Il palermitano Palazzolo scrive più di 10 anni fa questo dialogo surreale tra due persone, che potrebbero essere una per quanto sia difficile (e forse inutile) distinguerle, Vetrano e Randisi lo riportano in scena il 26 e 27 luglio al Napoli Teatro Festival con grande efficacia.
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‘A Cirimonia al Napoli Teatro Festival: inizio alla Agatha Christie.
Folle il traffico oggi per raggiungere il Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale a Napoli, tra le misure di sicurezza anti-COVID e le campagne elettorali che scaldano gli animi dei cittadini. Meno male che c’è quest’isola di pace in cui arrivo, nel suo solito silenzio e buio stellato, in mezzo alla quale, su un palco colmo di cianfrusaglie che inizialmente non distinguo, due figure si muovono con il sottofondo quasi ignorato di una inquietante filastrocca per bambini: “Mi chiamo Lola/ e son spagnola/…”. Difficile che non vi venga in mente anche solo leggendo i primi versi, ma se proprio non vi venisse, immaginate insieme a me che vi siete appena seduti e vi stanno servendo un finger food alla Agatha Christie, così, tanto per darvi idea della sensazione.
‘A Cirimonia inizia coi sorrisi del pubblico
C’è tanto sul palco, oggetti scomposti, forse è una soffitta, o una cantina, forse solo il luogo dei ricordi. C’è anche un arco di fiori al centro, come quelli dei matrimoni. C’è qualcuno che sembra un Lui, con un cappello, e una giacca seriosa su una sorta di pigiama, e qualcun altro che sembra una Lei, con un abito bianco, lungo, da sposa, forse, ma piuttosto semplice e retrò. Il dialogo comincia, l’atmosfera sembra cambiare, pare proprio che rideremo, la commedia si comincia a mostrare. Le luci si accendono, poi diventano più forti, e si entra nel vivo. I due parlano, l’unica cosa che ricordano è che devono festeggiare qualcosa, e che lo fanno sempre ogni anno il primo giorno dello stesso mese. Ma non ricordano altro. Nemmeno come si conoscono. Nemmeno che rapporto hanno. Tutto sembra molto buffo, per un po’, e si sorride.
Al Napoli Teatro Festival, la commedia si mescola col dramma, il passato col presente.
Poi però i sorrisi si fanno sempre più amari, e senza rendertene conto stai assistendo a una tragedia, e mentre la tragedia ti si sta svelando a tratti sotto gli occhi, senti nettamente che una verità c’è, ma forse non è poi così male che non si possa ricostruirla, e certamente ce ne sono buoni motivi.
‘A Cirimonia al Napoli Teatro Festival 2020: ognuno fa la sua parte in una composizione non scontanta.
Uno spettacolo che parte da un testo molto originale, che esce dai soliti schemi senz’altro (in stile Palazzolo, d’altra parte), e che è magnificamente interpretato da Vetrano e Randisi, di cui è evidente il feeling oltre che la professionalità, ma lasciatemi dire anche da Gianluca e Raffaella Misiti, visto che la componente musicale e sonora ha un ruolo importantissimo nel percorso tortuoso della memoria che i personaggi fanno, e con essi gli spettatori.
Immagino inoltre che si sarà molto divertita Mela Dell’Erba a costruire quelle scene e quei costumi, così ricchi e così significativi, seppur flessibili e così adatti al supporto di un’atmosfera statica ma surreale, in cui la ripetizione costruisce gli ideali confini di una labirintica trappola in cui i protagonisti sembrano incastrati per sempre.
Uno spettacolo da vedere e rivedere
Credo che se potrò coglierò l’occasione di vedere e rivedere questo spettacolo, per sperimentare se capisco qualche pezzetto in più di quella verità, volta dopo volta, dettaglio dopo dettaglio, tuttavia consapevole che finirò probabilmente a fare il gioco del “mi ricordo, mi ricordo” con Lui e Lei e non arriverò mai davvero a capire chi sono quei due e cosa è successo.
L’idea che mi piace di più è quella di andare sempre più in fondo in questo pozzo senza fondo di cose da comprendere che può essere la ricerca di una verità, per impossibile che sia. Forse la tesi di Palazzolo e dello spettacolo è che tale ricerca sia inutile? Non lo so. Ma credo che farsi domande non lo sia mai, anche quando bisogna convivere con l’impossibilità di completezza e smettere di aspettarsela senza necessariamente smettere di inseguirla. Dunque, a quando la prossima? Io lo aspetto.
Foto di scena: Giusva Cennamo – ag. Cubo
‘A CIRIMONIA (L’impossibilità della verità)
DI ROSARIO PALAZZOLO
INTERPRETAZIONE E REGIA ENZO VETRANO, STEFANO RANDISI
SCENE E COSTUMI MELA DELL’ERBA
LUCI MAX MUGNAI
MUSICHE E SUONO GIANLUCA MISITI
ELETTRICISTA ANTONIO RINALDI
ASSISTENTE VOLONTARIA ELENA PATACCHINI
LE CANZONI DELLO SPETTACOLO SONO CANTATE DA RAFFAELLA MISITI
LE VOCI REGISTRATE SONO DI ROSARIO PALAZZOLO E DEL PICCOLO ALBERTO PANDOLFO
PALAZZO REALE – CORTILE DELLE CARROZZE
26, 27 LUGLIO ORE 21.00
DURATA 1H+20MIN
PRIMA ASSOLUTA