“Questa è una storia di fantasmi”: comincia proprio in questo modo la divertente e surreale vicenda di Mariano, protagonista della graphic novel edita da NPE, insieme a tutta una serie di battute e simpatici tormentoni che rimangono impressi al lettore dalla prima all’ultima pagina. Una trama che di horror potrebbe avere soltanto il titolo, mentre una variegata e buffa casistica di spiriti e strampalate apparizioni non fa altro che rendere grazia alla pregevole poetica di questo volume, perfettamente a metà tra testo illustrato e fumetto. Sceneggiatura e disegni sono ad opera di Jacopo Spampanato, detto Spampino, qui al suo esordio in qualità di autore completo.
Senza entrare nei dettagli approfonditi della trama, Spampino racconta le goffe disavventure di un ragazzo timido e impacciato, ma anche ossessionato dai fantasmi e da un amore troppo platonico per essere rivelato. In questo senso, il lettore riesce a immergersi quasi subito nell’atmosfera sognante e surreale dei disegni, uniti a uno stile di scrittura evidentemente semplice ma anche scanzonato e ben scandito nelle sue battute più divertenti. Se da una parte, infatti, la gestione della comicità viene ritmata con l’inserimento di alcune mini-vicende, o meglio di alcune “strip” non superiori alle due pagine, dall’altra la filosofia e la poetica di fondo si sviluppano in maniera costante senza eccedere troppo in contorti virtuosismi.
Il punto di forza della graphic novel risiede dunque nella grande ironia che impregna la storia, insieme – come detto in apertura – all’uso di alcuni “tormentoni” che non abbandonano quasi mai il lettore: sotto questo punto di vista, tanto per azzardare esempio, alcune divertenti reiterazioni sembrano ricalcare le lezioni impartite dal grandissimo Bonvi nelle sue famigerate “Sturmtruppen”, con tutta quella serie di stilemi uniti all’impiego di irresistibili battute ripetute ossessivamente all’interno delle strip, ottenendo ovviamente un effetto comico e grottesco (vedi alla voce “All’assalten!” oppure “Ach, maledizionen!”).
Sotto l’aspetto dei disegni sono numerose le illustrazioni di gradevole fattura, sia a colori che nel classico bianco e nero. Mentre per quanto riguarda la “regia”, forse in virtù di una sceneggiatura che esalta un tempo di battuta volto a scaturire un maggiore effetto comico, la gestione dei piani di inquadratura risulta abbastanza statica senza particolari destrezze grafiche. Tutto sommato, nonostante si tratti di un’opera prima, l’autore Spampino riesce a ottenere un buon risultato complessivo, amalgamando nelle giuste dosi i momenti di comicità insieme a un’eleganza malinconica a tratti suggestiva; ma anche riuscendo a far quadrare il cosiddetto cerchio, nelle ultime pagine, per merito di un intelligente finale.