista sia alla conferenza stampa che nelle note di regia, e cioè la maggiore centralità della figura del mercante Antonio rispetto all'ebreo Shaylok, è rimasta solo una dichiarazione. Non solo Antonio non ha acquisito il ruolo centrale, ma al contrario, in questo spettacolo è secondario, blando e futile rispetto sia a Shaylok ­ che è più centrale che mai ­ sia a molti altri personaggi dell'azione scenica.
Anche l'ambientazione a cavallo tra la Belle Époque e i totalitarismi è rimasta più interessante e convincente sulla carta che sul palco. Le note di regia parlano degli “anni Venti”, le donne portano le tournure e gli uomini una combinazione di pantalone dritto, giacca doppiopetto e camicia bianca poco indicativa del preciso periodo storico; un po’ più moderne, semmai, le musiche.

Il contesto storico-­politico non è minimamente accennato, e il testo forse necessiterebbe una riscrittura più invasiva e più meditata per evitare le contraddizioni più impressionanti come, per esempio, il fatto che si parli di continuo della Repubblica di Venezia e la sua libertà di commercio internazionale.
Certo che il testo scelto non è facile da presentare nel 2016 tale e quale, per la questione di valori etici, dato che la conversione del protagonista ebreo al cristianesimo, che nei tempi di Shakespeare era una lieta fine indiscutibile (e quella di sua figlia ancor di più, perché volontaria), oggi viene vista come tragica discriminazione. La risposta della regista Loredana Scaramella è stata quella di introdurre lo spettacolo con un umiliante scherzo che fa il popolo a Shylok e di accompagnare l'azione con le musiche klezmer.

L'apertura dello spettacolo ha guadagnato molto con questa scena onirica, visionaria e allo stesso tempo crudele; e i canti in yiddish della straordinaria Mimosa Camperoni affiancata dai bravissimi musici (Adriano Dragotta, Lorenzo Perracino, Franco Tinto) rendono questo “MERCANTE DI VENEZIA” un gioiello. Anche il saluto finale degli attori, che evoca la tragedia dell'Olocausto – ma non “spoileriamo”, perché merita di essere visto dal vivo ­ si inserisce in questa linea di correttezza etica. Di fronte all'alta valorizzazione della cultura ebraica della Diaspora (ottime musiche, ma anche gli eleganti lapserdak di Shylock e Tubal) il personaggio di Antonio ha da proporre un solo elemento che avrebbe potuto valorizzarlo e conferirgli un po’ di personalità nella fitta schiera di personaggi maschili che popolano il palco: è omosessuale, e quella per Bassanio non è una fedele amicizia, bensì una struggente passione non corrisposta. È vero che lo spettacolo così diventa ancora più contemporaneo, ed è anche vero che probabilmente lo stesso testo shakespeariano tra le righe lo suggerisce. Il problema è che questo motivo non viene sviluppato quasi per niente e soprattutto la bravura del meraviglioso Carlo Ragone che interpreta Shylock praticamente asfalta la recita dei più giovani – e molto meno carismatici – Fausto Cabra e Mauro Santopietro (rispettivamente, Antonio e Bassanio).

I buoni propositi etici della regia non sempre riescono, però, a dominare il testo, che, d'accordo con lo spirito dei suoi tempi, si presenta come molto più xenofobo. Ne è la maggiore vittima il personaggio del Principe del Marocco. L'attore Paolo Giangrasso lo interpreta con un'ottima imitazione dell'accento degli immigrati nordafricani dell'Italia odierna e, anche se riscuote uno straordinario successo tra il pubblico – o forse proprio perché lo riscuote, – fa porre non pochi interrogativi; le danze andaluse del Principe di Aragona – interpretato da Diego Facciotti, ­ sono anch'esse una tipizzazione comica, ma senza un simile sapore discriminatorio.

È variegato e spettacolare “IL MERCANTE DI VENEZIA” del Silvano Toti Globe Theatre, e il pubblico della sua prima rappresentazione lo ha accolto con un entusiasmo formidabile. Il flamenco, il tango, il cabaret, la tradizione klezmer si mescolano in una messinscena che a tratti diventa quasi un musical. Se le questioni etiche e storiche portano in alcuni momenti a una certa confusione, la materia scenico ­ musicale è dominata con perfezione. E forse il miglior momento dell'azione è la danza­-movimento amorosa tra Jessica e Lorenzo (i già citati Mimosa Camperoni e Diego Facciotti), quasi priva di parole, ma stracolma di poesia.

SILVANO TOTI GLOBE THEATRE
Direzione artistica Gigi Proietti
 
22 luglio – 7 agosto ore 21.15
lunedì riposo
 
IL MERCANTE DI VENEZIA
Regia di Loredana Scaramella
Traduzione di Loredana Scaramella
 
Prodotto da Politeama Srl
Interpreti

(in ordine alfabetico)

 

Antonio il Mercante

FAUSTO CABRA

Jessica

MIMOSA CAMPIRONI

Aragona,Lorenzo

DIEGO FACCIOTTI

Baldassarre, Marocco

PAOLO GIANGRASSO

Doge e Tubal

ROBERTO MANTOVANI

Solanio

FABIO MASCAGNI

Salerio

IVAN OLIVIERI

Nerissa

LOREDANA PIEDIMONTE

Porzia

SARA PUTIGNANO

Shylock

CARLO RAGONE

Bassanio

MAURO SANTOPIETRO

Stefano

ANTONIO SAPIO

Graziano

ANTONIO TINTIS

Lancillotto

FEDERICO TOLARDO

 

Musico

ADRIANO DRAGOTTA

Musico

LORENZO PERRACINO

Musico

FRANCO TINTO

 

MUSICHE

Stefano Fresi

SCENE E COSTUMI

Susanna Proietti

DISEGNO LUCI

Umile Vainieri

 

PROGETTO FONICO

Franco Patimo

AIUTO REGIA

Ivan Olivieri e Francesca Cioci

MOVIMENTI DI SCENA

Alberto Bellandi

CONSULENZA TANGO

Roberto Ricciuti

ASSISTENTE AI COSTUMI

Giulia Barcaroli

TRIO WILLIAM KEMP

Violino  ADRIANO DRAGOTTA

Sassofoni  LORENZO PERRACCINO

Chitarra FRANCO TINTO

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