STAGIONI quattro storie (e mezza) per Emergency: piccole grandi storie per raccontare chi non ha voce

Stagioni– 4 storie (e mezza) per Emergency, è molte cose. Un progetto, innanzitutto, che utilizza il medium fumetto, la sua immediatezza e l’uso delle immagini per qualcosa di più di una sensibilizzazione: la vera testimonianza dell’operato di Emergency nel mondo.

Chi, meglio di medici e paramedici, fra gli autori delle storie, può raccontare le innumerevoli vite salvate o assistite ogni giorno dall’organizzazione, ma anche le condizioni o i presupposti che rendono necessario il suo intervento?

Ma oltre a questo, Stagioni è anche un bel volume a fumetti. Non esente certamente da minori difetti, ma nel complesso una raccolta ben ideata di storie ben scritte e disegnate. Dunque, storie belle e soprattutto efficaci: sincere, non retoriche, riescono nell’intento più importante e necessario, ovvero lasciare qualcosa a fine lettura. Non solamente un comprensibile strascico emotivo – date le tematiche trattate e la bravura degli autori – ma soprattutto informazioni, notizie di cui può avere minor cognizione anche un lettore che conosca già l’attività di Emergency.

Scopriamo quindi l’attività dei rastrellatori di mine nell’Italia del dopoguerra, i Fidanzati della morte della storia di Patrizia Pasqui e Stefano “S3keno” Piccoli, e realizziamo come anche il nostro paese, in quanto teatro di guerra, abbia vissuto problemi che oggi ci sembrano limitati a paesi lontani.

Ma scopriamo anche qualche nome e qualche storia, di individui che ci vengono troppo spesso raccontati dalla cronaca come un tutto indistinto, i migranti, o peggio, clandestini, che in un periodo di campagna elettorale come quello che stiamo vivendo, divengono carburante per alimentare la mostruosa macchina della propaganda razzista.

Conosciamo Skin (dalla storia di Antonio Bruscoli e Simona Binni) e Kumba e Ike (dello stesso Bruscoli e Paolo “Ottokin” Campana), bambini alle prese con la guerra – il primo – e con l’epidemia di Ebola – i secondi – in Sierra Leone.

Assistiamo al realizzarsi della speranza, data da una struttura che appare come un’oasi di pace a bambini in fuga da fame e malattie, ma anche alla sua negazione, ovvero ciò che accade dove Emergency non riesce ad arrivare.

Conosciamo Abdullah (dalla storia di Patrizia Pasqui e Gud) in fuga dall’Afghanistan semplicemente per sopravvivere, senza sapere nulla di cosa lo aspetti fuori dal paese dov’è nato, e Gubuldin (dalla storia di Roberto Maccaroni, Marco Rocchi e Francesca Carità), team leader di un pronto soccorso in Afghanistan, esperto e rispettato dai suoi colleghi internazionali, di cui ci si chiede: se arrivasse in Italia da rifugiato, come sarebbe considerato?

Conosciamo, grazie agli autori, sfaccettature nascoste, meno visibili ad una prima occhiata, delle storie di chi potrebbe cercare riparo in una struttura di Emergency nel mondo, in Afghanistan, Sierra Leone o Italia. Chiude il volume – ottimo dal punto vista grafico e impreziosito da una bella cover di Giuseppe Palumbo – un apparato redazionale con gli studi degli illustratori e articoli sulle strutture di Emergency citate nel volume.

Un libro dunque consigliatissimo, sia perché ne abbiamo conosciuto i retroscena, sia perché ha il valore aggiunto di devolvere parte dei ricavi al Centro chirurgico e pediatrico di Goderich in Sierra Leone. Ma soprattutto perché quelle contenute in Stagioni sono delle gran belle storie a fumetti.

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