NELL’OCEANO IL MONDO è lo spettacolo di e con Enoch Marrella, presentato al Festival Inventaria alle Carrozzerie n.o.t. Lo spettacolo racconta la solitudine del sedicenne Fausto, adolescente appassionato di Dante che studia negli USA, e che finisce per essere inghiottito dai gironi infernali che lo circondano
Enoch Marrella decide di utilizzare una scenografia ridotta all’osso e di farci immergere nell’oceano solitario di Fausto solo tramite le luci, la musica e la sua mimica e gestualità, portandoci in un mondo visto attraverso le spesse lenti, a volte deformanti, di un adolescente che naviga disperso nel vasto mondo degli States e del World Wide Web.
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NELL’OCEANO IL MONDO: la gestualità di Marrella e le luci e musica di Ciommiento
La scelta di Marrella è per una scenografia che, ridotta all’osso, rappresenta la profonda e vasta solitudine e incomunicabilità del giovane Fausto. Questi, guardandosi intorno, vede nel mondo degli USA, in quello del Web e nel suo io la rappresentazione dei gironi danteschi: la lussuria delle chat erotiche, la gola della nonna americana che lo rimpinza di cibi trasudanti grasso fino a fargli venire la nausea, l’ignavia con cui Fausto si approccia al mondo.
L’opera è retta dalla sola presenza scenica di Marrella, capace di passare con disinvoltura tra i vari registri e dalla sua mimica e gestualità intense.
La musica e le luci di Ciommiento ci portano dal mondo patinato delle discoteche americane a quello vasto e alienante, a-sociale, dei social media.
NELL’OCEANO IL MONDO: una solitudine artefatta
Il mondo di Fausto è popolato di figure immaginifiche, con cui non riesce a entrare veramente in contatto; la sua solitudine è in primo luogo linguistica: in un multilinguismo italo-americano, Marrella ci porta in un mondo di un adolescente che non viene ascoltato davvero per quello che dice o per quello che è, ma per la musicalità che gli yankee attribuiscono alla lingua di Dante.
L’esposizione della solitudine di Fausto risulta a tratti artificiosa e lo spazio vuoto della scena, vasto come il web in cui Fausto si muove, diventa claustrofobico rinchiudendo il giovane in un’enorme gabbia completamente vuota.
Si tratta di un effetto sicuramente voluto ma che, nella sua progressione inesorabile diventa a volte scattoso e poco naturale.
Nonostante questo la grande capacità tecnica di Marrella di tenere la scena rende lo spettacolo accattivante.
Visto il 16 ottobre