Potrebbe la democrazia crollare se i cittadini usassero come arma di rivolta un loro diritto costituzionale?
Questo si chiede Josè Saramago in Saggio sulla lucidità, un romanzo ambientato in epoca moderna scombussolata da un evento di portata eccezionale, modus operandi del nostro Saramago, che però, a differenza di altri scritti, può essere più attuale e reale di quanto sembri.
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E se tutti votassimo scheda bianca?
Come già viene apertamente svelato dalla trama, l’incidente scatenante di questa fabula moderna fin troppo reale, avviene quando improvvisamente la maggior parte degli elettori della Capitale decidono di votare scheda bianca alle amministrative. Un evento di per sé innocuo nella sua semplicità ma che scatenerà una serie di eventi a catena che faranno vacillare e mettere a rischio, oltre che l’intera macchina politica, anche le libertà fondamentali come quella di voto o di libero movimento.
SAGGIO SULLA LUCIDITA' – Il legame con Cecità
Pubblicato nel 2004 viene definito il seguito di Cecità, romanzo che gli valse il Nobel per la Letteratura nel 1998, ma sarebbe un’affermazione troppo banale da ritenerla esatta. Nonostante l’ambientazione sia la stessa, i personaggi del famoso romanzo vengono inseriti solo nella parte finale del Saggio e il tono che si presenta è meno violento e crudo del suo predecessore.
Come suggerisce il nome ci troviamo in una narrazione più luminosa e lieve che quella a tratti oscura di Cecità; è difficile immaginare dall’inizio della lettura che si possa trattare di un sequel, se non grazie ai vari indizi che l’autore inserisce nella narrazione, fino a rendere palese il continuum solo quando la trama prenderà un’altra piega, risultando però più un espediente letterario sfruttato da Saramago che una voglia di dare un eco al suo romanzo da Nobel.
Lo stile di Saramago in SAGGIO SULLA LUCIDITA'
Lo stile narrativo è quello che ha reso Saramago unico nel suo campo – chi ha già letto qualcosa di suo sa di cosa si parla -, un modo di narrare gli eventi con poche interruzioni, utilizzando abilmente punteggiature in uno stile molto caratteristico. Potrà spaventare i neofiti ma, dopo i primi scogli dovuti all’abituarsi a leggere uno stile così particolare, ci si accorgerà che la narrazione risulterà molto più fluida di quello che si temeva, come se si stesse navigando a vele spiegate nella storia che il narratore ci sta raccontando.
SAGGIO SULLA LUCIDITA' – Chi è il vero narratore?
Un narratore che, in questo caso, non è personaggio integrante della storia ma risulta a conoscenza di ogni minimo particolare, pubblico o segreto, accompagnandoci mano nella mano tra le sale del potere o in piazza con il popolo con eccezionale naturalezza.
Una sorta di figura onnisciente e onnipresente identificabile nello stesso Saramago, o in un documentarista dell’epoca o in una sorta di divinità che ci mostra gli eventi così come sono oltre ad ipotizzare, rendendoci partecipi, pieghe che la storia potrebbe prendere come se fossimo parte integrante del suo flusso mentale.
SAGGIO SULLA LUCIDITA' – Una Capitale anonima, dei personaggi anonimi
Tutta la narrazione si svolge in una città, una Capitale per la precisione, di uno stato che non ci è dato conoscere (l’autore si fa scappare che potrebbe essere Lisbona – Saramago è di nazionalità portoghese – ma viene quanto prima smentita con la scusante di averla solo presa come esempio).
Saramago decide, come fatto anche in Cecità, di mantenere l’anonimato sia sulla località che sui personaggi che risultano infatti senza nome ma, tramite l’uso di un eccellente espediente, l’autore li nomina indicandoli con la loro mansione o con una caratteristica particolare. Abbiamo quindi il Commissario, il Sindaco, il Primo Ministro, la Ragazza dagli Occhiali Scuri, il Primo Cieco e così via.
Un espediente eccellente, dicevamo, per non lasciare indizi sul luogo in cui è ambientata la storia e per facilitare il lettore che avrà ben impresso i protagonisti senza il timore di perdere il filo cercando di memorizzarne i nomi (ricordate il navigare a vele spiegate sulla storia che Saramago ci presenta?).
SAGGIO SULLA LUCIDITA' Saramago disegna un romanzo in tre parti
Potremmo suddividere la storia narrata in tre parti, ognuna costellata da personaggi unici che raramente si interfacceranno con quelli della parte successiva. Dei microcosmi colpiti ognuno a proprio modo dall’evento scatenante del libro.
La prima parte è dove avviene il misfatto: Saramago ci trasporta in uno dei tanti seggi della Capitale illustrandoci le persone che ci lavorano, le loro caratteristiche, i loro problemi e nel frattempo, sotto ai loro occhi increduli, succederà quello che nessuno aveva mai considerato, il popolo che vota scheda bianca.
La seconda è quella molto più politica e densa di strategia, una sorta di finestra sulle sale del potere dove i fili vengono tirati. Qui vengono mostrate le reazioni, e le successive azioni ad arginare il pericolo, che si scatenano nei piani più alti di un governo trovatosi ad affrontare un problema che nessuno si era mai posto.
La terza e ultima parte, quella dove troviamo i personaggi di Cecità, invece ci porta dentro alla città tramite un commissario ingaggiato per trovare un colpevole di questa Rivolta Bianca che ha colpito la capitale.
Tra popolo e governo: cosa è l’illegale e il legale – la domanda da SAGGIO SULLA LUCIDITA'?
Non è un caso se si parla di Rivolta Bianca (definita cosi dagli stessi politici del romanzo), chiaro riferimento all’oggetto materiale della rivolta, cioè le schede bianche, visto che nasce e si sviluppa senza nessun spargimento di sangue o violenza.
In tutto il romanzo si nota una popolazione anche fin troppo pacifista, perché consapevole di essere legalmente nel giusto, che combatte ogni repressione “mettendo fiori nei cannoni”, ricordando gli slogan degli anni Sessanta.
Questa lucidità citata nel titolo la si potrebbe interpretare anche come quella scintilla di Rivolta Bianca che qui illumina, improvvisamente, la mente di quasi tutto il popolo della Capitale e lucido, infatti, sarà anche il modo in cui giustificheranno il loro atto: “Nessuno può essere, con qualsiasi pretesto, obbligato a rivelare il proprio voto né essere interrogato sullo stesso da qualsiasi autorità”; e ancora: “No signore, non ho votato scheda bianca, ma se lo avessi fatto sarei entro la legge … votare scheda bianca … è un diritto senza alcuna restrizione … nessuno può essere perseguitato per aver votato scheda bianca”.
In contrapposizione ad un popolo pacifista, ci viene mostrato un antagonista che, in una democrazia, dovrebbe essere invece dalla parte della popolazione e della legge: il Governo.
I ruoli sono totalmente capovolti poiché a usare metodi incostituzionali e violenti non è il popolo – come ci si aspetterebbe in una rivoluzione – ma è lo stesso Stato, che con i suoi metodi fa sorgere spontaneamente una domanda: quanto è labile il confine tra il legale e l’illegale?
LA RIFLESSIONE – cosa è oggi la democrazia?
Saggio sulla Lucidità si svela un buon romanzo e un ottimo esperimento sociale di Saramago: a differenza di altri suoi titoli dove la causa scatenante è da ritrovare in eventi al di fuori della norma, qui l’espediente usato è ordinario e reale, il Diritto di Voto, che è alla portata di tutti e a libero utilizzo in tutte le sue forme.
A causa di questa scelta il romanzo potrebbe sembrare molto meno affascinante di altre sue opere, ma non per questo meno interessante.
L’autore riesce a mettere in seria discussione le fondamenta stesse della democrazia e dei suoi protégée, quasi ridicolizzandoli, utilizzando come arma ciò che la compone, il démos – popolo.
In una epoca, la nostra, in cui il Diritto di Voto non sembra così importante o incisivo (basti pensare allo scontro Clinton VS Trump nel 2016), dove ancora esistono governi con a capo un solo uomo o che sembrano non rispettare le volontà e/o i diritti inalienabili del popolo (come in Corea del Nord, Russia, Brasile, Cina), Saramago ci dimostra quanto può essere forte la rivoluzione di una comunità anche senza imbracciare il fucile ma solo con l’uso della legalità; quanto può essere potente un Diritto, sempre più sottovalutato perché a volte poco esercitato, se si andasse a votare con coscienza (nel romanzo l’affluenza alle urne sarà alta seppur si voterà scheda bianca).
“Mi sta dicendo che votare scheda bianca è sovversivo, … E dov’è che sta scritto, … Scritto, scritto, non c’è, ma chiunque deve capire che si tratta di una semplice questione di gerarchia di valori e di senso comune, in primo luogo ci sono i voti espliciti, poi vengono le schede bianche, poi le nulle, infine le astensioni, non si rende conto che la democrazia si troverebbe in pericolo se una di queste categorie secondarie passasse in testa alla principale, se i voti ci sono è perché se ne faccia un uso prudente”.
EDITORE: La Feltrinelli
AUTORE: Josè Saramago
COLLANA: Universale Economica
ANNO DI PUBBLICAZIONE: prima edizione italiana 2011
PREZZO: euro 10,00