Un'estate a Palermo di Alessandro de Lisi @ Nuovadimensione: un racconto formativo nella Palermo degli anni Ottanta

"Palermo è buttana. Ti fa vedere la carne umida e ti fa perdere i sensi, poi ti artiglia con la sua lingua a uncino e ti respinge. Impossibile non cadere bollito d’amore per lei. Palermo è capace di asciugarsi volgare una goccia di sudore nella scollatura, poi aristocratica ti lascia fuori dai suoi palazzi del Settecento, ti guarda accigliata per rapirti con una promessa, poi ti tiene lontano dal suo mare, un porto senza mare. Buttana. E tu te ne innamori, come un fesso, perché non puoi perdere la sfida di sbranarla di baci, di stringerla, di pregarla a mani giunte di non dimenticarsi di te”

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Conosciamo l'autore

L'autore di questo romanzo – o meglio, autore ed esploratore, così come ama definirsi – è   Alessandro de Lisi, giornalista di Palermo, che si distingue per il suo appassionato impegno civile. Si è occupato di criminalità organizzata e di cultura, pubblicando varie inchieste. Tra le cose da ricordare, indubbiamente, sono l'aver lavorato, in qualità di responsabile culturale e curatore di R_Rinascita, per portare gli Uffizi in una villa confiscata a un esponente di spicco della camorra a Casal di Principe, e Caravaggio a Lampedusa in piena emergenza sbarchi. Inoltre, alla presenza del Presidente della Repubblica, ha aperto la prima mostra mai realizzata nell’Aula Bunker di Palermo, proprio in quelle celle che hanno visto la presenza dei più pericolosi malavitosi della storia come Totò Riina.

Con la stessa casa editrice, Nuovadimensione, ha pubblicato anche, nel 2008, Nessuno mai ci chiese.

La prefazione del libro è stata scritta da Maria Falcone, presidentessa della Fondazione Falcone.

Un romanzo di formazione: Carlo Farkas e la sua lotta contro la mafia

Si tratta, come già detto, di un romanzo, che si presenta però come un racconto formativo, per toccare con mano la realtà di Palermo, città che fa da cornice alla narrazione, presentata con tanto di cartina e di descrizione dei luoghi in modo da aiutare il lettore a orientarsi al meglio.

L'autore affronta dunque una questione molto delicata, quella della mafia e della lotta contro di essa, nel decennio più sconvolgente della storia recente del capoluogo siciliano e non solo, gli anni Ottanta.

Già il titolo, Un’estate a Palermo, ci suggerisce il clima caldo, non di certo solo meteorologico, che si viveva in quei momenti.

La trama è lineare, ci viene fornito il racconto dei fatti, intrecciando realtà e finzione, che ci fanno ben comprendere l'atmosfera tesa, crudele e densa di dolore, caratterizzata da continua violenza culminante in vere e proprie carneficine ad opera della criminalità organizzata.

La narrazione è affidata ad un personaggio particolare, Carlo Farkas, capitano dei carabinieri di origini istriane, mandato per punizione, così come ci viene detto già dalle prime righe, a Palermo, che ben presto si calerà totalmente in questa “guerra” tanto da non volerla abbandonare. I morti sono veramente troppi e la città sembra non reagire, sembra abituarsi a tutto questo, quasi girandosi dall'altra parte, di fronte alla violenza, alla morte, al clientelismo e alle estorsioni.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: due eroi civili

Ma l'autore non ci mostra solo questo lato, che come sappiamo spesso è semplicemente figlio della paura, ma anche quello di chi lotta e di chi cerca la verità. Questo non avviene solo attraverso Farkas, ma è testimoniato, in grande stile, da due giganti, due eroi civili, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Nel 1985 i due magistrati, per la loro incolumità, vengono portati in Sardegna, presso l'isola dell'Asinara, dove si trovava la sede del penitenziario di massima sicurezza. I due stavano lavorando, nel periodo di piena ascesa dei Corleonesi e dell'affermazione dei boss più spietati e pericolosi della malavita, all’istruttoria che permetterà di arrivare allo storico Maxi Processo contro la mafia del 1987, segnando la prima vittoria dello Stato sulla criminalità organizzata siciliana. L’autore ci fornisce il racconto delle loro idee e delle loro strategie, cartina di tornasole del coraggio e della convinzione di star facendo la cosa giusta per amore della loro terra (e non solo) con determinazione, senza intimidazioni, talvolta con un filo di ironia e umanità che li rende, probabilmente, anche più “grandi” però, purtroppo, solo a posteriori. Lo sappiamo dalle cronache, dalla tv, e anche il racconto di De Lisi lo conferma, che i due magistrati non erano particolarmente amati dalla loro terra, nemmeno da vari colleghi.

Tra sensibilità e impegno civile: una testimonianza necessaria

La scrittura dell'autore è quasi giornalistica, diretta, senza retorica, con un linguaggio semplice e ben calato nel contesto che viene trattato, raccontandoci, in modo opportuno e appassionato (e qui si vede la sensibilità dell'autore verso questo tema) la vita dei magistrati e di chi è stato loro vicino.

È un libro che si legge velocemente, che ti tiene incollato alle pagine e ti fa calare totalmente nel contesto della narrazione. È una testimonianza di impegno civile, passione e amore per la propria terra che ha sofferto troppo.

Da leggere.

 

EDITORE: Nuovadimensione

AUTORE: Alessandro de Lisi

COLLANA: Scritture

ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2020

PREZZO: euro 14,50

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