DECAMERON-Tutto nel baule! @ FRINGE FESTIVAL: Boccaccio e il Teatro Itinerante

All’esordio del Fringe Festival presso il Mattatoio – La Pelanda va in scena Boccaccio con Decameron – Tutto nel baule!, spettacolo tra letteratura e viaggio onirico, comico e musicale ,con regia di Flavia Martino e in palcoscenico Filippo Mantoni e Michele Nardi.

Un buio di scena iniziale azzera ogni voce, pian piano un baule e una chitarra si lasciano scoprire dalle luci e s’intuisce in modo imminente che quest’ultimi saranno gli oggetti con i quali si tesserà la tela del testo.
Fanno il loro ingresso anche i protagonisti, due giovani cantastorie, dall’aria giullaresca che si propongono d’intrattenersi e con essi anche il pubblico, mixando novelle boccaccesche e approcci recitativi. Dov’è la Commedia? Dov’è Boccaccio? Di Commedia ce n’è molta, forse troppa ma di Boccaccio si ravvisa poco.

Partiremo dalla scelta, forse non azzeccatissima di mettere in scena il Decameron con l’ausilio di due giullari, tipicamente medievali in un’opera, appunto il Decameron, che medievale non è, o meglio non lo è più. Il Decameron probabilmente rappresentato dal baule (ci viene subito alla mente la decima novella della IV giornata del Decameron) contenitore e novellatore è un vecchio caratterizzante ormai superato e abusato, un’accezione letteraria e retorica, forse facendo dimenticanza che l’opera è teatrale prima che letteraria.
I due protagonisti Stecchi e Marchese non dovrebbero esistere ma emergono dallo strato sottile delle loro sagome di cartone, dovrebbero parlare solo le novelle, le loro storie con i loro personaggi. Si sussegue il racconto delle novelle impersonate dai due attori, facendosi aiutare dalla tradizione del Teatro Itinerante e cioè i burattini, la farsa, il folklore sia ridacchiano che melanconico in chiave acustica, ma c’è qualcosa di distonico, di fuori tempo, di asincronico.

Incompatibilità della coppia attoriale? No, c’è una buona sintonia, un amalgama ben legata e di buon contrasto che è essenziale nella recitazione a due voci ma sembra che l’adesivo che tiene insieme i due si allenti in alcuni tratti, una sorta di disconnessione che lascia un dubbio allo spettatore poi non spiegabile.
Chi dire dei recitanti? Michele Nardi è un vichingo aggraziante con una voce sublime, dal vibrato sensualissimo, di una chiara versatilità attoriale, presenza e agibilità scenica da fuoriclasse e ottimo controllo dei volumi. Filippo Mantoni , anch’esso versatile, ha doti musicali sia nel canto che nell’esecuzione da renderlo completo e meritevole.

Lo spettacolo è un classico con classe ma poco convincente nello stile. L’escamotage baule non è riuscita fino in fondo e forse il lavoro registico non ha aiutato a portare a compimento i propositi di partenza. La struttura c’è, ma è un po’ vecchia. Ci sentiamo di dire che è giusto rimanere nel conservativo, sapendo bene di trattare un’opera quasi sacra in ambito teatrale ma sembrerebbe mancare la novità, la contemporaneità pur rimanendo nei confini canonici.
Resta comunque sempre affascinante assistere a uno spettacolo su Boccaccio, si respira l’odore della carta ingiallita di pagine teatrali straordinarie ed è altresì lodevole che dei giovani continuano a dar vita all’opera che ha riformato il nostro Teatro.

Info:
Decameron – Tutto nel baule!
M/N Produzioni Teatrali – Centro Teatrale Senigalliese
proveniente da
Senigallia (AN)
con
Filippo Mantoni e Michele Nardi
regia
Flavia Martino

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