Chiudo ora l’ultima pagina scritta dall’immenso Camilleri di “Riccardino”.
L’Autore – volutamente scritto con la A maiuscola come da sua consuetudine nei suoi romanzi – ha scritto queste pagine nel tempo che intercorre tra il 1 Luglio 2004 e il 30 Agosto del 2005; ed è in un afoso pomeriggio di Luglio di sedici anni dopo che concludo la lettura di questa sua opera pubblicata postuma per espresso desiderio dello stesso scrittore.
È incredibile come dopo tutto questo tempo i temi e le dinamiche del romanzo siano ancora, ahimè, attualissimi, tant’è che lo stesso Andrea Camilleri riprende il romanzo nel Novembre 2016 per una rilettura affidata alla sua amica Valentina – considerata l’avventura cecità del “maestro” – e decide di lasciare immutata la storia, cambiando qua e là solo il linguaggio che, negli anni, grazie ai lettori e telespettatori, si è affinato in un vero e proprio “dialetto inventato”.
È indubbio che Montalbano sia divenuto fin poco dopo la sua prima comparsata un personaggio POP – mi si conceda il termine che forse lo stesso Camilleri detesterebbe – e che questo ultimo libro ci lascia “orfani” di uno dei commissari letterari e televisivi di questa nostra strana epoca.
La cittadina di Vigàta è teatro inconsapevole di quest’ultima “ammazzatina” di uno di 4 amici legati da profonda e longeva amicizia. Apparentemente senza motivazione valida, ma poi, come sempre accade, soprattutto nei romanzi di Andrea Camilleri, ci si trova invischiati in intricate vicende di corna, “bedde fimmine”, mafia, corruzione e droga. Con implicazioni politiche ed ecclesiali.
In fondo, passano gli anni, ma la musica è sempre la stessa! Anche per questo, non mancano spesso riferimenti e fatti di cronaca che riguardano strettamente la classe politica vigente nel periodo di scrittura di Riccardino.
Il romanzo diventa spesso un colloquio a due tra il protagonista letterario e lo stesso Autore con siparietti di “così fatta fattura” che valgono solo loro il prezzo del “biglietto”.
Non mancano di sfottersi, come se lo stesso Montalbano abbia voce propria e non fosse un personaggio di pura invenzione scritto di “pirsona pirsonalmenti” da Camilleri stesso. Anzi ad un certo punto è chiara la percezione che, stanchi entrambi, iniziano anche a starsi sui cabasisi.
È un commiato irriverente e struggente al contempo.
I personaggi non ci salutano con tutte le risposte alle nostre domande, e credo sia giusto così; “scompaiono” pian piano dal nostro orizzonte e tuttavia restano lì tra le vie della cittadina siciliana, con i loro tic e le loro fragilità umane.
Dopotutto sarebbe impensabile un mondo senza Salvo Montalbano, Mimì Augello, Fazio, Livia e il pittoresco, sempre reverenziale Catarella.
Ora dovremmo abituarci noi, però, ad un mondo senza l’umana intellettualità di Andrea Camilleri.
EDITORE Sellerio
AUTORE Andrea Camilleri
COLLANA La memoria
ANNO DI PUBBLICAZIONE 2020
PREZZO 15,00 euro