CANDY, memorie di una lavatrice @ FRINGE FESTIVAL: L’elettrodomestico dei sentimenti, caporalato e femminismo

È partito il Roma Fringe Festival il 7 gennaio con il suo Teatro di officina ( una volta si sarebbe detto “di bottega”), un variegato programma di spettacoli per un pubblico desideroso di sentire oltre che vedere. Taglia il nastro di apertura della nuova edizione, "CANDY, memorie di una lavatrice" scritto da Iris Basilicata (già vista in L'UNICA COSA POSSIBILE), interpretato da Giulia Gallone e curato per la regia dalle stesse.

Il pubblico si premura a prendere posto e in scena c’è una giovane fanciulla, una miss da passerella pronta a narrare la sua esperienza. Ci racconta con un morbido linguaggio la storia di una donna-oggetto, attraverso l’oblò di una lavatrice, divenuta oggetto-narratrice. Una lavatrice, un elettrodomestico famigliare che è testimone e depositario dei rapporti umani dentro le quattro mura domestiche. In questo caso si tratta di un deposito per attrezzi agricoli, il luogo e non-luogo nello stesso tempo dove si consumano ingiustizie, crimini che vengono inghiottite dalla bocca rotante dell’elettrodomestico, un pozzo senza fondo che sputa fuori con un loquace, sentimentale e contrastante monologo.

Bastano pochi oggetti, semplici attrezzi per le pulizie casalinghe, e una corona di plastica per dar voce a Elena, una giovane romena vittima del caporalato nelle campagne ragusane, di abusi fisici e psicologici e a cui l’attrice Giulia Gallone rende giustizia con un amaro, a volte crudele e tenerissimo linguaggio, ben sincronizzato ai movimenti e alle pause. L’attrice Gallone ha una naturalezza e una freschezza invidiabile, un’emotività che s’affaccia nei momenti giusti e l’insieme è ben equilibrato nei volumi e nella vocalità. I suoi spostamenti aggraziati si susseguono nel breve spazio scenico fino a sconfinare in platea, cercando più volte il coinvolgimento del pubblico. La difficile storia cammina con un’ironia liberatoria ed esorcizzante fino alla commozione rabbiosa  nella durata di un lavaggio ad acqua tiepida privo di centrifuga.

Cosa vuole dirci Iris Basilicata, autrice del testo? Le sue parole sono un fiume in piena, un grido di disperazione e di denuncia ma temperate da una vernice dal colore rassicurante. Il testo è inequivocabilmente  femminista, e di femminismo se ne parla tanto ma se ne scrive poco. Di più, non bisogna mai vergognarsi della parola femminista! L’auspicio è che ci siano sempre più uomini impegnati a scrivere storie di donne e dalla parte di quest’ultime.

In questo spettacolo ben scritto, un brivido in particolare si sente nel cuore e forse non è una scelta casuale l’aver prediletto il bianco nella scena, il più luminoso e illuminante dei colori, proprio perché c’è  bisogno di molta luce, di far molta luce su fatti simili.

Info:
Candy, memorie di una lavatrice di Iris Basilicata
Entropia Teatro

proveniente da Roma
con
Giulia Gallone
regia
Iris Basilicata e Giulia Gallone

In programmazione per:

Lunedì 7 – ore 19:00 – PALCO B
Martedì 8 – ore 22:00 – PALCO B 
Venerdì 11 – ore 20:30 – PALCO B

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