Recensiamo “Un giorno verrà”, secondo romanzo di Giulia Caminito, edito da Bompiani. L’autrice – che per dare vita ai personaggi di questa sua seconda opera letteraria ha scavato a fondo nella storia dei suoi avi – ci narra le vicende della famiglia Ceresa, che muove i suoi passi nel piccolo paese marchigiano di Serra de’ Conti e attraversa il difficile periodo storico che va dalla fine dell’Ottocento alla fine della prima guerra mondiale. La loro storia, fatta di perdite e sciagure, si incastra con quella di altri personaggi enigmatici.
I Ceresa di Serra de’ Conti, la famiglia del fornaio del paese, sono tutti “cresciuti con l’idea di essere destinati a morire presto”. Sono una famiglia sfortunata e disgregata, dove gli adulti non sono capaci di badare ai figli, dove non c’è amore e tutto è coperto da bugie e inganni. Le vicende in questo romanzo sono filtrate dal punto di vista dei figli più piccoli della famiglia Ceresa, Lupo e Nicola. I due fratelli sono legati da un rapporto viscerale e morboso, quasi convinti di vivere l’uno in funzione dell’altro. Tra loro non potrebbero essere più diversi: Lupo è quello robusto e vigoroso, l’anarchico, quello che “scrive abbasso il Re sui muri”. Nicola è un ragazzo fragile, costantemente impaurito, quasi inadatto alla vita, un peso per suo padre. La loro storia, il loro percorso di crescita interiore, procede parallelo alla storia italiana, alle rivolte contadine, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che chiamerà al fronte anche Nicola tra le fila dei “ragazzi del ‘99”, all’anarchia, all’epidemia di Spagnola, a Mussolini e al Popolo d’Italia. In questo mondo teso e drammatico ricostruito dalla Caminito c’è spazio anche per la Moretta di Serra de’ Conti. L’autrice inserisce nella narrazione la storia di Suor Clara (che nella realtà fu Suor Maria Giuseppina Benvenuti): una donna sudanese rapita e fatta schiava, condotta in Italia e liberata dalla Chiesa, che nonostante il suo passato da ribelle, diventerà Abbadessa.
L’autrice ha deciso di ambientare il suo secondo romanzo nel paese del bisnonno, l’anarchico Nicola Ugolini, che è anche ispiratore di uno dei punti chiave del romanzo, l’anarchia appunto. Lupo non è infatti l’unico anarchico che incontriamo scorrendo le pagine del romanzo. Anarchico è anche il nonno Giuseppe e anarchica è anche la più misteriosa e affascinante dei Ceresa, Nella, anarchica non solo negli ideali, ma anche nel suo modo di vivere la vita. Anarchica è in un certo senso la stessa Suor Clara, che sfida la Storia con la sua musica, che non teme di sfidare i vertici della Chiesa per cercare di difendere le sue consorelle.
Anarchici o meno, comunque, ognuno dei personaggi ha una sua peculiarità. C’è chi si batte per i propri ideali, chi mente, chi – come il prete del paese – ha una condotta ambigua, chi cerca semplicemente di sopravvivere adattandosi ai ritmi frenetici dettati dalla storia degli inizi del Novecento. Sono fatti di contraddizioni e controsensi. Chi cerca degli eroi in questo romanzo, resterà quindi deluso. I protagonisti, nei confronti dei quali è davvero difficile provare empatia, sono spesso irritanti e compiono gesti senza pensare alle conseguenze. Con i loro difetti, fisici e mentali, i personaggi di questo romanzo evocano quasi il ciclo dei Rougon-Macquart di Zola. Tralasciando il discorso scientifico, anche la Caminito come Zola, narra la storia di una famiglia che si muove in un preciso contesto storico, offrendo una serie di quadri di vita sociale e politica per niente idealizzati.
La Caminito ci presenta questa realtà spietata in uno stile veloce e lineare. Periodi brevi e metafore semplici ed efficaci, che arrivano spesso dritte allo stomaco. In questo romanzo si fa a meno persino di alcuni segni di interpunzione, come le virgolette. L’autrice vuole parlarci direttamente, farci conoscere un mondo fatto di miseria, di povertà, di lotta, nel modo più autentico possibile. Ci lascia addentrare nella storia un po’ per volta, semina indizi, tiene viva la curiosità in ogni pagina. Poi all’improvviso svela verità che lasciano a bocca aperta.
Addentrarsi in certi tipi di narrazione può essere un rischio per molti giovani scrittori, che possono lasciarsi trasportare dal sentimentalismo e dalla nostalgia del passato. Ma Giulia Caminito non cade in questo errore e ricostruisce una realtà aspra e dura con estrema lucidità.
Il suo stile rapido, quasi cinematografico, rende la lettura agevole e adatta a ogni tipo di pubblico.
EDITORE: Bompiani
AUTORE: Giulia Caminito
COLLANA: Narratori Italiani
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2019
PREZZO: 16 €